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Gaetano


Regione: Lombardia
Prov.: Milano


255 Messaggi

Inserito il - 05/03/2007 : 09:53:43 (6473)  Mostra Profilo Invia a Gaetano un Messaggio Privato
Caro Alessandro, permettimi di dissentire.

Secondo la mia prospettiva, che non è quella del giornalista, le parole forti usate recentemente dal Sindaco hanno poco o nulla di provocatorio.
Esse vanno comprese nel quadro più vasto di una storia politica e amministrativa ultra-trentennale nella quale la costruzione dell'invaso ha assolto la funzione di catalizzatore unico delle opzioni di sviluppo della nostra comunità.
Una storia politica e amministrativa che non è evidentemente propria solo del Sindaco, ma che ha investito tutta una generazione, quella nuova generazione di intellettuali di varia ed anche opposta estrazione politica che aveva dato vita al circolo culturale "Artemisia" ed all'omonimo periodico, pubblicato nel 1975.

Allora a Sant'Agata non si viveva male. Molti emigrati erano sulla via del ritorno (non Vi annoio con le relative statistiche).
Oltre alle aspettative create dall'invaso, c'erano anche le tante imprese artigiane locali che stavano giovandosi dello sviluppo del turismo costiero.

A scuola, frequentavo le elementari, ricordo nitidamente una recita di Natale nella quale partecipavamo al dramma per noi lontano della chiusura di alcune imprese del nord e della cassa integrazione dei relativi operai.

Il nostro paese, invece, cresceva: nel numero dei negozi, nella scuola a tempo pieno, nelle tante nuove case che si costruivano, nel pulmanino giallo che attraversava le nuove strade rurali e ci portava tanti nuovi amici dalle campagne, in quella nuova illuminazione e relativo palco per la festa del nostro Patrono ideata dal Maestro Borrello e costruita nell'entusiasmo generale con l'apporto di tutte le nostre qualificate maestranze.

Seppure tra normali tensioni politiche si respirava un clima di concordia che non veniva intaccato nemmeno dalla rigida e composta determinazione dell'opposizione a votare negativamente su ogni iniziativa dell'allora prima giunta Fasano, di cui già faceva parte Carmine Arcuri, insieme ad alcuni esponenti "storici" della DC locale.
Un mix vincente di innovazione e tradizione, di educazione e preparazione, sebbene in tale quadro idilliaco si annidassero contraddizioni ed insondabili rivalità che esplosero man mano che la prospettiva dell'invaso si percepiva come sempre più realizzabile.

Agli occhi di quasi tutti, sull’altare dell’invaso si poteva sacrificare gran parte del nostro territorio e dobbiamo solo alla determinazione di Carminuccio, allora Comandante della Forestale, se fu arrestato il preventivato flagello della “renazza” destinata a diventare cava della costruenda diga.

Come lo era strategica per la Calabria, ancor più quest'opera lo era per il nostro paese: la nostra "occasione storica" o come ben più saggiamente ci confidava il compianto Mario Gallo, il nostro "biglietto della lotteria" che poteva risolvere ogni nostro problema ma anche rivelarsi una pericolosa incognita per la stessa sopravvivenza del paese.

E' fuor di dubbio che all'appuntamento con la storia, quando esso finalmente si veniva concretizzando, ci si presentò con troppa baldanza, confidando forse troppo ingenuamente nelle capacità dialettiche e nei rapporti costruiti a più livelli da tale elite amministrativa.

Purtroppo, come molto più tardi venimmo a sapere, il progetto, di per sé non privo di fondamento e giustificazione economica, cadde nelle maglie di quell'oscuro baratro della spesa pubblica che indirettamente foraggiava il sistema dei partiti, ai quali, evidentemente poco importava della sua concreta utilità e della sua rapida realizzazione.

A tanti anni di distanza a farne le spese è rimasta solo la nostra comunità, nei termini efficacemente e drammaticamente descritti dal Sindaco Arcuri.

Nelle sue parole colgo rispettosamente quasi la certificazione della fine di un sogno, di un'illusione e forse di un'epoca.

Che il prezzo pagato per raggiungere la meta (se mai verrà) non sarà mai tale da ripagare i sacrifici patiti, lo sfascio ambientale, sociale ed economico perpetrato ai nostri danni.

