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Gaetano



May 27, 05 - 9:12 AM
I racconti del venerdì: Sant’Agata ai tempi della “Mazzini”

Quest’anno ricorre il bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini, una delle più eminenti figure del nostro Risorgimento. A questo proposito si prevedono in tutta Italia celebrazioni ed iniziative di vario genere.

Anche nella nostra Sant’Agata qualcosa di importante si legò al nome del grande patriota: la fondazione della "Società Operaia di Mutuo Soccorso G. Mazzini" avvenuta nel lontano 1909.

La “Mazzini” evoca ancora nella memoria popolare i furibondi contrasti che la videro contrapposta ad un’altra organizzazione ad essa molto affine, la “Popolare”.

Ripensando alla nostra storia recente, ciò confermerebbe una certa propensione alla litigiosità insita nella nostra popolazione e nelle forze politiche e culturali che la rappresentano.

In realtà, gli accostamenti tra epoche diverse non servono a molto, se solo pensiamo agli esiti di tali profonde contrapposizioni: quanto avvenne all’epoca della “Mazzini” e della “Popolare” contribuì enormemente a modernizzare e far progredire la nostra comunità, ancora intrisa di forti residui feudali; le polemiche degli ultimi decenni hanno invece contribuito a svilirla, depauperarla e soprattutto indebolirla al cospetto di uno sconvolgimento epocale come l’invaso.

La società “Mazzini”, come sottolinea Don Antonio, diede “un grosso contributo alla elevazione civile, morale ed economica della comunità santagatese" (Sant'Agata, Una Pieve sull'Esaro, pag. 372-373).

Da essa scaturì, per esempio:
- la costituzione del Patronato dei poveri, una sorta di moderno Ente Non-Profit che prevedeva la sussistenza e l'assistenza dei poveri e degli infermi.
- la costituzione della Banca Cooperativa di Sant’Agata di Esaro, sotto la direzione di Amedeo Calcarami.

La figura del Calcarami, in particolare, andrebbe meglio analizzata.
Egli si era trasferito a Sant’Agata avendo sposato una discendente di una delle famiglie della nobiltà locale.

L’ingresso nell’ “alta società” santagatese di quest’uomo intraprendente contribuì probabilmente a scompaginarne i già precari equilibri.
Non dimentichiamo che nel 1905, anche da noi, erano scoppiati i moti contro il “carovita”, per cui in questi ambienti era viva la preoccupazione per la diffusione delle istanze socialiste.

L’attività della “Mazzini” obbediva quindi ad una logica evolutiva e solidale nei rapporti tra i vari ceti sociali, con un occhio di particolare attenzione alle sempre più cospicue rimesse degli emigrati “americani” che la nuova banca intendeva incanalare.

Un tale “politica” incontrò forti resistenze all’interno di quella ristrettissima èlite che formava la “classe dirigente” di quei tempi.
Ciò spiega in parte i pessimi rapporti con la “Popolare”.

La sfida della “Mazzini”, comunque, contribuì non poco al superamento dell'ancien règime, la cui sintesi più emblematica è raffigurabile nel cambio della guardia alla carica di Sindaco.

Infatti, dopo oltre venticinque anni di quasi ininterrotto servizio, Carmine Salvatore Pisani nel 1910 lasciò la carica al giovane Giovanni Caglianone.

Ritornando, infine, all’anniversario di Giuseppe Mazzini, oggi si può riscoprire attraverso i suoi scritti "un pensatore lucido ed incisivo, capace di offrire indicazioni anche al nostro tempo, così come nel passato ne fornì ai Repubblicani storici ed al Partito d'Azione" (R. Bodei, Il Sole 24-Ore 15/05/05).

A proposito, nell’elezioni del 2 giugno 1946 per l’elezione dell’Assemblea Costituente, a Sant’Agata si contarono 36 voti a favore del Partito d’Azione, mentre nel Referendum, la Monarchia prevalse sulla Repubblica per 870 voti contro 559.
S.Agata



Jun 2nd, 2005 - 5:49 PM
Re: I racconti del venerdì: Sant’Agata ai tempi della “Mazzini”

Caro Gaetano,
Lo sai che la Mazzini, presumibilmente era una società massonica, tant'è che a Sant'Agata la Via (del) Sole forma una mezza luna che si chiude con via Campanella che completa il compasso...
Questa è una chicca che pochissimi sanno. Le mie carte su Sant'Agata contengono materiale per diversi venerdì...
Gaetano



Jun 3rd, 2005 - 10:21 AM
Re: I racconti del venerdì: Sant’Agata ai tempi della “Mazzini”

