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Domenico Tolve

tolve@email.it


Nov 27, 06 - 7:41 PM
PERCHE' PUNITE ANTONELLO?

PERCHE’ PUNITE ANTONELLO?


L’unico, tra i lavoratori socialmente utili, a non aver percepito l’aumento di circa 300,00 (trecento) euro mensili, inviati dalla Regione Calabria al Comune, è stato Antonello!
Hanno voluto mostrare i muscoli con il più debole! E la motivazione, (quella che non avrebbe lavorato per come previsto), è inaccettabile!
Antonello va aiutato, non punito! E la nostra comunità civile, se esiste, deve alzare la voce e farsi sentire, perché vengano ripristinati i più elementari principi di solidarietà.
E’ vergognoso , mortificante, violento quello che è accaduto. Stiamo davvero toccando il fondo!
Se proprio vogliamo far rispettare le regole contrattuali, i doveri e l’etica della pubblica amministrazione; dare l’esempio ad un’opinione pubblica, ormai disincantata, bisogna colpire più in alto e non chi percepisce soltanto un’assistenza che, nel caso specifico, è, socialmente e moralmente, dovuta.
Renato Nisticò, un autorevole intellettuale calabrese, sul “Quotidiano” di Venerdi ha scritto: « Non voglio morire calabrese! ». Auguriamoci di non fare altrettanto!
Domenico Tolve
Inviato al sito Pincomania e Santagataviva.
Carmine Sirimarco



Nov 28th, 2006 - 10:18 AM
Re: PERCHE' PUNITE ANTONELLO?

Punisher chi sei? dici cose giuste!!! Perchè ti nascondi dietro un nik?
Veniamo fuori allo scoperto altrimenti ci fanno neri.
Carmine
Alessandro Amodio



Nov 28th, 2006 - 12:05 PM
Re: PERCHE' PUNITE ANTONELLO?

Ciò non è proprio accettabile! Se quello che dice Micuzzo è vero, vorrei conoscere le spiegazioni "vere" che hanno fatto scaturire ciò, perchè quello che è successo è inaccettabile! Ribadisco che ANTONELLO va aiutato anche quando lui vorrebbe fare qualcosa che, evidentemente, nuoce alla sua salute, ma non COLPITO a tradimento, non pagandogli una indennità dovuta, perchè va premiata in ogni caso la sua buona volontà e non punita come invece andrebbe fatto con qualcun altro.In casi estremi ci vogliono anche i servizi sociali e non queste punizioni
Mi riservo - quale giornalista - di dare maggiore risalto alla notizia appresa stamani
Luca Spinelli



Nov 28th, 2006 - 4:01 PM
Re: PERCHE' PUNITE ANTONELLO?

davvero è successo quanto ho appena letto???
Sembra contraddittorio il discorso di aumentare lo stipendio a tutti meno che ad uno, specialmente quando l'unica persona a non percepirlo è quella che forse ne ha più bisogno. Lo puniamo per i vizi che ha??? beh da dire c'è ch i vizi li abbiamo tutti e se qualcuno ci punirà un giorno, beh quello sarà il Padre Eterno. Non aggiungo nient'altro, perchè non è giusto essere polemici, ma è dovere morale essere DISPIACIUTI per questa DISCRIMINAZIONE SOCIALE. spero sia solo una svista, che sarà corretta. Buona giornata e come sempre buona vita a tutti.
Domenico Tolve



Nov 29th, 2006 - 12:02 AM
Re: PERCHE' PUNITE ANTONELLO?