In tale consapevolezza si legge pertanto il fallimento delle speranze di una generazione che avrebbe dovuto e potuto sottrarsi all'inutile e beffardo teatrino dei politici provinciali, regionali e nazionali che in questi ultimi decenni hanno alimentato speranze e le hanno lasciare colpevolmente decantare.

Con la disarmante sincerità che gli è propria, il Sindaco denuncia la profonda solitudine in cui è lasciata la comunità che egli rappresenta.

Manca, però, ancora una “basta”, forse ancora più impegnativo: quello ad una politica locale litigiosa ed inconcludente che, di fatto, seppur inconsapevolmente, si è resa complice di tale stato di cose.

Occorre allora individuare, responsabilizzare e far crescere una nuova generazione di giovani che sappiano vedere ed andare oltre l’invaso, che sappiamo mobilitare le energie che ancora ci sono e recuperare lo spirito unitario delle manifestazioni del 1984.

Ciò richiede per alcuni una dose supplementare di coraggio ed amore per questa terra: un definitivo “passo indietro”.

Gaetano

domenico tolve


Regione: Calabria
Prov.: Cosenza
Città: sant'agata d'esaro


44 Messaggi

Inserito il - 06/03/2007 : 14:34:10 (6472)  Mostra Profilo Invia a domenico tolve un Messaggio Privato
«l'intellettuale non può essere uno spettatore passivo, un testimone del nulla. Neanche quando, citando esclusivamente i morti, addossiamo loro colpe in gran parte nostre, processiamo le loro intenzioni (di quando erano in vita,intendiamo dire), e li mettiamo maramaldescamente alla gogna.
I testimoni muti sono come quelle che Elias Canetti definisce "creature che vivono in un intervallo di tempo che corre accanto al nostro, lo interseca senza sfiorarlo, come se esistessero ombre del tempo che si fanno un mondo tutto per sé"».
Domenico Tolve


dtolve
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Profilo Utente n/a



215 Messaggi

Inserito il - 06/03/2007 : 17:36:17 (6472)  Mostra Profilo Invia a Profilo Utente n/a un Messaggio Privato
Caro Gaetano, capisco il tuo pensiero.
Ma permettimi di dirti che considero - almeno personalmente - ormai anacronistiche alcune cose. Se oggi si vogliono riprendere, intanto bisogna averne non solo le occasioni ma soprattutto le persone (e i giovani che sembrano avulsi dalla realtà) che se ne occupano.
Spesso, su questo sito, sento parlare di fare "passi indietro", di pensare ad "un nuovo che avanza", di cercare di "eliminare" una classe politica obsoleta non più degna di questo nome.
Ebbene, credo che queste cose non si facciano d'incanto e per partito preso.
Uno non può alzarsi la mattina e dire: da oggi comando io perchè gli altri hanno dimostrato di non valere più.
Il messaggio che ci consegna il sindaco può anche essere - come tu dici - di solitudine, ma anche di voler cercare un approccio ed un dialogo con le nuove generazioni.
In tanti giovani di oggi, infatti, non si può vedere neanche chi getta un sasso nello stagno, stuzzica una argomentazione e poi magari si nasconde facendo, da terzo incomodo, litigare gli altri.
Oggi, quasi quasi, si attende la "manna dal cielo" perchè chi finora ha rappresentato, bene o male, la politica a Sant'Agata dovrebbe cedere il passo.
Ma la politica - pur litigiosa e controversa quanto possa essere - non si fa così.
Io penso, molto modestamente, che il sindaco abbia voluto dire che se fra qualche anno avrà fatto il suo tempo, come potrebbe essere, chi si occuperà di queste cose?
All'orizzonte, infatti, si vedono soltanto personaggi che hanno sete di potere ma non di apprendere da chi la politica la tesse ancora oggi. E questo a prescindere da destra, sinistra o centro.
E per la serie nessuno "nasce imparato" non si può arrivare al protagonismo eccelso solo perchè uno studia all'università oppure vive in un'altra realtà e poi arriva a Sant'Agata e, con la bacchetta magica, risolve d'incanto i problemi.
Il popolo di Sant'Agata nel 2004 ha "bocciato" i pendolari della politica probabilmente perchè i problemi vanno vissuti dal di dentro, combattutti, esternati, vituperati, sofferti e poi magari risolti. Ancora oggi, quindi, invece, di mettere una pietra sopra al passato e cercare un dialogo produttivo con chi ha perlomeno l'esperienza si "rifiuta" il dialogo, il confronto, il sedersi intorno ad un tavolo per cercare di dare soluzioni ai problemi.
Non basta essere "ognuno per se e Dio per tutti", cosi non si va da nessuna parte: i problemi restano irrisolti e soprattutto con i litigi e le invettive personali che prendono il sopravvento.
Personalmente sono stato sempre contrario alla politica contro la persona. O meglio la capisco, forse, in campagna elettorale. E questa si farà nel 2009, non oggi.
Oggi, invece, si deve pensare a costruirla una qualche occasione anche in antitesi ed in alternanza a chi fa ancora politica.
Ma bisogna, pur sempre, confrontarsi e dimostrare di esserne migliore attraverso i fatti e non con semplici proclami da bar.
L'estate scorsa un caro amico comune esclamava: "Mi sembra di essere tornato indietro di trent'anni, cioè al 1975 quando iniziava una certa epoca!".
Ma perchè la gente ha scelto questa strada, te lo sei chiesto Caro Gaetano?
Probabilmente si è accontentata di quello che passava il convento perchè questo era anche un "male minore". E se questa lezione chi la doveva capire non l'ha capita, vuol dire che ci potranno essere tutti i passi indietro del mondo, ma il popolo non sceglierà soltanto "fantomatici prestigiatori" che credono di amministrare un comune soltanto per grazie ricevuta, perchè le cose si conquistano - consentimi una frase fatta - "con i fatti e non con le parole".
Con stima Alessandro
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Gaetano


