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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Antonio Inserito il - 06/02/2010 : 11:04:45
Da: "Sant'Agata di Esaro Un principato di Calabria Citra"
di Fiorenzo Briguori - La Meridiana Editrice - Cosenza 1986


Nelle pagine che mio padre dedica al Carnevale, fa capolino una rima...alquanto pepata...sul carattere e la personalità dei santagatesi.
Visto il periodo, cosa ne dite di partecipare a un sondaggio carnevalesco? Insomma, cosa ne pensate di quella sarcastica descrizione (attribuita a Salvatore Scilingo, un nostro compaesano di ormai quasi due secoli fa)?


"IL CARNEVALE

Certamente non si può fare a meno di ricordare una delle più vecchie tradizioni di Sant'Agata, il carnevale (U CARNILIVARU) che inizia il17 gennaio e finisce il martedì delle ceneri, quasi ogni notte si balla, ora in una casa, ora nell'altra con un via vai continuo di maschere accompagnate dal portatore, il quale nel chiedere al padrone di casa il permesso di entrare, indica anche il tipo di ballo che le maschere desiderano ballare, e così di casa in casa si fanno, quasi sempre grandi scorpacciate di salsiccie e vino, tutto questo fino al martedì di quaresima, ma in effetti si finisce con la tarda mattinata del mercoledì.

Una volta si usava fare un fantoccio di paglia, vestito di stracci che voleva rappresentare carnevale, seduto su una sedia, accompagnato da una folla di gente che con grande scampanio di campanacci e canti farseschi*, veniva portato in giro per le vie del paese, e quindi lo si andava a buttare da una specie di "Rupe tarpea", da "i timpi du tunnu". (*) Carnilivari mia attinta all'ugliu, stasira maccarruni, e crai foglie).

Non possiamo concludere questi pochi cenni su usi e tradizioni paesane, senza citare una famosa satira attribuita ad un certo Salvatore Scilingo, morto oltre un secolo fa:

"Sant' Acata è furmata da tri pizzi, su genti malignusi, e brutti razzi. 'A migliu parti sù tira-capizzi,
I galantuomini quali ciucci e quali pazzi."


(I tre pizzi sono i rioni: S. Lucia, i Magurelle ed il Convento)."

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