I N T E R R O G A Z I O N E

Egr. Sig. Sindaco
Ho avuto conferma, direttamente dal signor Guaglianone Antonello, che l’Amministrazione Comunale, attraverso gli uffici competenti, ha inteso escluderlo dal beneficio degli aumenti stanziati dalla Regione Calabria per i lavoratori socialmente utili.
Non si possono chiudere gli occhi di fronte ad un atto così violento. Consumato nella totale indifferenza dei suoi colleghi di lavoro, dei consiglieri comunali, dei funzionari e dirigenti dei servizi.
Emerge la faccia meschina di un “potere” che mostra la sua pochezza, la sua stupida ed inutile superficialità, il suo vuoto culturale, la sua arroganza.
Sant’Agata non è “un’isola felice”! Rendiamocene conto.
Gli episodi, sempre più frequenti, di teppismo, bullismo, microcriminalità, che si sono manifestati recentemente, sono il sintomo di un disagio profondo che cresce e che trova, spesso, facili e pericolose soluzioni in droghe devastanti, in solitudini deprimenti.
Un problema nuovo e preoccupante di cui non si capisce, o non si vuole capire, la gravità interpretandolo come un normale segno dei tempi, una fisiologica espressione di furia giovanile. Apriamo gli occhi perché il quadro è deprimente! I furbi, i cinici e gli immorali avranno la meglio, se la solidarietà viene calpestata, inghiottita dall’avido impulso di chi, stoltamente, pensa solo a se stesso, ai suoi interessi particolari, ai suoi affari.
Credo sia giunto il momento, caro Sindaco, di guardarti intorno, senza paraocchi e censure. Nessuno vuole usurpare o compromettere il tuo mandato popolare. Ma ci sono problematiche non più rinviabili e tollerabili che vanno coraggiosamente affrontate se non si vuole che il nostro paese scivoli ancora più in basso.
I privilegi, gli egoistici interessi personali, le zone opache di alcuni settori dell’apparato comunale, vanno censurati e colpiti.
Non serve nascondersi dietro il fatto che Antonello non ha maturato le ore lavorative previste per salvarsi la coscienza di fronte ad un decisione moralmente sbagliata.
Negargli un regalo di Natale, a lui e solo a lui, è stata, infatti, una torbida scelta amministrativa che denota la volontà punitiva e l’accanimento verso una persona debole ed indifesa; fumo negli occhi che non potrà mai nascondere all’opinione pubblica i guasti, le deviazioni, i soprusi che si consumano, giorno dopo giorno, ai danni della collettività.
Non saranno, certamente, 900,00 Euro a restituire la serenità, la lucidità, la felicità ad Antonello ma, per carità, accogliamolo con più amore e disponibilità e, non facciamolo sentire, ancora di più, estraneo alla nostra comunità.

Domenico Tolve
Antonio



Nov 29th, 2006 - 10:33 AM
PER ANTONELLO E PER TUTTI NOI

Mi auguro - come chiedono molti - che gli amministratori e i dirigenti responsabili vogliano dare la propria versione su una decisione che appare del tutto ingiusta.
E’ utile e importante comunque – che tutta la nostra comunità si interroghi sul comportamento che essa tiene nei confronti delle persone che per problemi di dipendenza, malattia, povertà, o scelte sventurate si trovano poste ai margini della cosiddetta civile società.
Penso però che insieme alla protesta debba venire anche la proposta: sarebbe meraviglioso se insieme riuscissimo a lavorare – con tutta la discrezione, la delicatezza e l’impegno necessari - per offrire la migliore assistenza e il supporto ambientale, umano, psicologico e materiale necessari a invertire la rotta.
Credo che i santagatesi tutti siano pronti a dare prova concreta della propria sensibilità e umanità.
Ma è evidente che un programma di informazione e recupero di questo livello, implica competenze specifiche e responsabilità che non possono essere improvvisate.
Alessandro Amodio



Nov 30th, 2006 - 11:19 AM
Re: PERCHE' PUNITE ANTONELLO?

ARTICOLO PUBBLICATO, A MIA FIRMA, OGGI 30 NOVEMBRE A PAGINA 26 DE LA PROVINCIA COSENTINA


«Non si tratta così un lavoratore Lsu»
La denuncia dell’ex sindaco Domenico Tolve on line su due siti internet