Regione: Lombardia
Prov.: Milano


255 Messaggi

Inserito il - 07/03/2007 : 10:18:28 (6471)  Mostra Profilo Invia a Gaetano un Messaggio Privato
Buondì Alessandro, anch'io ho grande considerazione di Te, tanto che, pur affermando di dissentire da alcune Tue opinioni, ho fatto mio uno dei principali auspici contenuto in uno dei Tuoi ultimi post:
"Se, invece, pian pianino si fa capire che ognuno ha fatto suo tempo credo che ognuno di noi, prima o poi, ammetta: “Largo ai giovani”. Lo capirà mai chi prosegue su una strada senza uscita, pronti solo a dividere e non ad unire le forze sane soprattutto con il confronto ed il dialogo? Ho forti dubbi, al momento su questo..".

Anch'io ho forti dubbi su questo, sebbene proprio dal Sindaco Arcuri siano venuti nella composizione della giunta in carica, ma anche in altre iniziative di valorizzazione dei talenti locali, dei segnali più che confortanti, ma non ancora sufficienti.

Credo che ciò testimonia come da persona intelligente e lungimirante qual'è, egli senta come prioritaria l'esigenza di garantire all'amministrazione di questo paese il necessario ricambio generazionale.

Opera non semplice e non facile, poichè per un giovane, rispetto agli anni '70, è oggi molto più difficile pensare di costruire qui sul piano lavorativo il proprio futuro (allora molti si erano "sistemati" nella pubblica amministrazione).

A rendere ancor più arduo questo compito, restano le "tossine" difficili da smaltire di un confronto personalistico che per decenni ha ridotto miseramente gli spazi di confronto e di crescita democratica a svantaggio delle nuove generazioni.

Cosicchè l'impegno civile ha perso notevolmente di "appeal", poichè inevitabilmente espone chiunque abbia dei buoni propositi ad essere trascinato in poco gradevoli beghe.

Il concetto che ho espresso di "definitivo passo indietro" è semplicemente un invito ad alcuni a privilegiare "l'individuazione, la responsabilizzazione e la crescita" del nuovo, anche a scapito della propria personale "visibilità".

