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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Gaetano |
Inserito il - 05/11/2012 : 18:59:43 “Vorrei che una catena ci tenesse legati… Vorrei che fossimo due colombe… mai avrà fine un amore delirante come il nostro… Dammi mille baci, Catullo, e poi cento e poi mille e altri cento e mille ancora e ancora cento. Dammi tanti baci quanti i grani di sabbia del deserto. Quante le stelle del cielo. Le stelle di questa notte, che non deve finire mai. E se me li darai tutti, i tuoi baci, saranno pochi, troppo pochi, pochissimi….”.
Alessandro Banda, “L’ultima estate di Catullo”, Guanda Editore, 2012
Lesbia/Clodia così si rivolge al suo Catullo, con parole che come l’autore ricorderà in una sua celebre poesia sono forse scritte sull'acqua che cammina velocissima oppure sopra il vento…
Alessandro Banda immagina Catullo in riva al Garda che ricorda le grandi emozioni della sua vita, l’amore "delirante" per Lesbia, i suoi amici, la genesi della sua immortale poesia.
Ho ripensato, mentre leggevo questo libro edito da pochi mesi, al tempo della scuola media, quando nella nostra classe insegnava il Prof. Mundo, un docente abbastanza corpulento (almeno così sembrava a noi ragazzini), ma che sapeva suscitare interessi ed emozioni.
Fuori dagli schemi, il Prof. Mundo prese ad insegnarci il latino, i poeti latini, come appunto Catullo, e ci fece imparare a memoria le loro poesie come anche alcuni interi canti della Divina Commedia e dell’Eneide.
Mi piacerebbe che si unisse a questo ricordo e lo completasse da par suo la mia cara amica ed allora compagna di classe Antonella Cianni che era entusiasta come tutti noi di quel “grande” professore.
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