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 sconcerto a mottafollone
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Massimo


Regione: Lombardia
Prov.: Milano
Città: milano


171 Messaggi

Inserito il - 17/06/2007 : 17:51:01 (6369)  Mostra Profilo Invia a Massimo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Certo se il fatto che è successo amottafollone fosse successo a como avrebbero fatto speciali sulle rai speciali sulle reti private e per tre giorni se ne sarebbe parlato e invece un servizio sempre uguale passato due volte da tg5 un servizio passato una volta da rai 2, la rai che ha dipendenti a cosenza con una sua sede fissa in 30 minuti sarebbe stata sul luogo e invece la solita cosa alla calabrese non si sa amministrata da chi sa chi un po come il servizio della diga la troup della rai dovrebbe essere li tutti i giorni e invece niente, il fatto che è successo a mottafollone dovrebbe farci riflettere sulla situazione sociale dei nostri paesi dove sembra che tutto vada bene e che si sta bene sotto il profilo sociale e invece guradate che succede questo ragazzo giovanissimo aveva la colpa di aver perso la madre a 10 anni in un incidente dove guidava il padre ubriaco, di non accettare che il padre non gli dava una lira per campare e che si era risposato con una donna..........conosciuta da tutti, e che si era sposato con nadia una brava ragazza che amava Guido altro che separati come hanno detto i tg e che gli stava a fianco sempre a suo marito nel bene ae nel male una coppia aiutata dai servizi sociali per quello che era possibile, aveva la colpa di farsi trascinare da piccoli furti per piccoli guadagni facili magari ti rubava le ciliegie e poi te le vendeva uscito con l'indulto dal carcere per un piccolo furto a varese, provate a parlare con i suoi amici dicono di lui la stessa cosa, e invece cosa abbiamo sentito noi a milano al telegiornale UCCISO A FUCILATE UN GIOVANE DROGATO SEPARATO E LADRO........il padre lo ha ucciso a fucilate come un cinghiale e dopo averlo sparato e ferito lo ha rincorso e finito......sono indignato sono schifato da questo si poteva evitare forse bisogna prevenire queste situazioni.
E invece voi politici di basso fondo pensate ad altro.
Oggi un ragazzo giovane non c'è più la madre di due bambini piange.
Massimo

Profilo Utente n/a



215 Messaggi

Inserito il - 17/06/2007 : 19:57:24 (6369)  Mostra Profilo Invia a Profilo Utente n/a un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Caro Massimo, per certi aspetti hai ragione, ma alcune tv private di Cosenza sono arrivate sul posto subito. Io, prima del tuo intervento non avrei voluto pubblicare i miei articoli usciti in successione: il primo (in prima pagina giovedì 14); il secondo (ancora in prima pagina venerdì 15);il terzo, stamani, a pagina 21. Li ripropongo tutti, forse anche per far capire l'immensità di questa tragedia.
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ARTICOLO DEL 14 GIUGNO

Tragedia familiare padre spara figlio e lo uccide
L’uomo 59 anni ha ucciso il figlio di appena 36 anni