Un abbraccio

Gaetano
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Profilo Utente n/a



215 Messaggi

Inserito il - 07/03/2007 : 11:58:36 (6471)  Mostra Profilo Invia a Profilo Utente n/a un Messaggio Privato
Caro Gaetano, ribadisco la mia stima. E' reciproca.
Credo, però, che la "mia esperienza" sul nuovo (o paventato tale) sia unica da raccontare.
A partire da quel famoso 1° maggio 2004, quando due persone che poi si sono defilate in buon ordine quando c'era da proporsi in primo piano, hanno invitato me e mia moglie a far parte di un gruppo che sinceramente credevo potesse rappresentare qualcosa non tanto di nuovo ma di diverso. Ti risparmio il resto sul mio impegno personale, che - senza esagerare - forse ha fatto sì che l'iniziativa portasse a qualcosa di concreto, perchè - credimi - oggi mi sento "usato", ma allora tale e tanta era la stima nei confronti trasformatasi, poi, però, in pugnalate alle spalle quando il sottoscritto non serviva più.
Pur nella "sconfitta" elettorale (che tale fu) vennero individuati degli elementi positivi che, se perseguiti fino in fondo nei mesi successivi, avrebbero portato - a mio modesto parere - davvero alla "resa dei conti". E sicuramente - poiché sei un economista - a “costi – benefici” non da sottovalutare. Quando la "mia linea" e dei pochi altri non venne, però, sposata dal resto (ed anche qualcuno di questa Associazione ancora oggi me né da atto) ad agosto 2005, quindi, soltanto quindici mesi dopo da quella decisione di aggregarmi in qualcosa che credevo diverso ma che non lo era, mia moglie ed io - con regolare lettera raccomandata (che conservo a differenza di altre cose di poco conto che ho buttato data la pochezza dell'esperienza) - ci siamo dimessi, convinti - e lo siamo tuttora - che quel nuovo che avanzava altro non era che il vecchio ma, attenzione, macchiato di una cosa importante "la difficoltà di capire la politica". Da allora questi signori - che continuano a credersi “Dio in terra” (e sappiamo che non può essere così) continuano nella loro opera di seminare vento e tempesta, odio e rancore, invettive personali e quant'altro che hanno portato anche a dire delle falsità ingenerose nei miei confronti, non capendo personalmente - tuttora - se ci sono o ci fanno. Ritengo di aver agito bene, poiché se si guarda in fondo in fondo, quel bel gruppo di cui parlava è rimasto ormai di "pochi intimi" che parla, blatera, straparla ma che alla fine (forse) non sa scrivere neanche un manifesto o una lettera al Prefetto, poiché non conosce forse, i modi ed i termini con cui si interloquisce con un S.E. Signor Prefetto, ovvero un rappresentante del Governo. E allora, probabilmente, ha ragione mia figlia Adriana, che invoca una scuola di formazione per i giovani al fine di imparare a governare dal punto di vista politico-amministrativo. Io, aggiungo, anche per qualcuno che crede di saper tutto ma che non lo sa affatto, perchè solo chi vive "gomito a gomito" con le scartoffie quotidiane della burocrazia italiana riesce a capire come si fa una delibera, un impegno di spesa, se un atto va all'Albo Pretorio oppure no, come si fa una gara d'appalto, come si convoca un consiglio e via dicendo. Questo perchè ho imparato che "la pratica fa la grammatica" ovvero che non basta leggere o studiare ma mettere in atto ciò che si vuole fare. Sant'Agata, quindi, sempre modestamente è stata "salvata" da un uragano negativo, perchè prova ad immaginare che cosa sarebbe successo con tutte le "defaiance" che si sono verificate in quella alleanza: Chi avrebbe amministrato davvero? In quali mani saremmo andati a finire? Chi avrebbe sostituito i dimissionari o chi ne ha preso - e giustamente - le distanze? Sono fermamente convinto, quindi, oggi più di agosto 2005 che prima di avventurarsi in progetti politici bisognerebbe praticare una scuola dove si impara cosa significa "COSA PUBBLICA", altrimenti forse è meglio starsene a casa (anche a fare la calza per chi ci riesce) ma evitare di farsi richiamare (molto spesso) a leggi e regolamenti non messi in atto per "ignoranza" politica.
Allora Caro Gaetano, resto dell'avviso che il "nuovo politico" si costruisce prendendo quanto di buono c'era nel passato (non gettando alle ortiche tutto perchè non è così), che c'è ancora oggi nel presente e ci potrà essere in futuro, prendendo anche quei giovani che vogliono impegnarsi, perchè non lo ordina il medico di farlo e soprattutto i cittadini - quelli che vogliono soltanto essere amministrati - debbano avere rispetto.
Al comune - specie con le responsabilità che le cariche pubbliche hanno oggi - non ci si va per togliersi solo "i sassolini dalle scarpe" ma per dimostrare di essere davvero migliori degli altri. E di questo io ne sarò sempre consapevole, a prescindere se poi deciderò un domani di spendermi ancora per una comunità della quale dal 1999 ad oggi (tramite la stampa) si parla in giro per tutta la Provincia e senza steccati (soprattutto nel bene e nel male e senza veli) cosa di cui ne vado fiero, perchè il nome Sant'Agata d'Esaro fino a qualche anno fa sui giornali locali si conosceva soltanto sporadicamente.
E' un privilegio - questo - di cui posso vantarmi perchè - come si dice in questi casi - "carta canta".
Ricambio l'abbraccio Alessandro
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Comitato Rinnovo Sinistra