S. AGATA D’E.

Questa è la storia di A. G. (le sue iniziali sono per ovvie ragioni). Ha poco più di 40 anni e fa il lavoratore socialmente utile. Non ha famiglia ed ha qualche problema, anche in fatto di dipendenza. I suoi problemi sono a conoscenza di tutti. E sarebbe opportuno all’occorrenza far intervenire i servizi sociali. Storie come queste non vorremmo certamente raccontarle. Ci spinge, però, un intervento dell’ex sindaco Domenico Tolve, fatto on line su ben due siti internet. «A. – denuncia Tolve – è l’unico tra i lavoratori socialmente utili a non aver percepito l’aumento di circa 300 (trecento) euro mensili, inviati dalla Regione Calabria al comune. Hanno voluto mostrare i muscoli con il più debole!». La motivazione sarebbe quella «di non aver lavorato per come previsto». Ed in attesa di una risposta ufficiale da parte di chi è preposto Tolve rincara la dose: «Tutto ciò è inaccettabile! A. va aiutato, non punito! E la nostra comunità civile, se esiste, deve alzare la voce e farsi sentire, perché vengano ripristinati i più elementari principi di solidarietà. È vergognoso, mortificante, violento quello che è accaduto. Stiamo davvero toccando il fondo! Se proprio vogliamo far rispettare le regole contrattuali, i doveri e l’etica della pubblica amministrazione; dare l’esempio ad un’opinione pubblica, ormai disincantata, bisogna colpire più in alto e non chi percepisce soltanto un’assistenza che, nel caso specifico, è, socialmente e moralmente, dovuta». Sui siti ci sono già alcune risposte, tra cui c’è chi dice «è l'ennesimo caso di emarginazione sociale, ma non bisogna affossarlo per poi farci assalire dai rimorsi di coscienza». Anche Carmine Sirimarco, che vede la notizia da Milano, non riesce «a credere ad una cosa del genere» e sprona tutti: «Non facciamo cadere il tutto nel dimenticatoio, perché se la notizia è corretta dobbiamo assolutamente fare qualcosa e subito».
Luca Branda



Dec 4th, 2006 - 1:02 PM
Re: PERCHE' PUNITE ANTONELLO?

Caro Antonio,
sono perfettamente in sintonia con quello che dici.
La protesta, giusta quanto più si voglia come in questo caso, affinché non cada nell’oblio, ha bisogno di un seguito, di una proposta, di concretezza.
Le cose che tu scrivi: “la mancanza di supporto ambientale, umano, psicologico”, prima ancora che materiale, sono purtroppo una triste realtà della vita sociale del nostro paesino.
Antonello è solo! Ma prima di essere solo, è isolato da tutti. E come lui i tanti (troppi) che vivono ai margini della nostra comunità, spesso derisi, schifati, offesi nella propria dignità!

Mi viene in mente un amico, che non c’è più. Trascorreva le giornate senza opporsi al tempo che passava inesorabile, solo nella solitudine di sempre. Pochi, pochissimi a chiedergli “come stai? che fai?” quando magari stava nei pressi della nostra piazza o per strada, a tormentarsi con i sui pensieri pieni di rabbia e delusione. Quando ci ha lasciati, nell’incredulità di tutti, la prima cosa che mi sono chiesto e se io, noi, avremmo potuto fare qualcosa per aiutarlo. Si poteva fare tanto e si doveva fare qualcosa, ma purtroppo non si è fatto nulla. E oggi, ahimè, rimane quel vuoto incolmabile, quell’assenza di una persona, perché di tale si trattava; rimane il ricordo di uno come di noi.
Ecco, io credo che alla base di tutto ci sia proprio questo, il fatto di considerare i diversi, i deboli, delle vere e proprie persone. Fino a quando ci ostineremo a non capire e ad accettare che si tratta di persone, che dietro Antonello con i suoi pregi e i suoi difetti si nasconde una persona sensibile, così come dietro ogni emarginato; fino a quando continueremo ad ignorare la loro esistenza, a deriderli e a lasciarli soli; fino a quando la nostra indifferenza e il nostro egoismo non lasceranno posto alla solidarietà, alla tolleranza,alla fratellanza: non potrà esserci alcun’inversione di rotta come da tuo auspicio.

La solitudine attorno a queste persone è una cosa che c’è oggi, ma che c’era anche ieri.
E per carità, non nascondiamoci dietro a un dito. Se oggi alcuni problemi sociali esistono, è perché hanno trovato e trovano spazio in un ambiente favorevole, o meglio non ostile. Senza alcuna polemica, credo che talune ragioni vadano seriamente ricercate nel disagio palese e non nuovo, che attraversa la nostra società. Ed in particolar modo i giovani.

