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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
domenico tolve Inserito il - 20/08/2012 : 22:27:59


Caro Maestro,
Sta per finire la nuovissima rassegna di musica, arte e cultura che ha caratterizzato questo torrido agosto santagatese.
Generici annunci sui muri del paese comunicano l’inizio di Artemisia Festival ma gli aficionados, gli amici della musica, i cittadini sono distratti.
Hanno appreso attraverso il giornalino del futuro (dove possono scrivere solo gerarchi e cucuzze del CUCUZZARO) che le tue dimissioni da direttore artistico altro non erano che un pretesto polemico privo di riscontri, perché la tua nomina era a tempo e il tuo tempo era scaduto.
Vecchio tra i vecchi, quindi, non hai trovato scampo alla rottamazione!
Ero stato facile profeta quando dissi “avanti il prossimo” pensando a te. Sapevo che la tua autonomia sarebbe entrata in rotta di collisione con l’idea malsana del culto della personalità e dell’ignoranza che caratterizzano il nuovo tempo.
Quest’anno niente cartelloni giganti, con il simbolo dell’ascia di Hera, a ricordarci il passato e le nostre origini.
Nessuna locandina distribuita con amore e passione militante. Niente conferenza stampa per promuovere la manifestazione.
E la stessa immagine del maestro Emilio Martorelli, icona di sempre, già passata in seconda fila, presto scomparirà.
Infatti, come nella migliore tradizione dei regimi autoritari, primeggia quella del despota.
Caro maestro, sicuro di interpretare un sentimento autentico e condiviso di gran parte della comunità, avverto il dovere di ringraziarti per quello che hai fatto.
C’eravamo abituati alla tua presenza per alcuni versi ingombrante, autoritaria, supponente ma viva e reale; vera costola pregiata del paese.
La piazza aspettava complice il tuo passare, impettito nei tuoi vestiti grigi e nelle tue eleganti camicie.
I ragazzi tolleravano a malapena la rigidità dei tuoi orari e il tuo maniacale approccio nel definire i particolari degli addobbi e delle scenografie, il tuo linguaggio forbito e professionale.
E noi, “quelli che criticavano” i tuoi comportamenti e modi di fare, pur tra tante incomprensioni, avevamo capito la tua scelta di innestare elementi di cultura musicale innovativa nella fertile tradizione e nei consolidati modi di pensare e di vivere del nostro paese.
E noi, siamo quelli che ti hanno sempre stimato e che continuano a volerti bene, quelli che aspettavano ogni anno il tuo arrivo, puntualmente preceduto da tua madre, tua sorella e le tue cugine.
Caro Antonio, vorrei continuare a scrivere di ricordi e di sogni della nostra gioventù, parlare ai ragazzi del nostro giornalino, un ciclostilato che i compagni di Torino venivano a stampare in quella cascina di un tuo amico in Brianza.
Si chiamava l’IMMIGRATO e credo sia stato il primo tentativo per esprimere le nostre speranze e aneliti di libertà di una generazione . Poi fummo denunciati e processati. Altri tempi!
Mi chiedo cosa è rimasto di quegli ideali se, come gli ebrei, siamo diventati, in un assordante silenzio, merce senza diritto di cittadinanza.
Devo circolare! E’ l’ora del coprifuoco e non mi è ulteriormente consentito di rimanere seduto sulla panchina di Penelope che assiste perplessa e rassegnata allo stanco rituale della sua inibizione notturna.
Mi consola che, nonostante i vigilantes, i giovani continuano a disturbare la quiete e il sonno di chi vuole riposare.
Vorrei dirti che mi manchi, che ci manchi, che manchi a questo paese ma potrei essere accusato del reato di nostalgia, vecchio sentimento ormai da tempo rottamato.
Un abbraccio Domenico Tolve

Sant’Agata di Esaro, 20 Agosto 2012

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