Regione: Calabria
Prov.: Cosenza
Città: S.Agata d'Esaro


5 Messaggi

Inserito il - 16/03/2007 : 15:27:27 (6462)  Mostra Profilo Invia a Comitato Rinnovo Sinistra un Messaggio Privato
COMITATO PER IL RINNOVO DELLA SINISTRA SANTAGATESE

LETTERA APERTA

ILLUSTRISSIMO giornalista - pubblicista A.A.
ci dispiace infinitamente intervenire in polemica con quanto scritto da Ella in alcuni messaggi postati di recente su questo forum, ma riteniamo che Ella abbia mostrato non poca carenza di memoria.
Senza recar danno alla Sua onoratissima elevatezza politico-culturale, vorremmo con umiltà ricordarLe alcune cose che, per mancanza non Sua ovviamente ma della beffarda memoria, Le sono sfuggite.
Ella, insigne giornalista - pubblicista, non ricorda o forse ignora, che ad usarLa semmai, come Ella stessa scrive, non è stato il gruppo di cui ha fatto parte bensì qualche “professionista della politica” dal quale ancora oggi a quanto pare, grazie a taluni pubblici elogi non riesce a disamorarsi.
E a proposito di professionisti della politica verremmo ricordarLe, sempre senza offesa, che la politica non è una professione e che non ha bisogno della creazione di scuole professionali al fine di insegnare a “governare dal punto di vista politico – amministrativo”.
D’altro canto la Sua ipotetica pluri-esperienza da Governatore, Amministratore, acuto Politologo e raffinato Statista, dimostra, s’è vero come Ella ricordava che “la pratica fa la grammatica”, che non c’è bisogno di frequentare prestigiosi istituti ma semplicemente vivere “gomito a gomito” con le “scartoffie della burocrazia italiana” e, aggiungiamo noi, mano nella mano con qualche ineguagliabile (da tutti i punti di vista) fine dicitore che, come Ella stessa scrive, “tesse ancora oggi la politica” e dal quale a quanto pare Ella, stimato giornalista - pubblicista, impara con molto piacere e non senza aspettative.
Questo sicuramente per Ella rappresenta un vantaggio rispetto a chi “vive e lavora in un’altra realtà o magari studia all’università”. Beato!
C’è a quanto pare chi “perde tempo” con sacrifici oltre i confini del proprio paese, senza rendersi conto che potrebbe politicamente imparare meglio e di più andando letteralmente appresso a chi ha fatto, nel nostro paese, della politica l’anti-politica.

Ella, lodevole giornalista – pubblicista, col Suo luminare ammonimento ad una politica sbagliata, si rivolge ad “un nuovo che avanza”, che avrebbe per Suo dire esclusivamente sete di potere. Vorremmo su questo correggerLa, in quanto quel “nuovo che avanza” si è reso solo colpevole, semmai fosse una colpa, di essersi preso qualche spazio pubblico, “senza protagonismo eccelso”, il quale in quanto diritto non dovrebbe generalmente essere negato.
Ma la storia insegna, anche nostrana, che quando gli spazi o diritti che siano non ci sono, si conquistano.
Oggi c’è un “nuovo che avanza” logicamente perché c’è un “vecchio che non indietreggia”(vecchio e nuovo da intendersi al plurale) e che a suo tempo, quando rappresentava il nuovo, conquistò giustamente il proprio spazio senza chiedere permesso e con aspre lotte. Non si capisce perché oggi dovrebbe essere altrimenti. Anche perché, come dire, se allora qualcuno si fosse arreso e assuefatto a ciò che “passava il convento”, probabilmente il nostro paese non avrebbe visto alcun cambiamento, d’immagine fisica s’intende.
Noi che orgogliosamente facciamo parte di questo “nuovo che avanza” non vogliamo assolutamente arrenderci a ciò che “passa il convento”, al “male minore”. Questo è nella natura stessa del nostro impegno e perché no, degli ideali che abbiamo scelto. Ella, encomiabile giornalista – pubblicista, che di saggi politici ne avrà sicuramente letto un numero incalcolabile, dovrebbe comprendere il nostro proposito, non utopico, di “non arrenderci allo stato delle cose attuali”. In parole più povere, qualora le prime fossero complesse, vogliamo semplicemente impegnarci per cambiare l’attuale e triste realtà. E questo senza giochi di prestigio, poiché “i fantomatici prestigiatori” dovrebbero essere, se la ragione non ci tradisce, coloro i quali con artifici illusionistici mostrano una realtà diversa da quella concreta. Artifici nei quali si sa, si nasconde sempre il trucco. Noi la realtà la mostriamo semplicemente per quella che risulta essere, denudandola di trucchi e illusioni, con l’ardito proposito di cambiarla e rinnovarla. E per fare ciò abbiamo intrapreso una battaglia culturale che ha, in primis, lo scopo di incoraggiare le persone ad esprimere anche sbagliando la propria opinione. Incoraggiare a partecipare e soprattutto, attraverso la “pratica” da Ella invocata, ad imparare quello che serve per poter amministrare un piccolo paese come tanti, cosa più che difficile impegnativa.