Tutto è possibile, per carità!
Alcuni elementi mi fanno però dubitare:

a) il sostegno inequivoco alla Mazzini da parte dell'allora arciprete Caselli (sulle cui fonti si è documentato Don Antonio). Ti ricordo che a partire dal 1884 con l'enciclica "Humanum Genus: "CONDANNA DEL RELATIVISMO FILOSOFICO E MORALE DELLA MASSONERIA" da parte di Papa Leone XIII, la Chiesa aveva sferrato un violento attacco contro questa organizzazione.
Mi pare davvero inverosimile che l'arciprete Caselli, uomo di notevole levatura intellettuale, possa aver avallato l'iniziativa senza comprenderne i presunti retroscena da Te supposti;

b) la stessa idea d'intitolare la società al Mazzini mi pare anch'essa sintomatica.
Esiste, è vero, tutta una storiografia non accademica tendente a far rientrare non solo il fenomeno mazziniano, ma anche tutto il nostro risorgimento (incluso Cavour) nell'alveo della Massoneria.
Si tratta, però, di congetture che non hanno trovato riscontri tali da essere legittimate nella letteratura storiografica "ufficiale" dove, peraltro, si presenta talvolta Mazzini in chiave antimassonica.

Comunque, se come affermi, sei in possesso di "carte" così importanti mi sembra doveroso tirarle fuori e metterle a disposizione di tutti.

Magari utilizzando lo spazio del venerdì (o del giovedì, sabato...) sul quale non ho alcuna esclusiva.

Ogni contributo serio e documentato è un atto d'amore verso la nostra gente, come un piccolo seme che può dare grandi frutti.
S.Agata



Jun 3rd, 2005 - 7:09 PM
Re: I racconti del venerdì: Sant’Agata ai tempi della “Mazzini”

Caro Gaetano,
Don Antonio nel suo studio ha fatto un'immane lavoro, rigoroso dal punto di vista storico, secondo il metodo storico delle fonti ma da un punto di vista storiografico non ha voluto di certo esprimersi.
Questo per diversi motivi, che cerco di interpretare:

1) Egli si è preso il compito di ricostruire la storia in un contesto «Sine patre, sine matre, sine genealogia». Le fonti dello storico richiedono approfondimenti nei contesti non ufficiali...

2) Il suo cursus studiorum di certo non prevede metodi speculativi di impronta illuministica.

Ritornando alla Mazzini, non ti deve meravigliare più di tanto che l'arciprete del tempo fu uno dei promotori... Tu / non vi è bisogno che te lo ricorda / conosci il caso Ior...
Da un punto di vista storico vi sono riscontri così attendibili, le carte cantano, ma non posso metterle a disposizione perchè potrebbero coinvolgere persone decedute da poco...
L'unica dritta che ti posso dare è questa: negli anni '60, la politica locale vide dei cambiamenti a 360°, anche qualche famiglia notabile che aveva mani in pasta nella Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania, sparì dalla scena politica locale...
Tra l'altro io sono in possesso di tanto materiale, ma anche degli abiti usati nelle cerimonie segrete...
massimo



Jun 4th, 2005 - 8:07 PM
Re: I racconti del venerdì: Sant’Agata ai tempi della “Mazzini”

Discussione molto interessante continuate. Massimo
Gaetano



Jun 6th, 2005 - 11:43 AM
Re: I racconti del venerdì: Sant’Agata ai tempi della “Mazzini”

Caro amico,
anch’io penso che il rigoroso lavoro fatto da Don Antonio sia più che ottimo, tant’è che lo cito in continuazione.

Si tratta del migliore regalo (tra i tanti) che egli ha fatto alla nostra comunità.
Dovrebbe trovare posto in tutte le nostre case e letto in tutte le nostre scuole.

Insieme al generoso tentativo di Fiorenzo, “Una Pieve sull’Esaro” costituisce una base formidabile per conoscere le nostre radici e la nostra storia, anche recente.

L’opera di Don Antonio è appassionata, ma volutamente distaccata.
Pur vivendo tra noi da oltre cinquant’anni, nel suo intento non c’è alcuna concessione a vulgate prive di necessari riscontri, ogni ipotesi è misurata attentamente, quasi asetticamente.

Egli, peraltro, non nasconde la sua particolare visuale presente già nel titolo.
Questa pieve che ha aggregato una comunità, che ha segnato spiritualmente un territorio ed i suoi principali toponimi è un dato da cui non possiamo più prescindere.

