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admin

Città: PG-MI-SAdE


702 Messaggi

Inserito il - 11/03/2009 : 10:21:57 (5737)  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di admin Invia a admin un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
riproponiamo in questo forum specifico una discussione attiva sul forum generale. (admin)


Gaetano
Regione: Lombardia
Prov.: Milano
Città: Gessate

Inserito il - 09/03/2009 : 14:41:11

“Il suo paese era di là dalla montagna, e qua risentiva la primitiva impressione di essere ancora forestiero.
Egli non viveva che di là da quel diaframma di monti, attraverso cui gli sembrava di sentire le voci disperse nella sera e il familiare rumore del fiume. Quello e non altro era il suo paese.
Una volontà di vita percorreva il suo sangue, e un desiderio di dissolversi nella sua terra.
I monti acquistavano le parvenze che egli conosceva; a uno svolto si parò davanti la sua montagna in mezzo agli altri monti: alta, solenne, coi fianchi materni, che era quella e non altra, diversa da tutte quelle che erano intorno, costruita in modo diverso, con tutti i suoi massi lucenti che alle altre mancavano, con le macchie d’alberi che avevano un’animazione diversa da tutti gli alberi del mondo.
Babe pensava: “Che cosa farò qui? Chi mi riconoscerà?”
Invece lo riconobbero. Da tutte le soglie si staccavano uomini che gli andavano incontro fissandolo.
Si ricordavano di averlo visto partire. Sembrava ieri.
Nella faccia di tutti quegli uomini ritrovava i caratteri della sua razza con una insofferenza fraterna.
Si aprivano le bocche che egli conosceva, gli sguardi che egli sapeva leggere.
Vedeva se stesso riflesso in ognuno di loro..”


Corrado Alvaro, “Il mare”


Ancora una volta, Alvaro affronta il tema del ritorno.

Questa volta è il protagonista del bellissimo “L’uomo nel labirinto”, quarto ed ultimo racconto de “Il mare” (1934), che vede dissolversi la sua vita, gli affetti, ogni sua aspettativa, nel labirinto inestricabile di una città.

Quando ormai non gli resta che poco da vivere decide di tornare al paese, quasi senza un perché.

Come se salissimo insieme a lui la strada di Belvedere, possiamo immaginare la barriera di montagne dietro la quale sentiamo già Sant’Agata. Poi dopo un po’ di curve appare la nostra Montea “alta, solenne…”.

Quindi la piazza, con le tante persone di cui sappiamo leggere ogni sguardo...

Questo e non altro è il nostro paese.

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marilena

Regione: Lombardia
Prov.: Milano
Città: meda

Inserito il - 10/03/2009 : 21:31:50

Ciao Gaetano,
questo ultimo passo di Alvaro è ancora più bello e vero degli altri.
Come non sentire familiari questi scenari e profondamene toccanti le parole con cui li descrive.

Ho percorso la strada da Sant'Agata a Diamante per cinque anni, puoi immaginare la bellezza e la varietà di colori e paesaggi delle nostre montagne e poi del mare, che ogni mattina ritrovavo.

E che dire dei lunghi pomeriggi che ancora oggi trascorro con le mie care vecchie zie, sedute "sutta a pirua", ore di chiacchiere ma anche di silenzi, fino a che l'ultimo raggio di sole scompare dietro "a cannicella" e le prime "neglie" delle sera si affacciano.

Questo e non altro è il nostro paese.


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carmelo-rossella

Regione: Lombardia
Prov.: Milano
Città: novate milanese

Inserito il - 11/03/2009 : 00:45:52

" MA SE L'ORIZZONTE E' TUTTO D'ORO, E LA MIA GENTE CANTA DURANTE IL LAVORO, MI SENTO NEL CUORE UN GRANDE AMORE PER IL PAESE DOVE SON NATO (A.Daolio G.cortesi)....ciao e grazie gaetano e marilena....carmelo

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domenico tolve

Regione: Calabria
Prov.: Cosenza
Città: sant'agata d'esaro

Inserito il - 11/03/2009 : 09:23:58

Belvedere è ormai sospesa sul mare. sullo sfondo i monti che costeggiano il golfo sono incastonati nel cielo sereno di questa notte di maggio. Largamente disteso, il Tirreno è tranquillo e disegna un arco più scuro del cielo che è,turchino e trasparente, come una bilia di vetro. Le luci delle case potrebbero rimanere spente per le stelle che posso contare in cielo, mentre percorro la strada che si alza sulla vallata di Sangineto. Si insinua nella montagna, tra sbuffi di pini e rosmarini e ginestre, che sono ombre lunghe nella notte e si moltiplicano tra i boschi, dentro i sentieri resi bianchi dalla luna e si lascia camminare, fino al passo dello Scalone, come il cuore di una madre. Ultimi sguardi lasciati tra cielo e mare, persi verso l'orizzonte; lunghi profumati respiri di resine ed essenze primaverili. Ed infine là, dove la spinta primordiale ha deciso di fermarsi, il fiume, senza tempo, scava nell'altro versante con il fragore di un uragano. Aceri, pioppi e querce si chiudono a volta, mi avvolgono…, i loro rami tra le stelle…, e sono a casa. Profumo di muschi e viole…E' amore! Non faccio fatica a riconciliarmi con Dio. Lo sento nel cuore come la malinconia del tempo che è passato. Il sipario si apre sulla valle dell'Esaro, lo sguardo si ferma sui monti intorno che sono sagome enormi, scure, disegnate nel buio. Sant'Agata appare e scompare tra i tornanti, immota e viva come non mai. Entro nelle sue luci gialle e fioche, giù verso il Camposanto e le Sette Fontane, fino alla Madonnina. La prima piazza da dove si tocca la cima di Montea mi appare, sospesa sulla vallata, come in un racconto di tanti anni fa : «Non ci sono case giù per i fianchi della provinciale e questo piano improvviso tra le montagne dà riposo».
....Da anonimo.
Anche questo è il nostro paese?
dtolve


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"Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer".

(Arthur Bloch)
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