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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Ermanno2 |
Inserito il - 24/04/2012 : 11:13:17 Un libro di Zygmunt Bauman Editori Laterza,prezzo:9 euro
Bauman,è un noto Professore emerito di Sociologia nelle Università di Leeds e Varsavia ,in questo testo,affronta molti problemi legati alla specie umana ed al rapporto di essa con la società attuale,scrive:
"Chattiamo,ed abbiamo degli amici con cui chattare che si connettono e sconnettono,ma c'è sempre qualcuno il linea che smania dalla voglia di sommergere il silenzio con i suoi messaggi;la circolazione dei messaggi sono il messaggio,non importa il contenuto,il senso di appartenenza si esplicita nel costante flusso di parole e frasi incomplete(abbreviate,troncate per accelerare la circolazione) Il senso di appartenenza sta nel parlare,non in ciò di cui si parla. |
3 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Ermanno2 |
Inserito il - 01/05/2012 : 15:56:42 scrive Bauman:
C’è stata un’epoca in cui i bambini erano “produttori”cioè si univano all’OIKOS della famiglia per contribuire ad accrescerne il benessere,erano quindi un buon investimento ed un ponte tra mortalità ed immortalità.
Oggi i figli sono diventati oggetti di “consumo emotivo”in cui la soddisfazione attesa tende ad essere misurata in rapporto al costo,ma la cosa peggiore è rappresentata dal fatto che questo costo a causa della precarietà lavorativa è destinato ad aumentare sempre di più nel corso degli anni.
Inoltre oggi,avere un figlio non è più una casualità,ma una questione di libera scelta programmata che accresce ancora di più l’ansia del cambiamento.
E cosa più dolorosa di tutte,avere figli significa accettare tale dipendenza separatrice-di-fedeltà per un tempo indefinito,assumere un impegno irrevocabile e a un tempo indeterminato. Acquisire la consapevolezza di un tale impegno può rivelarsi così una esperienza traumatica.
Depressione post-parto e crisi coniugali o di convivenza,dopo la nascita di un figlio appaiono mali prettamente “moderni”.
In questa società “moderna”l’acquisto di un qualsiasi prodotto per se stessi e per un figlio,comportata sempre grandi rischi, anche se i venditori di tali prodotti offrono sempre una garanzia di durevolezza,solo pochi di essi possono sostenere in buona fede che l’azienda che ha emesso tale garanzia sopravviva fino alla scadenza di quest’ultima.
Non sorprende così che oggi Istituti di ricerca medica e Centri di inseminazione artificiale ricevano soldi a palate dalle aziende commerciali .Esiste una domanda potenzialmente infinita di ridurre i rischi endemici nel parto quanto meno al livello pubblicizzato dai prodotti in vendita.
Le aziende che offrono la possibilità di “scegliere un figlio da un catalogo di attraenti donatori”e cliniche che lavorano su commessa,che compongono la mappa genetica di un figlio non ancora nato su ordinazione del cliente,non hanno certo da temere scarsità di clienti o penuria di affari proficui.
In conclusione:l’ormai ampiamente riconosciuta separazione del sesso dalla funzione riproduttiva è assistita dal potere .E’ un prodotto congiunto dello scenario di vita moderna, e del consumismo quale strategia scelta e unica disponibile di cercare soluzioni biografiche a problemi prodotti dalla società.
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Ermanno2 |
Inserito il - 25/04/2012 : 21:29:43 Bauman,in merito ai programmi come il "Grande Fratello" scrive:
Sono narrazioni pubbliche della smaltibilità dell'essere umano e fortificano ciò che la società attuale tramanda,cioè che nessuno è indispensabile.
Il gioco consiste nel coalizzarsi con qualcuno in modo da eliminare tanti altri concorrenti,per poi mettere nel sacco e sconfiggere uno dopo l'altro tutti quelli con cui ci si era alleati e che ormai non servono più.
In questo modo "fiducia,compassione,pietà"in passato considerati come i principali attributi della "espressione sovrana della vita" sono oggi armi suicide. Tutto ciò contribuisce a non fidarci più del prossimo e a sospettare che in ciascun essere umano si nasconda un lupo furbo e cattivo. |
marilena |
Inserito il - 24/04/2012 : 14:56:39 Sulla scia di questo argomento segnalo anche io un libro "La grafomane" di Sophie Buyse edito da La Lepre. Non è propriamente un saggio sociologico ma un romanzo quasi noir sullo strano rapporto che si può avere con la scrittura e la comunicazione, anche se qui sono protagonista principali le vecchie e care lettere scritte a mano.
ciao Marilena |
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