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Gaetano



Feb 11, 05 - 12:22 PM
I racconti del venerdì: “1918, la Spagnola”

Sin da bambino, per me quella delle zie in piazza è come una seconda casa.

In inverno, in quella grande camera al primo piano c’era sempre in mezzo un bel braciere acceso con sopra lo “scarfapanni” di metallo, attorno al quale ci si riuniva regolarmente a chiacchierare, a dire il Rosario, a lavorare in compagnia delle varie “discipule” che lì andavano “alla mastra”.

Sulle pareti vigilavano gli sguardi severi dei miei nonni e bisnonni, in specie quelli di Gaetano Morano con i suoi inconfondibili baffi all’insù.

Penso che la passione per le storie di un tempo mi sia nata proprio dalla continua visione di questi miei antenati e dal sentire racconti che facevano rivivere antiche memorie familiari.

Come, per esempio, quella della terribile epidemia della “spagnola” che contò tra le sue vittime proprio una mia bisnonna e che, a cavallo tra il 1918–19, uccise più di 20 milioni di esseri umani in Europa e nel resto del mondo.

Questa malattia benchè rilevata negli USA, venne battezzata ufficialmente “spagnola” (ma anche “febbre dei tre giorni”) perché la prima segnalazione della sua comparsa era pervenuta proprio da quel Paese.
L’epidemia, forse portata dai militari americani, divampò in Francia e si diffuse inarrestabile in tutta Europa. Una volta infettati, la morte sopraggiungeva in pochi giorni senza possibilità di cura alcuna.

Nel novembre del 1918, mentre finiva la prima guerra mondiale, la Spagnola raggiunse la fase più acuta.

Anche da noi, come abbiamo visto, dove i decessi, rispetto all’anno precedente, aumentarono complessivamente del 150%.

Con l’inizio del 1919 il focolaio dell’infezione si esaurì rapidamente.

Allo scampato pericolo la gente reagì come sapeva, con una straordinaria iniezione di vitalità, tanto che negli anni successivi il tasso di natalità crebbe vertiginosamente.

A Sant’Agata, dai 54 nati del 1918, si passò ai 66 del 1919, ai 104 del 1920, ai 122 (centoventidue) del 1921!

Quest’ultima cifra ci pare oggi davvero inverosimile, se solo pensiamo che nel 2002 le nascite registrate al Comune di Sant’Agata sono state appena undici, di cui tre maschi ed otto femmine.

Ma questa non è storia, è la malinconica realtà che abbiamo sotto gli occhi.


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