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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Antonio |
Inserito il - 23/02/2014 : 10:50:38 Nicola Gratteri, nato nella Locride, è Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria. Attualmente è uno dei magistrati più conosciuti della DDA. Impegnato in prima linea contro la 'ndrangheta, vive sotto scorta dall'aprile del 1989. Il 18 giugno 2013, il Presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta, nomina Gratteri, componente della task force per l'elaborazione di proposte in tema di lotta alla criminalità organizzata. ( da Wikipedia)
Nicola Gratteri ha scritto numerosi libri, tutti molto interessanti, accuratamente documentati e davvero istruttivi:
DIRE E NON DIRE. I DIECI COMANDAMENTI DELLA 'NDRANGHETA NELLE PAROLE DEGLI AFFILIATI Nicola Gratteri, Antonio Nicaso, Arnoldo Mondadori Editore, 2012, p.208. Non sanno di essere intercettati e parlano a ruota libera. Di affari, di voti, di chi si è comportato "da stracristiano" e di chi invece non "ha abbassato la testa". Parlano, gli uomini della 'ndrangheta, ma non dicono tutto. Fanno lunghe pause, e dietro quelle frasi lasciate a metà si nasconde la ferocia della strategia criminale e il rispetto di un preciso codice di comportamento. E anche oggi che la vecchia 'ndrangheta dei capibastone è diventata una multinazionale del crimine con ramificazioni in tutto il mondo, insospettabili contiguità con la politica e l'imprenditoria, un giro di affari miliardario, per gli affiliati la 'ndrangheta è "la più bella cosa perché ha le più belle regole": ha rituali, precetti, norme, principi. "Noi dobbiamo mantenerli certi valori, dobbiamo essere, come eravamo una volta, quello che ci hanno insegnato i nostri antenati" dice un boss calabrese. Anche i comandamenti restano quelli inequivocabili che si trovano nei codici della picciotteria: "non si sgarra e non si scampana", "chi tradisce brucerà come un santino", "la famiglia è sacra e inviolabile". Persino la penetrazione nelle ricche regioni del Nord non ha mutato gli equilibri di un'organizzazione al tempo stesso globale e locale: i clan diversificano gli investimenti, riciclano montagne di denaro e aprono ristoranti in pieno centro a Milano, eppure, come dice un altro boss alludendo alla Calabria, "la forza è là, la mamma è là", le radici della 'ndrangheta sono ben salde fra i boschi e i paesi aggrappati ai dirupi dell'Aspromonte.
'NDRANGHETA LE RADICI DELL'ODIO Nicola Gratteri, Antonio Nicaso, Aliberti Editore, 2007, p.203 Il 15 agosto 2007 a Duisburg, in Germania, vengono uccise sei persone davanti al ristorante italiano "Da Bruno". È una strage. L'azione viene ricondotta alla faida di San Luca esplosa nel lontano 1991. In questo sperduto paesino dell'Aspromonte, quattro cognomi si ripetono sulla guida del telefono come sulle lapidi del cimitero, due clan che si contendono tutto: la terra, le connivenze politiche, il sangue, ma soprattutto i grandi traffici di droga, di armi e di rifiuti tossici. Da questo momento la 'ndrangheta, per decenni colpevolmente sottovalutata, balza all'onore delle cronache. "'Ndrangheta" svela segreti, intrecci e complotti che animano una guerra che da quasi vent'anni uccide uomini e donne, vecchi e bambini. Partendo dalla strage di Duisburg, attraverso un'inchiesta che arriva fino a oggi - fino agli ultimi arresti che tanto hanno fatto discutere - Antonio Nicaso racconta come la 'ndrangheta negli anni sia riuscita ad adeguarsi a ogni cambiamento, sfruttando le nuove tecnologie e la globalizzazione.
