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 Il racconto del venerdì (6)

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Gaetano Inserito il - 29/10/2010 : 09:14:26

150 anni fa, proprio in questi giorni, terminava l’epopea dei “Mille”.

Infatti, il 21 ottobre 1860 si tenne il “plebiscito” per l’annessione del Mezzogiorno e della Sicilia al Piemonte sabaudo. I “no” furono un’esigua minoranza.

All’alba del 26 ottobre Garibaldi si fermò presso Teano, al bivio Taverna Catena, presso una casa rustica e una dozzina di pioppi. Passavano in lunga fila le truppe regie.

Quando ad un tratto apparve il Re in sella ad un cavallo arabo storno con un codazzo di generali, di ciambellani, di servitori...
Dopo una breve conversazione, Garibaldi, alzando la voce e girando gli occhi gridò ai presenti: “Ecco il Re d’Italia!”. Poi si separarono.

Per il conquistatore di un regno quegli ultimi giorni furono un susseguirsi di amarezze. Cavour aveva fretta di mostrare alla diplomazia che l’avventura rivoluzionaria era finita.

Il 6 novembre a Caserta, davanti alla Reggia, il Re non si presentò nemmeno alla solenne rassegna dei garibaldini che avevano combattuto quella guerra vittoriosa.

A Garibaldi furono offerte cariche e prebende che, secondo il solito, rifiutò. All’alba del 9 partì mesto.

Delle ricchezze del Regno portava qualche centinaia di lire (messe da parte dal fido Basso a sua insaputa), alcuni pacchi di caffè e di zucchero, un sacco di legumi, un sacco di sementi, una balla di merluzzo secco.

Sulla nave che lo riportava a Caprera, forse ripensava al “Memorandum” che aveva appena inviato alle “Potenze d’Europa” il 15 ottobre, dopo la battaglia del Volturno: per incitarli a che l’Europa formasse un solo Stato, perché così non vi sarebbero stati “più eserciti, non più flotte; e gli immensi capitali strappati quasi sempre ai bisogni e alla miseria dei popoli, sarebbero convertiti invece a vantaggio del popolo in uno sviluppo colossale dell’industria, nella costruzione delle strade, … nell’erezione delle scuole..”.

Il più grande condottiero dell’epoca moderna aveva il dono di mostrarsi grande anche come uomo di pace.



Brani tratti da “Garibaldi: battaglie, amori, ideali di un cittadino del mondo” di Alfonso Scirocco (2001)
5   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Gaetano Inserito il - 25/01/2011 : 19:35:54

Carissimi Marilena ed Antonio, Vi ringrazio dei complimenti (che fanno sempre piacere!) ma vorrei un pochino circoscriverli.
La partecipazione dei più di cinquanta santagatesi al 1848 uniti alla Banda di Tommaso Ortale l'ho appresa leggendo la "Pieve" di Don Antonio Montalto (pag.316), come anche citato nella nostra monografia (pag.3) su quest'opera a 20 anni dalla sua pubblicazione.
E' vero però che ho approfondito l'argomento: la figura di Tommaso Ortale, il 1848 molto vivace in Calabria ed a Cosenza in particolare.
Tra l'altro Vi consiglio di leggere il libro "Noi credevamo" di Anna Banti da cui trae ispirazione il recente film di Martone.
Il protagonista è un patriota calabrese che viene condannato a seguito dell'insurrezione del 1848 alla dura prigionia nelle carceri borboniche, la cui rappresentazione potrebbe ricalcare quello che hanno "passato" allora i nostri paesani.
marilena Inserito il - 25/01/2011 : 16:29:02
Ciao Gaetano
anche io come Antonio sono stupefatta sull'accuratezza delle notizie che riporti e dalla profondità delle tue conoscenze storiche su molte vicende santagatesi passate.
Complimenti e grazie per la condivisione del tuo sapere.



Un caro saluto
Marilena
Antonio Inserito il - 24/01/2011 : 13:43:53
Caro Gaetano,
mesi fa, leggendo questo tuo reply, ero rimasto molto colpito da questa notizia sui santagatesi scesi a finco di T.Ortale, e mi ero ripromesso di chiederti un approfondimento, lo faccio ora- anche se con un certo ritardo- ringraziandoti ancora una volta per i tuoi interventi sempre così stimolanti e documentati.

Citazione:
Messaggio inserito da Gaetano


......qualche anno prima, nel 1848 più di 50 (cinquanta) santagatesi si unirono alla banda di Tommaso Ortale (già legale dei Fratelli Bandiera nel processo che li condannò a morte nel 1844) per sollevarsi contro il regime borbonico.
Questi nostri eroi dimenticati furono arrestati e incarcerati per anni fino all’amnistia del 1852 (vado a memoria).

Gaetano Inserito il - 03/11/2010 : 15:24:18

Caro Francesco,
non so dire se il 1860 sia stato o meno “uno dei periodi più infausti che il sud abbia mai vissuto”.
So solo che, qualche anno prima, nel 1848 più di 50 (cinquanta) santagatesi si unirono alla banda di Tommaso Ortale (già legale dei Fratelli Bandiera nel processo che li condannò a morte nel 1844) per sollevarsi contro il regime borbonico.
Questi nostri eroi dimenticati furono arrestati e incarcerati per anni fino all’amnistia del 1852 (vado a memoria).
Non v’è dubbio che il nostro era (per quei tempi) un paese “avanzato” e se, come ancora si ricorda, le sue “porte” venivano regolarmente chiuse tutte le sere, c’è da supporre che i nostri avi non abbiano mai particolarmente solidarizzato con i “briganti” per tutto l’immediato periodo di c.d. “guerra civile” successivo all’unificazione.
Leggendo anche le imprese di “Facio” non possiamo non riconoscere nelle sue gesta una sua particolare attitudine alla guerra “garibaldina”, fatta di sacrificio, ardimento, coraggio, sprezzo del pericolo e soprattutto tensione morale e disinteresse personale.
In questo contesto, mi piace ricordare quella "storia" che ci veniva insegnata sui banchi della scuola elementare da insegnanti appassionati e pieni di passione civile e politica, come Carmelo Arcuri, che in questi giorni ci ha anzitempo lasciato.
Pesciolino Inserito il - 29/10/2010 : 21:15:52
...forse uno dei periodi più infausti che il Sud abbia mai vissuto!









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