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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Gaetano |
Inserito il - 15/09/2016 : 15:08:26 “Ella sentiva di disfarsi lentamente, di inabissarsi, di perdersi, di fondersi con l’universo, di entrare in un altro corpo sotto altre spoglie… Si vedeva spogliata delle sue sembianze, della sua vita e della sua ventura, le bruciavano gli occhi come se le conficcassero degli spilli vendicatori…”
“…<<Volete vedere ?>>. Melusina si nascose in casa. Il Pittore arrotolò il foglio. Nell’ombra della casa si udì Melusina piangere col pianto lungo, tenue, calmo, di chi piange una morte e avrà da piangere per molto tempo”.
CORRADO ALVARO, “Ritratto di Melusina” (1958)
Le notizie di questi giorni, di donne e ragazze rimaste anche tragicamente impigliate nella gogna dei social network, a causa di video e foto “virali” che le ritraggono, mi ha riportato alla mente un delicato racconto di Corrado Alvaro, scrittore senza confini ma particolarmente legato alle sue origini calabresi. In uno dei nostri desolati e svuotati paesi dall’emigrazione, passa un pittore tedesco che nota una ragazza, Melusina, di meno di quindici anni, “la cui bellezza è sorprendente” e che, come le donne calabresi di una volta, aveva una certa ritrosia a farsi ritrarre o fotografare. Melusina aveva imparato, infatti, che quello era un gioco pericoloso, che quell’immagine staccata da lei stessa avrebbe potuto dare ad altri l’illusione di poter esercitare su di lei un potere, a cui non avrebbe potuto ribellarsi in sua assenza (quello che è accaduto nelle vicende di questi giorni…). Una volta finito, non vuole nemmeno vederlo il suo ritratto. Sa di aver perduto qualcosa di intimo, di suo e piange come elaborando un lutto. Anche Alvaro, in cuor suo, percepiva che un mondo, una civiltà, quella secolare in cui era nato e cresciuto, stava finendo e che ogni progresso, vero o fasullo che sia, porta con sé il suo carico esplosivo di contraddizioni e da cui la nostra intimità va assolutamente salvaguardata.
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2 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Gaetano |
Inserito il - 06/10/2016 : 11:17:37 Caro Ermanno è un vero piacere risentirTi su questo blog a cui si affacciano a discutere ormai davvero in pochi. Quello di Melusina è uno dei racconti di Alvaro che si prestano a più interpretazioni, anche di tipo sociologico o antropologico. Certo è che la cornice “decadente” in cui la vicenda si svolge, viene più volte sottolineata con amarezza dall’autore: è quella di un paese dell’interno che inesorabilmente si svuota a causa dell’emigrazione. E siamo solo alla fine degli anni venti del secolo scorso! Eppure, di fronte ad una realtà cosi disarmante, Melusina non ci sta a rinunciare alla sua intimità, alle sue convinzioni, ad esibire la sua bellezza al fine di compiacere un ignoto viaggiatore. Come se fosse questa rinuncia un ulteriore elemento di disfatta, di sconfitta, di perdita d’identità per lei e per tutto il paese. Conoscere e preservare, per quanto possibile, come Tu scrivi, “la purezza e l’aurea delle cose belle e nascoste” è forse l’unico modo per garantire la sopravvivenza di un popolo e di una cultura. Perché ciò attiene alla dignità, alla difesa della propria originalità, a ciò che con grande fatica si è costruito nel corso dei secoli. Quando questi valori vengono messi da parte, e si tentano improbabili fughe in avanti, ci si ritrova spesso ancora più indietro.
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Ermanno2 |
Inserito il - 03/10/2016 : 13:20:34 Caro Gaetano ti sembrerà strano ma in quel libro questo passaggio che tu citi è la cosa che anche a me è rimasta più impressa.La purezza e L'aurea delle cose belle e nascoste è una delle cose più preziose che si possa conoscere e cercare di preservare.sei un grande! |
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