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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Gaetano |
Inserito il - 22/10/2010 : 15:07:40 Oggi pomeriggio alle ore 17.00 presso il Centro Internazionale di Studi Gioachimiti di San Giovanni in Fiore (Abbazia Florense) si terrà la lezione "Liber figurarum – Introduzione alle geometrie simboliche dell’abate Gioacchino" – Relatore il Prof. Marco Rainini.
Una ulteriore testimonianza di quanto Gioacchino da Fiore venga tuttora studiato e divulgato come uno dei grandi maestri della civiltà europea.
Segnalo che sul sito http:/www.centrostudigioachimiti.it è possibile apprezzare anche la straordinaria dimensione spirituale di questo nostro importante conterraneo come traspare dalle memorie di Luca Campano, allora arcivescovo di Cosenza, nell'anno secondo del pontificato di papa Lucio (III).
Vi riporto alcuni frammenti di queste memorie e Vi rimando al sito per approfondimenti.
Buon week-end.
“Lo assistevo anche nella celebrazione della messa, ammirandolo in tutte le sue consuetudini. Infatti, celebrando, alzava più degli altri sacerdoti la mano per benedire l'ostia ed eseguiva in un cerimoniale più solenne i segni e le prescrizioni rituali. Nell'ora precisa del sacrifìcio eucaristico mostrava un volto acceso e veramente angelico, come allora notai e ben ricordo. Anzi non poche volte lo vidi piangere nella celebrazione della messa, specialmente durante la lettura della passione del Signore. Ebbi anche l'occasione di ascoltarlo, mentre diceva di non sentirsi mai così sollevato per tutto l'anno come nei quindici giorni della passione, tanto che se ne rattristava sempre quando stavano per finire. E forse per questo nel sabato, in cui si canta il Sitientes, gli fu concesso di non avvertire alcun dolore per la conclusione della sua vita mortale e, raggiunto il vero sabato, di affrettarsi come cervo alle sorgenti delle acque.
Aveva appreso da Cristo ad essere mite ed umile di cuore. Infatti quando era abate a Corazzo, andava spesso a pulire personalmente tutta l'infermeria: il soffitto prima, poi le pareti e il pavimento, e infine penetrava nei locali più piccoli e nascosti. Fatta la pulizia della casa, volgeva il pensiero alla preparazione delle pietanze; e senza perder tempo, provvedeva nella maniera più opportuna in cucina alle necessità dei malati, preoccupandosi di non trascurare in nessun momento gli infermi e i deboli".
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