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Domenico Tolve

tolve@email.it


Dec 7, 05 - 8:05 PM
La cena delle Nove Cose

Sul libro di Giuseppe Abbruzzo dal titolo " U Misi 'e Natali, nella tradizione popolare del Cosentino " Ed. VAL- Cosenza si legge:

8 dicembre - 'A 'Mmaculata

La seconda festività del mese di dicembre è quella dell'Immacolata Concezione, un tempo venerata in modo particolare. Il 7, vigilia, ognuno si preparava a festeggiarla, dando vita, fra l'altro, ad un mini-cenone pre-natalizio.

Il Padula scrive:

"... dopo la peste del 1656, tutti i comuni della provincia (…) per ordine del governatore D. Francesco Velasquez, fecero pubblico istromento con la Madonna, con cui si promettea: 1) digiuno nella vigilia; 2) confessarsi e comunicarsi; 3) fare la processione; 4) fare tre dì di luminarie; 5) digiunare ogni sabato, e astenersi ogni venerdì dai cibi pasquali…" (1).

Ecco perché la vigilia dell'Immacolata era tanto sentita e le anziane, ricordavano ai giovani:

Tutt"i vijìdii su' rispettàti,
màssima chilla 'e da Mmaculàta (2).

Il digiuno alla vigilia veniva praticato, ma per onorare la cena. In quanto alle luminarie i "tre dì"
venivano osservati - come già precisato - per ogni festività.
La processione era seguita con devozione.

Nella parte del libro che narra i preparativi della Vigilia di Natale, invece si legge:

Dovunque fervevano i preparativi per il cenone. Le "pitànzi" (pietanze) dovevano essere nove: "'i novi cosi", ossia tante quanti i mesi di gestazione. In alcuni paesi il numero delle portate è tredici: sembra in riferimento ai tredici apostoli. A Cassano J. le nove pietanze consistevano in: spaghetti con alici, baccalà fitto e in umido, broccoli, finocchi, sedano, olive, arance, pere.
Il prepararne meno, comunque, avrebbe portato male e così anche per questo scattava la solidarietà: tra vicini avveniva lo scambio di prodotti, per raggiungere l'impegnativo numero. Gran da fare in tutte le cucine per un menu a base di baccalà preparato in modi diversi; pesce; spaghetti con la mollica di pane abbrustolita e conditi col sugo di baccalà o spaghetti alle noci; zucca fritta; broccoli, preparati in modi diversi, ecc., ecc., ecc.

Sarebbe utile approfondire, alla luce di quanto sopra,attraverso una seria ricerca storica, le origine delle nostre usanze.

Micuzzo
Antonio



Dec 12th, 2005 - 4:18 PM
Re: La cena delle Nove Cose

Caro Micuzzo,

ho letto con piacere e grande interesse questo e gli altri interventi postati da te e Maria Antonietta sul tema tradizioni santagatesi. Grazie davvero.
Concordo con te sul fatto che sarebbe davvero utile approfondire la conoscenza e le origini delle nostre usanze.

Intanto, già parlarne su questo forum, credo sia molto positivo. Certo, questo non è uno strumento di ricerca, e probabilmente le tradizioni possono continuare a vivere tranquillamente anche senza che se ne parli su internet… Ma credo che la crescita sociale e culturale di una comunità passi anche attraverso quel “senso di appartenenza” quella forma di identità che - dove non diventa “esclusione del diverso” – rappresenta un valore che anche un forum internet può contribuire a mantenere.


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