Siamo altresì consapevoli però, che ci sono cose che prima di essere imparate o praticate dovrebbero essere condivise. Il rispetto della dignità delle persone, di alcuni diritti fondamentali come quello della libera espressione e partecipazione, quindi della pluralità, unitamente al rispetto delle regole, della legalità sono cose che s’imparano nella teoria e che vanno sostenute e praticate nella prassi. A partire da una rinnovata concezione della questione e integrità morale come modo, quindi, di concepire la politica e l’impegno civile. Cose tanto basilari da non sollecitare necessariamente la frequenza di scuole sulla “COSA PUBBLICA”. Basterebbe che ogni persona di buona volontà, quelle per intenderci alle quali “nessun medico ha ordinato” la scelta dell’impegno pubblico, accettasse come pregiudiziale il fatto che esistono dei valori e delle regole etiche e morali, che rappresentano il sale della Democrazia, e che non possono assolutamente essere ignorate.
Una buona amministrazione della COSA PUBBLICA richiede poi altre condizioni necessarie, che devono però essere peculiari ad ogni individuo “volenteroso”. Di queste alcune sono acquisibili o migliorabili con un po’ d’impegno, come la preparazione e la cultura. Altre invece, di cui la coerenza, la personalità, il coraggio, o le si possiede o è difficile e quasi impossibile inventarsele.
Il coraggio poi è una virtù che Ella dovrebbe conoscere bene in quanto invece di “parlare, blaterare e sparlare” come facciamo noi riguardo a questioni che ancora oggi sono tabù per la maggior parte dei cittadini, Ella compresa, scrive sui giornali “senza steccati (soprattutto nel bene e nel male e senza veli)” per far circolare il nome di S.Agata in tutta la Provincia subendo anche minacce, per le quali avrà sicuramente tutta la nostra solidarietà..
Inoltre per tale audace merito (dovere giornalistico), La ringraziamo smisuratamente e come sempre con semplicità. Senza ridicole proposte di “ALTI RICONOSCIMENTI” come fa qualcuno che tempo fa, se la memoria non ci inganna, definì in modo spregevole il Suo impegno arrivando addirittura a chiamare pubblicamente e testualmente “spazzatura” il quotidiano sul quale Ella scrive.

