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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Gaetano |
Inserito il - 29/07/2013 : 10:10:08 All’epoca in cui il matrimonio conservava il carattere dell’indissolubilità, il dramma stava nella ribellione dell’individuo contro la regola divina del sacramento, e contro un codice ostile al divorzio. Emma Bovary, Anna Karenina muoiono per aver voluto spezzare le stanghe, rompere la bardatura, svincolarsi dal collare che dilania e strangola. Chi non vede quanto questo tema si sia rinnovato, oggi che il divorzio, in tutte le classi, è diventato prassi corrente e che ciascun coniuge può uscire a piacimento dalle stanghe, provare un’altra unione? A prima vista, sembra che il romanzo del matrimonio avrebbe dovuto scomparire insieme al matrimonio indissolubile. Invece, una contesa più umana si è imposta all’osservazione del romanziere: il conflitto tra due esseri che soffrono l’uno a causa dell’altro, che potrebbero separarsi, che d’altronde spesso arriveranno a separarsi ma dopo lotte, strazi che nessun obbligo sociale provoca, che nasce da una legge oscura, nell’intimo della carne. Appena contratta la seconda unione già risveglia il dramma. Il romanzo del matrimonio è diventato il romanzo della coppia. Persino nell’orrore di una mutua tortura, com’è difficile per due esseri separarsi! Tutto al giorno d’oggi incita l’uomo e la donna alla libera caccia amorosa. Qual è nell’uomo questa forza che ha la meglio su tutte le ragioni di liberarsi? La libertà in amore non è, quindi, il nostro più profondo desiderio. L’istinto della creatura è di attaccarsi ad un solo essere. La contemplazione di uno solo, l’unione con uno solo, nelle persone più carnali scorgiamo questa esigenza latente che il matrimonio, quasi sempre delude. Ci attacchiamo disperatamente a quel simulacro di amore unico, perché siamo nati per l’unico amore.
Francois Mauriac, Colpi di coltello (1929)
Il mese di agosto nel nostro paese è da tanti anni ormai il mese dei matrimoni: una tradizione che fortunatamente resiste nonostante i cambiamenti evidenti che investono anche la nostra società. E’ quindi il mese dei cortei che si abbandonano sorridenti lungo la discesa del Convento dopo la messa, dello strombazzare gioioso delle automobili, delle serenate notturne, del ritrovo delle famiglie disperse in varie parte d’Italia e del mondo. Francois Mauriac è un maestro a cogliere nella sua introduzione ai tre racconti contenuti nel volume “Colpi di coltello” l’essenza di un fenomeno che ovviamente non è solo letterario. A presto.
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