MOTTAFOLLONE – Tragedia familiare inaspettata quella che si è consumata ieri sera intorno alle 21,35 nel piccolo centro della Valle dell’Esaro. Il dramma è avvenuto nello stabile delle case popolari di Via Giovanni XXIII ed ha visto, purtroppo, vittima dell’accaduto un giovane di 36 anni, Guido Gramigna, ucciso da alcuni colpi di fucile (calibro 12) esplosi dal padre, Pantaleo Gramigna, 59 anni. Secondo le prime indiscrezioni il fatto sarebbe accaduto dopo un violento litigio tra i due, con il padre che ha imbracciato il fucile (a quanto pare detenuto legalmente) e lo ha puntato dritto contro il figlio. A quanto pare c’erano delle vecchie ruggini, sfociate poi nel fatto di sangue. Il giovane non è deceduto sul colpo ma è spirato qualche minuto dopo il fatto. I colpi di fucile sono rimbombati come un forte boato negli appartamenti popolari vicini tra loro, e gli inquilini – capendo probabilmente la gravità dell’accaduto – hanno immediatamente allertato il 112. Subito dopo le sirene dei carabinieri sono echeggiate per l’intero centro abitato, ma anche quelle di un’ambulanza che, purtroppo, non ha fatto in tempo ad intervenire. Il ragazzo è stato trovato pressoché esanime nella casa del genitore dopo essere stato colpito – secondo una prima ricostruzione degli inquirenti – da tre colpi di fucile. L’uomo ha quindi atteso in casa l’arrivo dei militari del Comando Stazione di San Sosti e della Compagnia di San Marco Argentano, coordinati dal capitano Giovanni Cuccurullo, ai quali si è consegnato senza opporre resistenza.
Guido Gramigna era sposato e – a quanto pare – separato. Aveva anche due figli (probabilmente affidati alla moglie), ma viveva da qualche anno al terzo piano delle case popolari di Mottafollone, mentre il genitore (vedovo da oltre una quindicina di anni e bidello di professione) abitava al primo piano. Attualmente il 36enne era disoccupato e, di tanto in tanto, faceva dei lavori saltuari per guadagnarsi da vivere. Possibile che l’alterco sia nato per motivi economici. Lo stesso giovane, infatti, qualche anno addietro avrebbe avuto dei problemi di natura giudiziaria mentre si trovava in provincia di Como. E di recente lo stesso avrebbe usufruito dei benefici della legge sull’indulto per tirarsi fuori dai guai giudiziari e tornare cosi al paese natio. La notizia, come spesso accade in questi casi, è subito rimbalzata di casa in casa. Qualcuno in paese ha detto di conoscere alcuni dissapori familiari tra padre e figlio, forse nati da problemi economici, ma nessuno poteva immaginare che si potesse arrivare a tanto. Una cinquantina di mottafollonesi, oltretutto, erano in gita a Roma insieme al parroco don Franco Cozzitorto, e si sono sentiti annunciare la tragedia attraverso i telefonini che, in questi casi, fanno da tam-tam.

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ARTICOLO DEL 15 GIUGNO

Ci si interroga sul perché della tragedia
Forse sabato i funerali del giovane. La salma è all’obitorio di S. Marco per l’autopsia

MOTTAFOLLONE – Il piccolo centro abbarbicato sulle colline della Valle dell’Esaro non si è ancora ripreso. Lo choc per l’accaduto è indefinibile. Mottafollone, centro di poco più di mille anime, il giorno dopo s’interroga. Perché questa tragedia? Difficile dare una spiegazione logica. Anche se gli investigatori hanno provato a darne una. Ci sarebbe, infatti, un risentimento di vecchia data legato alla morte della moglie di Pantaleo Gramigna, sfociato in liti continue, all'origine dell'omicidio di Guido Gramigna, ucciso dal padre, Pantaleo Gramigna, bidello di 59 anni. Secondo quanto appurato dagli investigatori, l'omicida avrebbe covato un profondo risentimento nei confronti del figlio che lo accusava d'aver fatto morire di crepacuore la mamma. Ed intanto emergono altri dettagli relativi alla dinamica dell'omicidio consumato alle 21.35 circa di mercoledì nella palazzina popolare di Mottafollone in cui padre e figlio vivevano, pur in due abitazioni diverse. Secondo una prima ricostruzione, infatti, Pantaleo Gramigna ha sparato un primo colpo con il fucile da caccia (che deteneva legalmente) quando il figlio era sull'uscio della sua abitazione, colpendolo all'addome. Dopodiché il trentaseienne ha provato a scappare nelle scale, ma è stato colpito una seconda e una terza volta al cranio dalla "rosata" di pallini, cadendo a terra in una pozza di sangue. E spirando poco dopo. Il pm di Castrovillari che conduce le indagini, Baldo Pisani, ha fissato per oggi l'autopsia sul corpo di Guido Gramigna, la cui salma si trova presso l’obitorio dell’ospedale di San Marco Argentano. Suo padre Pantaleo, che si è costituito spontaneamente, resta rinchiuso nel carcere di Castrovillari. Ed oggi dovrebbe svolgersi anche l'udienza di convalida dell'arresto dinanzi al gip Annamaria Grimaldi. Sulla vita privata del giovane sono emerse altre verità. Guido intanto non era sposato ma conviveva. Infatti, lascia la sua compagna Nadia (che si era recata momentaneamente al nord) e due bellissimi figli, Giuseppina (chiamata così in memoria della madre) di 6 anni, che frequenta le scuole elementari a Mottafollone e Luca di appena 2 anni.
E per quello che si sa voleva mettere da parte dei soldi per sposarsi ad agosto del 2008. Chi lo conosce bene lo ha definito “una persona molto umile e generosa”, che negli ultimi tempi si dedicava alla raccolta dei prodotti che la terra ci dona, per poi racimolare qualche soldo. Non era benestante, ma ai suoi bambini ed a Nadia, per i quali nutriva molto affetto, non ha fatto mai mancare nulla. Oltretutto stava per stava per essere assunto in un’impresa edile. Era tornato a Mottafollone da circa cinque anni dopo un pò di tempo trascorso al nord Italia. Ma qui sentiva la mancanza di una guida: quella mamma Giuseppina venuta a mancare a cui era molto attaccato. E da allora la sua vita era cambiata. Guido era una persona molto presente in paese poiché conosciuto da tutti, giovani e anziani. Ed ecco perché la comunità mottafollonese, che è rimasta molto scossa, lo piange. E lo piangerà anche sabato quando molto probabilmente ci saranno i funerali.

