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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Gaetano |
Inserito il - 17/02/2011 : 13:37:43 Immagine:
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I resti delle “turri u’ nutaru” dominavano la “trapesa” di Don Giovanni Martirani, proprio nei pressi dell’omonimo mulino.
Erano costruzioni imponenti, vigilavano quell’area antistante la confluenza tra l’Esaro ed il Forge.
Assieme alle “turri du prufissuru Gennarino” alle “frassi” ed alla “turra di Michele Avolio sopra “salerno” erano i miei preferiti tra tutti i fabbricati rurali che allora mi piaceva fotografare.
Rappresentavano meglio di altri ciò che un tempo era la nostra comunità, quasi tutta dedita al duro lavoro dei campi.
Sparite queste testimonianze ci siamo illusi di poter reinventare questo nostro piccolo angolo di mondo.
Un bel lago contornato di monti, di strade diritte e lunghe gallerie.
Immaginavamo già tanti innumerevoli turisti accovacciati sulle rive, insomma un vero paradiso!
Talvolta, dal “paradiso” all’ “inferno” il passo è breve, anche se occorrono anni per capirlo.
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2 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Info-Forum |
Inserito il - 24/02/2013 : 17:45:16 Nel forum ci sono oltre 4643 post...riscopriamoli... |
Massimo |
Inserito il - 21/02/2011 : 17:21:45 Gra nde emozione gaetano, ho risentito il monologo di benigni oggi e mentre lui parlava della felicità guardavo sul forum questa foto, beh io mi ricordo e sono fortunato di raccontarlo ai miei figli che quando ero piccolo andavo in questa casa con mamma nipote di zii nutaru un uomo grande imponente con un mantello e un cappello nero pascolave le vacche arrivava sotto casa alla sivuca mi chiamava io correvo con una pentola di rame e lui fermava una mucca e mungeva il latte me lo dava e io felicissimo lo abbracciavo scappavo da mamma che mi ci metteva il pane vecchio di qualche giorno duro poi strappava un pezzo di ramo di fico e lo mettevo dentro e il latte sarricuttavidi e io e mio fratello lo mangiavamo tiepido e denso. Mamma mi portava al suo mulino a macinare il grano con l'asino di nonno franchiano e in attesa del nostro turno lo legavo alla nuci o allu ciivizu ianchu e andavo alla turri di zii nutari e zia ndonetta mi facividi u cafè e na pastinella, dalla torre si vedeva l'asinu e il grano a a muinari nni chiamavidi quando era il nostro turno io ero felice perche zii nutari mi portava nella stalla delle mucche e poi al mulino mi faceva vedere come funzionava il mulino tenendomi in braccio e mi sentivo grande e felice. ecco forse bisogna parlare delle cose belle del nostro paese. non si può vivere una vecchiaia felice se non si ha il cuore pieno di ricordi felici. Massimo |
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