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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Gaetano Inserito il - 16/04/2013 : 14:13:58

“Non dirmi niente, se deve farti troppo male.”
“Sapete? Ci aveva ingannato. Era una storia che dormisse a Vallandraut…
Avevano preso una camera a Balauze, da Garbet.”
“Tutte le donne dicono una cosa e ne fanno un’altra; si sa…”
“Lei non era sola… C’era un tale che è corsa a raggiungere.
Li ho visti alla finestra della loro camera, nel cuor della notte.”

L’abate Calou gli prese la testa fra le mani e la scosse dolcemente, come per svegliarlo.

“Non bisogna voler entrare nella vita degli altri, loro malgrado: ricordati questo insegnamento, piccolo. Non bisogna aprire la porta di quella seconda né di quella terza vita, che Dio solo conosce.
Non bisogna mai volgere il capo verso la città segreta, la città maledetta degli altri, se non si vuol essere mutati in una statua di sale.”

“Ragazzo mio, bisogna molto perdonare alle donne… Non posso ancora spiegarti perché.
Mi comprenderai più tardi, tu che farai loro tanto male forse…
Anche le più felici, le privilegiate in apparenza, meritano la nostra pietà…
Non una pietà torbida, complice, ma quella di Cristo, una pietà d’uomo e di Dio, che sa di qual sudicia argilla ha impastato le sue creature.
Ma non è ancora tempo di parlarti di queste cose.”

“Non sono più un bambino, sapete!”

“No, è vero, sei un uomo: uno che ha l’età delle proprie sofferenze.”


Francois Mauriac, “La Farisea” (1941)


Gianni avrebbe voluto trascorrere quella notte con sua madre che invece si era decisamente rifiutata di farlo. Non si rassegna, decide di andarla a trovare lo stesso, scoprendo l’inganno..
L’abate Calou, anche di fronte ad una realtà così svelata invita il piccolo Gianni a non giudicare, a perdonare la madre, la cui “passione le impedisce di sentire l’amore” che ha per lui.
Si atteggia diversamente la protagonista del romanzo, Brigida Pian, abituata a sentirsi depositaria del volere divino, per la quale la religione era consistita in tutto ciò “che soddisfaceva il suo desiderio di dominare, di spadroneggiare, di non cederla a nessuno quanto a purezza o perfezione”.
Su questo romanzo di Francois Mauriac, insignito del Premio Nobel della letteratura nel 1952, ho trovato in rete un commento autorevolissimo del Card. Gianfranco Ravasi in un “mattinale” pubblicato su Avvenire di qualche anno fa.



Il mattutino a cura di Gianfranco Ravasi
16/01/2005

La farisea
"Alla sera della sua vita, Brigida Pian aveva finalmente scoperto che non bisogna assomigliare a un servitore orgoglioso, preoccupato di abbagliare il padrone pagando il suo debito fino all"ultimo obolo, e che il Padre nostro non s"aspetta che si sia i contabili minuziosi dei nostri meriti.
Ella sapeva adesso che non importa meritare, bensì amare
".
Lo pubblicò nel 1941 e, come accadde per altri suoi romanzi, lo scrittore cattolico francese François Mauriac fu accusato di pessimismo nei confronti della religiosità di allora.
In realtà con quest"opera intitolata La farisea egli colpiva una malattia costante della spiritualità, quella dell"ipocrisia che fiorisce dalla superbia.
La parabola lucana del fariseo e del pubblicano (18, 9-14) ne è la rappresentazione emblematica. Efficace è, comunque, anche il ritratto che Mauriac delinea di questa donna la quale conosce solo una religione fredda e disumana che si nutre di opere e di giudizi esteriori, che ignora la comprensione e la misericordia e che presume di conoscere i segreti dei cuori.
Piena di sé, Brigida Pian passa in mezzo alle debolezze ma anche alle ricchezze interiori degli altri con altero disprezzo, convinta di essere la perfetta cartina di tornasole della vera fede, e così non s"accorge di precipitare in un baratro oscuro ove Dio è assente ed è invece pieno solo dell"io umano.
Alla fine, però, c"è anche per lei la redenzione sulla via della conversione, la realtà che riteneva del tutto inutile per la sua vita "perfetta".
E la scoperta finale è lapidariamente espressa da Mauriac in quella frase: «Non importa meritare, bensì amare».
Una lezione da meditare sempre, soprattutto quando si è troppo convinti di essere a posto con la religione.



FRANCOIS MAURIAC

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