Semmai, ciò che a quest’opera deve accompagnarsi è un lavoro che scavi nel profondo delle dinamiche sociali di questo paese, che si ponga l’obiettivo di ricostruire l’ascesa ed il crollo di classi dirigenti (perdonami, non solo su basi esoteriche), che miri ad individuare come, quando e perché alcune “mentalità” che tuttora ci caratterizzano si sono consolidate.

Questa operazione non è priva di difficoltà, né può essere distaccata ed asettica.

E’ una via, però, che ci consentirebbe di verificare, più di progetti o piani d’azione, se questa nostra comunità possiede ancora le energie necessarie per guardare al futuro.
S.Agata



Jun 6th, 2005 - 7:52 PM
Re: I racconti del venerdì: Sant’Agata ai tempi della “Mazzini”

Non è certo facile trovare chi scriva su S.Agata... Seriamente, con rigore, e con quella giusta competenza e responsabilità.
La vita è vissuta in modo verticale ed è difficile mettersi con la schiena giù e scavare con la picozza per una ricerca ideale ma per un pubblico limitato soprettutto nel numero.
La storia recente non è da considerarsi storia bensì cronaca... La storia ha altri filtri, altri stili, altre fatiche...
Nè credo alle storie collettive, mi spiego, scritte a più mani... Non dimentico un recente convegno di Urbano Gaeta che proponeva ciò!
In merito alla attività si SantagataViva mi permetto di suggerire un impegno verso la cultura tout court e anche verso le altre attività.
Anche nello stile la fatica è diversa... Oggi vediamo decine di forum animati da intellettuali su svariate materie. Ma se questo (lo storico) è classificato un lavoro richiede sudore...
Stimoliamo comunque dibattiti del genere, non è facile, ma daremo un giusto sprone a ciò che può armare una comunità di strumenti idonei per un futuro possibile!!!
Gaetano



Jun 7th, 2005 - 10:16 AM
Re: I racconti del venerdì: Sant’Agata ai tempi della “Mazzini”

Mi piace questo Tuo riferimento alla storia “corale”.
Durante i miei anni di liceo ho avuto la fortuna di frequentare molti amici di Morano Calabro che coordinati da un maestro impareggiabile come il Prof. Mainieri hanno dato vita ad un museo etnografico di straordinario interesse che ora è una delle perle di questo bellissimo comune.

Anche da noi c’erano le energie intellettuali necessarie per realizzazioni di questa portata.
Una generazione nuova e preparata di intellettuali riunita attorno al Circolo Culturale Artemisia.
Una gioventù vivace con capacità superiori nella media a quelle di tutti i paesi vicini.

Queste due straordinarie opportunità non sono state colte, non hanno interagito.

Il nucleo degli intellettuali si è progressivamente dissolto nelle nebbie di una politica sterile ed autolesionistica che ne ha fagocitato, con tutte le conseguenze che conosciamo, idealità e propositi.

I giovani, salvo qualche sussulto episodico, hanno trovato in maggioranza nell’emigrazione l’unica risposta possibile.

Penso che questo sia il fallimento più grande della nostra storia recente, che fa giganteggiare una figura semplice ma realmente vicina alla gente come Carpino, al cospetto dei suoi più titolati successori.
hardhead



Jun 7th, 2005 - 4:09 PM
Re: I racconti del venerdì: Sant’Agata ai tempi della “Mazzini”

E' singolare osservare che mentre in tutta Italia vi fosse il predominio della repubblica, a Sant'Agata prevalesse la monarchia.E' un'altro segno dei tempi e di quella tendenza tanto diffusa del nostro paese di arrivare sempre con un attimo di ritardo.
Curioso



Jun 7th, 2005 - 4:15 PM
Re: I racconti del venerdì: Sant’Agata ai tempi della “Mazzini”

Quando dici Carpino ti riferisci al vicesindaco Giovanbattista Carpino?
Cosa ci puoi dire sulla sua figura?
Marcovaldo



Jun 8th, 2005 - 9:45 AM
Re: I racconti del venerdì: Sant’Agata ai tempi della “Mazzini”

