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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Gaetano |
Inserito il - 23/11/2012 : 16:20:43 Ogni volume aveva un suo odore che dipendeva dalla carta su cui era stampato, un odore sottile, segreto, ma così particolare che Jacques sarebbe stato in grado di distinguere a occhi chiusi un volume della collezione…
E ognuno di questi odori, ancor prima che cominciasse la lettura, trasportava Jacques in un altro universo pieno di promesse già mantenute che cominciava ad oscurare la stanza in cui lui si trovava, a cancellare l’intero quartiere con i suoi rumori e la città e il mondo, destinati a sparire del tutto non appena si fosse messo a leggere con un’avidità folle, raggiungendo un’ebbrezza totale dalla quale neanche ordini ripetuti sarebbero riusciti a scuoterlo.
“Jacques, prepara la tavola, te lo dico per la terza volta”.
Preparava allora la tavola, con uno sguardo vuoto e spento, un po’ stravolto, come intossicato dalla lettura, e tornava poi al libro come se non se ne fosse mai distaccato.
“Jacques, mangia”, e lui si decideva finalmente a mangiare un cibo che, per quanto robusto, gli sembrava meno reale e meno solido di quello che trovava nei libri, poi sparecchiava e riprendeva a leggere.
A volte gli si avvicinava la madre, prima di andarsi a sedersi nel suo angolo.
“E’ la biblioteca”, diceva.
Pronunciava male questa parola che aveva udito dalla bocca del figlio e che per lei non aveva alcun significato, ma riconosceva le copertine dei libri.
“Si”, diceva Jacques, senza alzare il capo.
Catherine Cormery si chinava sulla sua spalla. Guardava il doppio rettangolo sotto la luce, le file regolari delle righe; lei pure ne respirava l’odore, e a volte passava sulla pagina le dita intorpidite e raggrinzite dai bucati come se cercasse di capire meglio che cosa fosse un libro, di avvicinarsi un po’ di più a quei segni misteriosi, e per lei incomprensibili, nei quali suo figlio trovava così spesso e così a lungo una vita che le era ignota e da cui tornava guardandola come un’estranea.
La mano deformata accarezzava con dolcezza la testa del ragazzo, che non reagiva; lei allora sospirava e andava a sedersi lontano.
“Jacques, và a letto”. La nonna ripeteva l’ordine. “Domani farai tardi”.
Jacques si alzava, si preparava la cartella per le lezioni del giorno dopo, sempre col libro sotto l’ascella, poi s’addormentava pesantemente, come un ubriaco, dopo averlo infilato sotto il capezzale.
dal romanzo incompiuto ed autobiografico “IL PRIMO UOMO” di ALBERT CAMUS
Allegato: Il primo uomo poster.pdf 91,26 KB
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1 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Buccia |
Inserito il - 26/11/2012 : 20:50:04 L’odore della carta dei libri, l’enorme forza evocativa delle parole, l’universo pieno di promesse già mantenute …..
Non sarò mai abbastanza grata al precoce incontro con la lettura. Avevo otto anni quando i libri si sono aggiunti all’appuntamento settimanale con un nuovo numero di Topolino. E ancora oggi, il contatto con un libro ancora non letto costituisce un prezioso, emozionante momento di vita. |
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