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ARTICOLO DI OGGI 17 GIUGNO
L’ultimo saluto a Guido Gramigna
Il ricordo del 36enne nell’omelia di don Ignazio Iacone

MOTTAFOLLONE – C’era praticamente tutta la comunità mottafollonese ad accompagnare l’ultimo mesto viaggio di Guido Gramigna, il giovane 36enne ucciso a fucilate dal padre, Pantaleo, mercoledì scorso intorno alle 21,35. Una comunità rimasta attonita che lo ha pianto in questi giorni ed ha dimostrato il suo attestato d’affetto riempiendo la Chiesa Madre e sostando in modo copioso sul sagrato di Piazza Indipendenza (agorà principale) del piccolo centro dell’Esaro. I funerali, qualche minuto dopo le 15, sono stati concelebrati dall’attuale parroco don Franco Cozzitorto e da don Ignazio Iacone, sacerdote che ha guidato spiritualmente la comunità per sei anni e fino ai primi mesi del 2007. Proprio don Iacone, nell’omelia, ha ricordato la figura di Guido che conosceva bene: “Ragazzo buono e generoso – ha detto – con un carattere forte ma sempre disponibile, che in questi giorni è stato dipinto certamente in modo diverso dai media rispetto a quello che era”. La figura di Guido è stata poi accostata molte volte a quella di mamma Giuseppina, persona a cui Guido era molto legato e la cui morte aveva provocato in lui un disorientamento. Poi, però, il fatto di aver conosciuto Nadia, la sua compagna, dalla quale ha avuto prima Giuseppina (6 anni) e poi Luca (appena 2anni), avevano riportato il sorriso, la serenità e la voglia di vivere in questo ragazzo che aveva anche deciso di sposarsi ad agosto del prossimo anno. Purtroppo, non c’è riuscito. È rimasto un sogno infranto all’imbrunire di mercoledì scorso. Dal pulpito, quindi, da buoni cristiani che “sanno perdonare” è arrivato anche “l’invito a pregare per il padre di Guido”.
Una concelebrazione toccante, in altre parole. Che in alcuni casi ha avuto momenti di commozione generale, con le due sorelle di Guido e la compagna Nadia strette dall’affetto e dalla solidarietà di tutti i partecipanti.
Alla fine del funerale, quindi, fuori dalla Chiesa Madre un applauso spontaneo e prolungato ha salutato l’uscita del feretro di Guido Gramigna, che si è incamminato, con il corteo funebre, verso il cimitero. E sono stati moltissimi i cittadini che lo hanno accompagnato in quella che è diventata la sua casa eterna. Un senso di vuoto, quindi, ha pervaso tutto il centro di Mottafollone dopo la fine delle esequie. Un paese che vuole soltanto ricordare Guido, non certo le tante, forse troppe volte, in cui è salito alla ribalta della cronaca, anche nazionale, per quanto accaduto. Infine, un altro ricordo a Guido sarà tributato oggi pomeriggio, alle 16,30, presso il campo sportivo con un minuto di raccoglimento prima della gara di calcio femminile Mottafollone – Unione delle Valli.







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