Giustamente come Ella ricordava , nessuno è “nato imparato”, chi più chi meno tutti abbiamo dei limiti, a parte Ella ovviamente, esimio giornalista - pubblicista, che come ben noto a tutti è un incommensurabile uomo di cultura.
Noi umili “nuovi avanzanti”, nell’esprimere i nostri punti di vista, manchiamo sicuramente di “esperienza”. Non è perciò un crimine, naturalmente dal nostro punto di vista, se nello scrivere manifesti o volantini commettiamo qualche errore di forma. Certo la forma ha la sua importanza, ma nell’attesa di migliorarla, con tutta franchezza, più che su essa preferiamo concentrarci sui contenuti.
Ed è di contenuti che si tratta quando ricordiamo ai cittadini del nostro paese, dei quali si deve avere realmente rispetto, che S.Agata è ormai da qualche anno ferma nella sua crescita. I giovani non hanno nessuna aspettativa, nessun luogo pubblico funzionante nel quale poter aggregarsi e coltivare passioni ed interessi. Le opere pubbliche sono state e continuano ad essere oggetto di sperperi a danno di molti e appannaggio di pochi. Pensiamo, per fare qualche esempio, al recente caso “Campo da Bocce” da noi già denunciato su questo stesso forum oppure al tanto desiderato campo da calcio assente da più di 15 anni, per il quale tra l’altro sono stati inutilmente depositati 42.000 Euro di pietrame. E poi la “Diga Alto Esaro” che da speranza per il nostro paese si è tramutata, già da un pezzo, in una tragedia senza fine. Estremo atto di questo dramma incompiuto è il sequestro dei cantieri che come una fredda doccia cade sulle speranze dei cittadini che ancora credono in un lieto epilogo. Non se ne può più. E non c’è bisogno di alcuna laurea o di patentini per cogliere negli animi dei cittadini santagatesi la rabbia e la delusione, così come la voglia di riscatto e il desiderio di cambiamento. Basterebbe semplicemente aprire gli occhi e le orecchie, avere in generale dei rapporti personali con la gente, anche solo cordiali.

Ella poi, per concludere, scrive testuali parole: “personalmente sono stato sempre contrario alla politica contro le persone”. Vorremmo ricordarLe che se c’è qualcuno che ha impostato il suo impegno “politico” a partire da sentimenti contro, prima nei confronti di uno e poi dell’altro “professionista della politica”, oltretutto per motivi spesso personali, questo è da ricercarsi al di fuori del “suo vecchio gruppo”, dal momento che non ne fa più parte, per fortuna. E su questo ci siano concesse, per Sua Grazia, due parole. L’esercizio della Democrazia non può prescindere dal rispetto dei valori sopra indicati. Il rispetto delle persone e della pluralità del loro pensiero sono regole fondamentali da osservare, tanto più se si è scelto di far parte di un gruppo. Una “linea” se non passa è perché in minoranza. Ella, egregio giornalista – pubblicista, ha lasciato il gruppo “Rinnovamento e Rinascita”, che ha poi definito di “pseudo-persone”, solo perché non Le è stato voluto pubblicare un volantino personalistico stilato contro la persona dell’Assessore Walter Sirimarco.
RicordandoLe che nella storia dell’umanità i peggiori crimini sono stati consumati da chi ha considerato le persone delle “non persone”, Le consigliamo vivamente di non sprecare il Suo prezioso tempo con dei proclami che, detto con la franchezza e la sincerità che ormai ci contraddistinguono, lasciano il tempo che trovano.

Cordiali saluti.

Comitato Rinnovo Sinistra Santagatese
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Juannito


Regione: Calabria
Prov.: Cosenza
Città: Sant'Agata d'Esaro


9 Messaggi

Inserito il - 18/03/2007 : 10:08:41 (6460)  Mostra Profilo Invia a Juannito un Messaggio Privato
Appena iscritto, vorrei far conoscere agli amici del sito e ai cittadini, questa mia decisione


Mittente
Servidio Giovanni Domenico
Viale Elena
SANT'AGATA DI ESARO

Al Signor Sindaco SEDE


Oggetto: comunicazione ai capigruppo

Il sottoscritto SERVIDIO Giovanni Domenico, allega alla presente n. 3 comunicazioni in busta chiusa indirizzate ai Signori Capigruppo dei tre gruppi consiliari: La Chiave; Germoglio e Rinnovamento e Rinascita.
Prego la S. V. di voler consegnare le comunicazioni nel corso del primo consiglio comunale oppure ih caso di eventuale riunione degli stessi Capigruppo.
Si ringrazia e si saluta cordialmente.

Sant'Agata di Esaro lì 14-02-07
F.to in originale
Servidio Giovanni Domenico

=====================================================================
(allegato)

Oggetto: non condivisione della linea politica del gruppo rinnovamento e rinascita.

Il sottoscritto Servidio Giovanni Domenico fa presente alle S.V. che non condivido la linea politica del gruppo alla quale appartengo e pertanto in questa fase mi dissocio completamente da qualsiasi illazione sia verbale che scritta in attesa di un chiarimento.

Li S.Agata d'Esaro 14\02\2007

In fede
F.to in originale Servidio Giovanni Domenico


Lascio a voi ogni conclusione in merito
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