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 Le perle false di Franca Brambilla
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Gaetano


Regione: Lombardia
Prov.: Milano


255 Messaggi

Inserito il - 20/11/2013 : 11:18:42 (4021)  Mostra Profilo Invia a Gaetano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Lo scorso 3 ottobre il nostro Gruppo Poesia della Biblioteca Comunale di Gessate, nel quadro delle manifestazioni per la Sagra della Paciarela / Palio del Pane, ha realizzato una serata in onore dei poeti gessatesi di ieri e di oggi.

La parte più emozionante è stata quella dedicata a Franca Brambilla (1922-2002), scrittrice, attrice, poetessa, un’autrice “totale”.

http://www.milanesiabella.it/francabrambilla_bio_el.htm
www.teatronodo.it/;

Vi propongo una delle sue poesie più belle (Premio Esagono 1984_3° cl.), un vero e proprio testamento spirituale, con la relativa “traduzione” in italiano.
Da essa traspare una cultura ed una religiosità autenticamente ambrosiana, forse un’esplicazione poetica del particolare retroterra che anima forse la recente lettera pastorale del nostro Arcivescovo Scola “Il campo è il mondo”.



PERLA FALS
[Chi mai stette in pace, ora ha trovato la pace]

Vorarissi che ‘sti paroll
venissen scritt
sù la mia preja
al cimiteri.

Ogni dì
‘sta smania
de vess, de fà;
ogni sira
el torment,
el cruzzi
d’ona perla falsa
infilada
in la collana de la vita.

De semper
la bòria d’avè capii on quajcòss
de ‘sto viv…

De semper
el sentor
de nò faghela.

I recòrd striaa
di moment pussee bej
spanteghen
‘me ona polver dorada
sù i mè penser.

Ma se fo tant
de vorè faj riviv
con i paròll,
me par de sperlà el Domm a scur
al ciar d’on sofranell.

Ma quand,
con i man che trema,
rugatti
in quel remissell ingarbiaa
che l’è viv
per cavann-foeura
on moment de pàs,
e troeuvi on granel de fed
per cred anmò in la gent,
e troeuvi on barlum d’amor
per voreggh ben anmò a la gent,
e troeuvi che se po’ sperà
anmò in la gent,
ecco,
hinn quej i moment pussee bej
anca se i man tremen anmò.

Me par,
allora,
de ves ona stella che brilla,
anca se la lus
l’è la toa,
Signor.

Che sacrosanta fadiga credet!


LE PERLE FALSE

Vorrei che queste parole
venissero scritte
sulla mia lapide
al cimitero.

Ogni giorno
questa smania
di essere, di fare,
ogni sera
il tormento,
il cruccio
d’una perla falsa
infilata
nella collana della vita.

Sempre
la boria di aver capito qualcosa
di questo vivere…

Sempre
il sentore
di non farcela.

I ricordi dispersi
dei momenti più belli
diffondono
una polvere dorata
sui miei pensieri.

Ma se mi sforzo
di farli rivivere
con le parole,
mi par di esaminare il Duomo nell’oscurità
alla luce di un fiammifero.

Ma quando
con le mani tremanti
frugo
in quel gomitolo ingarbugliato
che è vivere
per cavarne fuori
un momento di pace,
e trovo un granello di fede
per credere ancora nella gente,
e trovo un barlume d’amore
per voler bene ancora alla gente,
e trovo che si può sperare
ancora nella gente,
ecco,
sono quelli i momenti più belli,
anche se le mani tremano ancora.

Mi pare,
allora,
di essere una stella che brilla,
anche se la luce
è la tua,
Signore.

Che sacrosanta fatica crederti!



Gaetano
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