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 l'Asterisco (16): Zampanò.

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Antonio Inserito il - 22/05/2012 : 14:17:14



l'Asterisco (16). Note a margine, di marginale utilità.


“Zampanò”

A me, ancorché bambino, quel soprannome mi sembrava strano; aveva, non so, un suono diverso dagli altri: era curioso, ma al mio orecchio quel soprannome non sembrava proprio “santagatese”. Molti anni dopo mi trovai a parlarne per caso con mio padre…

E scoprii che la mia intuizione di bambino non era sbagliata…



Memorie ereditate.

…Qualche settimana prima, nella “seconda piazza” del paese, era stato proiettato un autentico capolavoro: La strada di F.Fellini.
I ragazzini già dal tardo pomeriggio gironzolavano curiosi intorno all’ intoccabile macchina da proiezione, mentre sulla facciata della casa di fronte veniva fissato tra finestre e balconi un grande schermo bianco.
Ogni affaccio sulla piazza era occupato, le stanze meglio disposte traboccavano di parenti e amici di quelle fortunate famiglie, e tutti guardavano giù, salutando e chiacchierando con quelli da basso, come in un immenso salotto all’aperto, aspettando l’imbrunire…
Man mano che l’ora si avvicinava, la piazza andava via via affollandosi, gruppi di donne arrivavano portando ciascuna, da casa, la propria sedia; i bar offrivano le proprie, disponendole nei posti ritenuti migliori, con i gestori in attesa di qualche buona ordinazione.
All’unica guardia municipale bastava uno sguardo minaccioso per redarguire i ragazzini più eccitati che giocando tra le file di sedie, potevano creare scompiglio.
Intanto, un uomo con una lunga scala a pioli sulle spalle, si spostava da una parte all’altra della piazza. Era un reduce di guerra: tornato dalla Russia a piedi!, ma la cosa non sembrava avere molta importanza per coloro che si divertivano a stuzzicarlo e a farlo innervosire mentre lui si arrampicava per staccare ad una ad una le lampadine della pubblica illuminazione.
Finalmente si fece buio e Anthony Quinn e Giulietta Masina iniziarono il loro tragico viaggio di sfortunati saltimbanchi, trascinando il pubblico in un turbine di emozioni…

Ma qualche settimana dopo, le forti sensazioni del film dovevano essersi ormai di certo sbiadite nella memoria di quegli sfaccendati che in piazza attendevano, senza alcuna ragione particolare, l’arrivo della corriera. Del film però ricordavano bene la frase che “Gelsomina” doveva urlare per annunciare lo spettacolo…

La corriera arrivò, più o meno puntuale; ne scese un signore che subito attirò l’attenzione: nessuno lo aspettava, indossava un improbabile impermeabile chiaro e si guardava intorno smarrito.
Era un emigrato che tornava dopo anni e senza tanta fortuna, dalla lontana Argentina. Fisicamente non somigliava per nulla all’energico saltimbanco del film, ma aveva appena scaricato il suo grande baule e fatto qualche passo, quando qualcuno nel silenzio della piazza urlò: “E’ arrivato Zampanò!...E’ arrivato Zampanò!!” …e Zampanò fu: quel soprannome gli si attaccò addosso per sempre…con una pervicacia amara che forse neppure Fellini avrebbe potuto immaginare.





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