Caro Sirimarco, è vero le persone vicine alla gente, soprattutto quando ooccupano posti di potere, sono degne di stime. Altra cosa però è amministrare una comunità anche piccola come la nostra. Non ho capito in cosa Carpino sia stato un grande, nello stare vicino alla gente? Boh, mi sembra riduttivo, perchè allora che dire di un grandissimo della nostra comunità, cioè il Professore di Chiodo??? Io penso che un probabile circolo a Sade dovrebbe essere intitolato a lui, anche se la sua famiglia porta pochi voti...(Medita Tolve medita). Ma nel nostro paese non si può fare nulla, siamo capaci di fagocitare tutte le nostre rivoluzionarie imprese (es. Bande musicali, cinema, Gruppo culturale, circolo professionisti, sezioni di partito,ecc.)
Reggono solo il JUVECLUB grazie a Walter, La Misericordia, di cui la comunità si disinteressa e poco altro. Cme vuoi che si vada avanti..?.
Massimo Gallo



Jun 8th, 2005 - 3:19 PM
Re: I racconti del venerdì: Sant’Agata ai tempi della “Mazzini”

Caro MARCOVALDO,
mi piacerebbe sapere chi sei perchè la tua riflessione su mio zio ( prof. Chiodo ) Carmine Servidio fratello di mia nonna è importante, perchè come facevi notare forse la nostra comunità si è un po dimenticata di queste persone che sono state vicino alla gente bisognose e li hanno aiutate, mio zio per anni ha aiutato persone quando sapevano leggere e scrivere in pochi a sant'agata e tanta gente si rivolgeva a lui per leggere la posta che arrivava e smistava le varie pratiche.
Massimo
Elvira Rumbolo Ranuio



Jun 9th, 2005 - 1:28 AM
Re: I racconti del venerdì: Sant’Agata ai tempi della “Mazzini”

Caro MARCOVALDO,
ti spiego io che sono la figlia in cosa è stato grande Carpino,mio padre:
Intanto il suo coraggio lo ha dimostrato quando tutti si sono dileguati e lui, pur non avendo avuto la possibilità di studiare, visto i tempi difficili, si è assunto la responsabilità di portare avanti un paese allo sbando, da solo, con la sua semplicità ma con altrettanta caparbietà quando il caso lo richiedeva, stando vicino alla gente per aiutarla e servirla. Il solo coraggio di amministrare una comunità, stargli vicino, è già di per sé sinonimo di grandezza in un’epoca dove i politici di professione dopo essere stati eletti si ergono su un piedistallo ignorando i problemi della gente. Inoltre Carpino era una persona corretta, giusta, di alta moralità e coerenza, come molti ancora oggi ricordano. Infatti a 27 anni dalla sua scomparsa ancora si parla di lui.
La tua ironia nei confronti di una persona che non è più fra noi è di pessimo gusto, inoltre ancora peggiore è la tua classifica di merito fra due persone ( Il professore di Chiodo e Carpino) che ognuna a proprio modo ha dato un grosso contributo alla nostra comunità. Infine invece di sottolineare la “ grandezza” di persone scomparse, sottolineerei la “bassezza” di persone come te che si nascondono dietro uno pseudonimo giudicando gratuitamente l’operato di chi avrebbe molto da insegnargli se fosse ancora in vita.

Elvira Rumbolo Ranuio
S.Agata



Jun 9th, 2005 - 6:57 PM
Re: I racconti del venerdì: Sant’Agata ai tempi della “Mazzini”

Caro Gaetano,
Due fatti delittuosi furono compiuti nel secolo volto alle spalle che ben si collegano alla discussione di cui sopra.
Agli inizi del 900 a causa di motivi legati a questioni "finanziarie" un signore di Sant'Agata venne ritrovato suicida in un albergo di Cosenza.
Ma fu suicidio o omicidio? (Basterebbe leggere le carte... ma ancora non è tempo! per motivi - come ti dicevo - legati al poco tempo trascorso)
A circa metà del secolo un incidente automobilistico stroncò la vita ad un politico di sant'Agata. Ma fu incidente o omicidio? (le tetimonianze di cui sopra ne parlano con dovizia ma i motivi di cui sopra...)
Il Novecento fu per sant'Agata un secolo pieno di misteri ma la cosa più strana tutti i misteri furono tutti sepolti e chi potrebbe scrivere una storia patria completa?
Marcovaldo



Jun 9th, 2005 - 7:27 PM
Re: I racconti del venerdì: Sant’Agata ai tempi della “Mazzini”

Mi spiace avere, con quello che ho scritto, urtato la suscettibilità di qualcuno. volevo dire solo che dire che una persona è stata grande perchè è stata vicina alla gente mi sembra riduttivo, soprattutto per il signor Carpini (buonanima) con cui il sottoscritto, allora bambino, aveva anche un buon rapporto. Non volevo offendere nessuno, giuro, mi dispiace avere scritto così male quello che volevo dire tanto da essere frainteso.


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