LA MAFIA FA SCHIFO. LETTERE DI RAGAZZI DA UN PAESE CHE NON SI RASSEGNA Nicola Gratteri, Antonio Nicaso, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2011, p.137. Lo conoscono, loro, quel male. Lo conoscono da dentro. E adesso di mafia, di camorra, di 'ndrangheta vogliono parlare, o meglio vogliono scrivere. Sono gli studenti e i ragazzi che alzano la mano, in classe come in famiglia. Si chiedono perché i mafiosi opprimono le persone che lavorano onestamente e come riescono a dormire tranquilli, sapendo di fare del male a tanta gente. Come hanno potuto le mafie diventare così potenti, al Sud e al Nord, tanto che oggi pochi sembrano in grado di fare a meno dei loro soldi e dei loro voti. Se c'è un pezzo di Stato dietro le morti di Falcone e Borsellino, o perché la Chiesa non insiste su questi temi con la stessa veemenza con cui si scaglia contro il divorzio e l'aborto. Il magistrato Nicola Gratteri e il giornalista Antonio Nicaso, da sempre impegnati nella lotta alla mafia, hanno raccolto le lettere di questi ragazzi e adolescenti dalle quali emergono paura, rabbia, desiderio di rivalsa e ribellione contro l'illegalità, e solo raramente sconforto e rassegnazione. Per tutti loro la mafia non è più un tabù da rispettare in silenzio per quieto vivere o vigliaccheria, ma "un letto pulcioso" che infesta il Paese, un "tanfo di stalla" che ammorba l'aria e che "si arrimina nella pancia come un animale inferocito". È un segnale confortante quello lanciato da questi ragazzi con la loro scelta di non tacere, perché, come diceva Paolo Borsellino, "se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo".
LA GIUSTIZIA È UNA COSA SERIA Nicola Gratteri, Antonio Nicaso, Arnoldo Mondadori Editore, 2011, p.192. Nicola Gratteri ha dedicato alla giustizia la propria vita professionale e in questo libro, attraverso una conversazione con Antonio Nicaso, offre il suo punto di vista su un tema molto discusso oggi in Italia, troppo spesso però senza la necessaria competenza e a scopi di propaganda politica. Come funziona veramente il sistema giudiziario nel nostro paese? Quali leggi sono efficaci e quali invece intralciano l'azione della magistratura nella sua lotta contro la criminalità? Che provvedimenti sarebbe utile prendere? Gratteri risponde a questi e ad altri scottanti interrogativi con competenza e franchezza, spiegandoci concretamente i meccanismi di funzionamento della giustizia italiana, mettendo in luce i provvedimenti più efficaci come le recenti norme che facilitano la confisca dei beni, e denunciando le inefficienze di misure come il rito abbreviato e le norme anti-intercettazioni. La giustizia è una cosa seria, ci dice alla fine questo libro, e per una riflessione seria è necessario spiegare con chiarezza sia ciò che funziona bene sia ciò che non funziona nel sistema giudiziario italiano.
FRATELLI DI SANGUE Nicola Gratteri, Antonio NicasoLuigi Pellegrini Editore, 2007, p.320 Nel libro viene descritta la criminalità organizzata calabrese raccontandone la storia, la struttura e i codici la cui evoluzione non ha cancellato i vecchi rituali, che sono stati invece riabilitati, ma mai scartati; una organizzazione nella quale convivono San Michele Arcangelo e miti antichi, improbabili invocazioni al Vangelo e riti di iniziazione incentrati sul ruolo del "legame di sangue" tra gli affiliati inteso come principum vitæ e principum mortis. Un universo fortemente simbolico, utile per mantenere una sola identità in qualsiasi luogo e tempo. Vi si analizza e si descrive il ruolo e il comportamento della 'Ndrangheta in ogni paese della Calabria in cui è presente, per poi passare all'ambito nazionale nelle venti regioni italiane e infine uno sguardo nelle attività illecite all'estero. In appendice al libro è presente un glossario della terminologia mafiosa: i termini sono tratti in maniera integrale da sentenze e da rapporti giudiziari.
IL GRANDE INGANNO. I FALSI VALORI DELLA 'NDRANGHETA Nicola Gratteri, Luigi Pellegrini Editore, 2007. Con Antonio Nicaso e Michele Borrelli La 'ndrangheta e i suoi falsi valori è il filo rosso del nuovo libro di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso che Michele Borrelli arricchisce con la sua competenza didattico-pedagogica. Un grande e mostruoso inganno la 'ndrangheta, che intesse trine e orditi così spessi da rendere la matassa indipanabile e inquietante. Nella tramatura l'ultimo terrificante episodio che ha provocato un vero e proprio movimento tellurico a Duisburg trasformando l'estate agostana in un "inferno" di sangue senza che la matassa si sfilacciasse di una maglia. Tanto è lo spessore della 'ndrangheta contemporanea, spaventosamente postmoderna, capace d'imbastire "abiti" di sartoria così perfetti e inimitabili da rendere impossibile ogni smagliatura: cinquantanove colpi esplosi nella cittadina tedesca da uomini allenati ad odiare e a mantenere la sagomatura dell'abito mentale in perfetta forma ne è la prova. E, dunque, proprio dalla strage di Duisburg, ripartono le penne di Gratteri e Nicaso per ripuntare l'attenzione sulla 'ndrangheta nella sua essenza fenomenologica sì da riproporre l'idea chiave che la mafia calabrese non è né isolata né isolabile ma è presente in maniera onnicomprensiva e pervasiva, ovunque.
