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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Buccia |
Inserito il - 22/02/2010 : 15:22:11 "Come si rompeva una gamba, allora dentro la testa poteva frantumarsi qualcosa, poteva andare a male e marcire forse come marcisce la verdura lasciata troppo tempo al sole, e così diventava difficile riuscire a porre rimedi, ché non tutti sono in grado di sopportare le mattane dei figli, degli amici o dei parenti, di star dietro a ragionamenti che ti tolgono il sonno e il respiro, di pulire e dar da mangiare a persone che ormai hanno il senno in tasca, e non ricordano di lavarsi o mangiano le loro schifezze o al contrario sono rapite dall'ossessione di doversi lavare ogni momento, di non toccare certi colori, di non parlare con una persona o di evitare tutti gli specchi." "In quelle e altre anime Beniamino vedeva una storia, nascosta o aperta, ma sempre pesante e angosciosa, scritta sulla pelle con il coltello della malattia."
Comallammore è il titolo del romanzo di Ugo Ricciarelli: al centro di una piccola città sorge un manicomio, uno spazio in cui tutto sembra immutabile, separato per sempre dalla società e dalla Storia. In un punto, però, le alte mura che circondano l'edificio si interrompono come per una dimenticanza. Da lì, attraverso una rete, fin da piccolo Beniamino osserva i matti, irresistibilmente attratto dai loro gesti, dal mondo misterioso che lasciano intravedere.
Questo libro mostra in una luce inattesa la guerra e la liberazione, vista come la speranza in una nuova convivenza civile e insieme il sogno di sfuggire alla costrizione della follia. E ci conduce in un mondo nel quale non è possibile tracciare confini netti tra fiabesco e reale, tra ragione e fantasia, tra incanto e sofferenza.
Buona lettura. |
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