Io vorrei poter andare oltre i tot. euro di aumento, che seppur comodi, non risolvono il problema.
Si sa che non è il denaro a dare la felicità! Credo sia meglio un sorriso, un saluto, un abbraccio…e siamo sempre li: un po’ di solidarietà!
E allora, in concreto, diamo seriamente un aiuto morale e psicologico a queste persone cominciando a non lasciarle più sole, a prenderne ogni tanto conto, a trattarle, appunto, come persone.

Si avvicina il Natale? Bèh, allora facciamo che sia Natale anche per loro! Facciamo che lo passino in mezzo a noi, in mezzo al calore della nostra amicizia! Facciamo che a partire da questo Natale, anzi da subito, queste persone non si sentano più sole!

Non voglio dilungarmi oltre, il mio voleva essere un semplice messaggio. Voglio, per concludere, condividere con voi una canzone di un cantautore italiano, che è una poesia ed in quanto tale carica di un elevato valore etico e morale. È “Un matto ( Dietro ogni scemo c’è un villaggio )” tratta dall’album “Non al denaro, non all’amore né al cielo” liberamente tratto dall’Antologia di Spoon River e pubblicato nel 1971 da Fabrizio De Andrè, un cantautore che sugli emarginati e sui diversi ha scritto tanto.




Un Matto
(Dietro Ogni Scemo C'è Un Villaggio)

Tu prova ad avere un mondo nel cuore
e non riesci ad esprimerlo con le parole,
e la luce del giorno si divide la piazza
tra un villaggio che ride e te, lo scemo, che passa,
e neppure la notte ti lascia da solo:
gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro

E sì, anche tu andresti a cercare
le parole sicure per farti ascoltare:
per stupire mezz'ora basta un libro di storia,
io cercai di imparare la Treccani a memoria,
e dopo maiale, Majakowsky, malfatto,
continuarono gli altri fino a leggermi matto.

E senza sapere a chi dovessi la vita
in un manicomio io l'ho restituita:
qui sulla collina dormo malvolentieri
eppure c'è luce ormai nei miei pensieri,
qui nella penombra ora invento parole
ma rimpiango una luce, la luce del sole.

Le mie ossa regalano ancora alla vita:
le regalano ancora erba fiorita.
Ma la vita è rimasta nelle voci in sordina
di chi ha perso lo scemo e lo piange in collina;
di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia
"Una morte pietosa lo strappò alla pazzia".(Fabrizio De Andrè)
Gaetano



Dec 5th, 2006 - 2:53 PM
Re: PERCHE' PUNITE ANTONELLO?

Ad Antonello mi legano molti ricordi per il fatto di avere la medesima età.
La scuola, le interminabili partite di pallone ed anche la caccia alle lucertole in cui si dimostrava implacabile.
Nel calcio, soprattutto, aveva una marcia in più degli altri: un dribbling secco e rapido, una velocità ed una tecnica sopraffina, come una gazzella che saltava gli avversari ad uno ad uno come birilli.
Il teatro di queste epiche imprese era il “campetto” delle vecchie scuole medie ed anche il "San Nicola", dove meglio sfruttava le sue doti atletiche.
Era un introverso, parlava poco di sé e delle sue cose, spesso si chiudeva nel silenzio.
C’era amicizia ed affetto tra noi, sentimenti che resistono ancora, benché confinati nei pochi attimi in cui abbiamo occasione d’incontrarci.
Partecipo alle sue difficoltà di cui in questi giorni si discute con molta amarezza.
Anche per il modo in cui se ne discute.
Penso che Luca Branda abbia scritto a proposito parole illuminanti, che sottoscrivo in pieno.
C’è un problema di equità nei confronti dei suoi più diligenti colleghi che non può essere semplicisticamente liquidato.
Né si può considerare il bonus che gli si nega, un diritto che gli proviene in virtù di tali difficoltà, al di là del suo effettivo rendimento lavorativo.
Faremmo un torto anche a lui se lo pensassimo davvero.
Altra è la necessità di un’assistenza specifica, che miri al suo pieno recupero, anche attraverso un’integrazione dei suoi redditi, ma che deve avvenire per altre vie.
Questa è la sfida che una comunità consapevole dei propri doveri dovrebbe prefiggersi.


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