COSENZA 'NDRINE SANGUE E COLTELLI. LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA IN CALABRIA, Luigi Pellegrini Editore, 2009. Nicola Gratteri, Con Antonio Nicaso e Valerio Giardina Questo libro nasce dall'idea di raccontare la 'ndrangheta nelle sue articolazioni territoriali, nel suo radicamento nelle cinque province calabresi. Il primo volume è dedicato a Cosenza e alla sua provincia. Per capire oggi la 'ndrangheta bisogna inforcare occhiali con lenti bifocali. La mappa da mettere a fuoco parte dalla Calabria, ma spazia su tutti i continenti: dall'Europa all'Oceania. La 'ndrangheta, però, prima di essere globale è soprattutto locale, un mix di sangue e potere, un sistema disumano di violenza combinato con un sofisticato meccanismo di connessioni politico-finanziarie. Le lenti bifocali servono a vedere lontano, ma anche vicino, a due palmi dal naso. In Calabria, la 'ndrangheta è potere, contiguità con le élite locali, controllo del territorio, consenso e compromesso. 'Ndrine, sangue e coltelli racconta la storia della criminalità organizzata a Cosenza e nel cosentino. Da Stanu De Luca a Luigi Pennino, da Luigi Palermo a Franco Pino e Franchino Perna.
LA MALAPIANTA Arnoldo Mondadori Editore, 2010. Nicola Gratteri, Con Antonio Nicaso "High tech e lupara." Potrebbe essere il titolo di un'improbabile parodia cinematografica. Invece è la sconcertante ma fedele fotografia che Nicola Gratteri ci dà della 'ndrangheta. In una veloce e appassionante conversazione con Antonio Nicaso, che sullo stesso argomento ha firmato con lui "Fratelli di sangue", Gratteri ritorna ad approfondire un fenomeno criminale di portata internazionale che, dopo lunghi e colpevoli ritardi, inizia finalmente a essere percepito nella sua vera dimensione. A rivelare la forza dell'organizzazione criminale calabrese bastano poche cifre: il suo fatturato annuo è di 44 miliardi di euro, il 2,9% del Prodotto interno lordo. Il "core business" è rappresentato dal traffico di droga (la 'ndrangheta controlla quasi tutta la cocaina che circola in Europa): un ricavo di 27.240 milioni di euro all'anno, il 55% in più rispetto al ricavo annuo della Finmeccanica, il gigante dell'industria italiana. A questa spettacolare espansione fa da contraltare il degrado sociale e ambientale della Calabria, prigioniera di una criminalità che la opprime, ne sfrutta famelicamente ogni risorsa e poi l'abbandona impietosamente al suo destino. La crescita e la fortuna di questa malapianta viene raccontata attraverso temi ed eventi cruciali: dalle lontane origini alla stagione dei sequestri di persona, all'espansione sul territorio italiano e all'estero; dalle collusioni con la politica alla conquista della leadership nel traffico di droga, alle vicende dei rifiuti tossici.
ACQUA SANTISSIMA Nicola Gratteri, Antonio Nicaso, , Arnoldo Mondadori Editore, 2013, p.204. A partire dall'Ottocento gli uomini della 'ndrangheta hanno beneficiato del silenzio e dell'indifferenza della Chiesa. Solo dagli anni Cinquanta del ventesimo secolo sono comparse le prime denunce, le prime lettere pastorali, e la 'ndrangheta è diventata "un cancro esiziale". Da allora la Calabria ha conosciuto straordinarie figure di ecclesiastici, come Giovanni Ferro, Italo Calabrò e Giuseppe Agostino, che, da presidente del consiglio episcopale calabrese, propose di negare i sacramenti agli 'ndranghetisti, restando però inascoltato. Nicola Gratteri e Antonio Nicaso ricostruiscono questo lungo e imbarazzante abbraccio tra boss e uomini di Chiesa, raccontano le storie dei tanti sacerdoti e vescovi che hanno accettato le logiche della 'ndrangheta, e dei pochi che, invece, hanno avuto il coraggio di far sentire la loro voce e denunciare un'organizzazione criminale che ha spesso modellato i riti di affiliazione sulle cerimonie liturgiche della tradizione cattolica, e si è servita delle feste religiose e dei simboli cristiani per creare alleanze, costruire vincoli e rafforzare così il proprio potere. E lanciano un chiaro messaggio: o si consolida la coraggiosa esperienza pastorale finora maturata, o il potere devastante della 'ndrangheta continuerà ad affermarsi nelle città, nei paesi, nelle campagne, soprattutto tra i giovani.
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