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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Profilo Utente n/a Inserito il - 20/03/2007 : 11:10:35
Articoli pubblicati, a mia firma, oggi a pagina 20 de La Provincia cosentina. Li posto entrambi per opportuna conoscenza.

Diga, operai in assemblea operai davanti al cantiere sequestrato
Oggi alle 17,30 il Prefetto riceve sindaci, sindacati e delegazione dei lavoratori


S. AGATA D’ESARO

Neanche il vento gelido che imperversava ieri mattina sull’alta Valle dell’Esaro ha impedito lo svolgimento dell’assemblea tra i lavoratori ed i sindacati per fare il punto della situazione, specie dopo la mannaia del “sequestro” dei cantieri della Diga avvenuto mercoledì scorso. Un eufemismo il vento di ieri, rispetto alle prospettive che attendono i trenta lavoratori (21 operai e 9 impiegati) che sono già stati (o quasi) messi alla porta con le lettere di licenziamento. A dar loro manforte, oltre ai sindacati, anche i sindaci Arcuri e Callisto, di Sant’Agata d’Esaro e Malvito, oltre ai segretari generali Enzo Pelle (Filca-Cisl) accompagnato anche da Franco Ventarola; Giuseppe Guido (Fillea-Cgil) e Bruno Marte (Feneal-Uil). Quasi gli stessi attori, oltretutto, compreso una delegazione di lavoratori e Rsu aziendale saranno ricevuti oggi pomeriggio, alle 17,30, dal Prefetto di Cosenza, Francesco Antonio Musolino.
L’assemblea di ieri è servita sicuramente per fare il punto della situazione ed anche per avanzare delle proposte. Quelle più impellenti, è ovvio, riguardano gli ammortizzatori sociali su cui far leva per il futuro immediato dei lavoratori.
“Andremo dal Prefetto con la nostra istanza – ha riferito a nome del sindacato unitario, Enzo Pelle – di chiedere la cassa integrazione per i lavoratori. Successivamente seguiremo la vertenza per gradi, chiedendo un incontro anche alla Torno e, quindi, alla Regione Calabria per sollecitarla in eventuali propri interventi a sostegno della vicenda e della preoccupazione dei lavoratori. Oggi i lavoratori sono una trentina, ma avrebbero potuto essere oltre quaranta, se si pensa che tra un mese sarebbero rientrati i dodici (a tempo determinato) licenziati nel mese dicembre per far capire che la situazione forza-lavoro è davvero la prima da affrontare”.
In prima istanza, dunque, la situazione occupazionale, con la consapevolezza che in un territorio già martoriato andranno ad incidere (o quasi) i bilanci negativi della trentina di famiglie praticamente sul lastrico. Ma nessuna azione eclatante, almeno per il momento.
Poi, tutto il resto. Sperando, ovviamente, in un dissequestro dei cantieri. Anche se, purtroppo, quando c’è di mezzo la Magistratura è difficile pensare a sblocchi repentini, come quello di cui qualcuno parla: “Si paga il contenzioso è tutto ritorna a posto”. Forse, pur volendo essere, ottimista, oggi è troppo semplicistico. Sarà importante, in questa fase – come sempre del resto – l’apporto dei sindaci, che sicuramente andranno dal Prefetto con delle proposte proprie a riguardo della grave situazione sociale che oggi si respira in tutto l’Alto Esaro.
Alessandro Amodio


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Diga, ultimi mesi di lavoro tra promesse e speranze

L’ultima volta i lavori si erano fermati ad ottobre 2005 con l’occupazione dei cantieri. Giorni febbrili, assemblee, e voci si rincorrono, come sempre, tra promesse e speranze.
La Diga dell’Esaro, d’altronde, è stata sempre etichettata come “la grande incompiuta”. E non ha mai vissuto periodo felici troppo lunghi. L’ultima palla al piede sarebbe potuta essere quella del contenzioso: puntualmente scoppiata. Pur col fermo-cantiere a Sant’Agata d’Esaro, si parla del rifinanziamento dell’opera per il completamento, ma non si conosce la data della riapertura dei cantieri. Già allora, però, c’è da superare lo scoglio dei famosi 22,5 milioni di euro con la possibile transazione con la curatela fallimentare della Prass. Riaprono i cantieri (dicembre 2005), anche se soltanto per un ordine di servizio da parte del direttore dei lavori (Trevisan, poi revocato prima di Natale) e del responsabile del procedimento (Bajetti). Ma si parla solo di alcune settimane di lavoro. Poi c’è l’intesa fra il sindacato unitario e la Regione Calabria (con l’inserimento della diga, opera strategica, nell’Apq). Ma la situazione (gennaio 2006) precipita di nuovo. Arrivano lettere da parte della Torno che annuncia l’avvio della procedura di riduzione del personale. Intanto sul contenzioso, il 10 gennaio, in base al ricorso posto davanti al Tribunale di Catanzaro viene dichiarata l'incompetenza del Giudice adito in favore del Tribunale Fallimentare di Verona. E potrebbe essere solo un nuovo appalto a far ripartire un cantiere “fantasma” che ormai non esiste quasi più. Ciò si arguisce dopo l’incontro (febbraio 2006) a Reggio Calabria, con Impresa Torno, Confindustria di Cosenza, Filca, Fillea, Feneal e Rsu aziendale, che stabiliscono una “cessazione bonaria” del rapporto di lavoro. A sorpresa, però (marzo 2006) arriva un accordo a Catanzaro, sulla prosecuzione dei lavori per la Diga sull’Alto Esaro, tra l’Impresa Torno e l’assessore regionale ai Lavori Pubblici, Luigi Incarnato, che porta alla riapertura dei cantieri, almeno per il completamento della messa in sicurezza. Fra soddisfazione, mista ad incertezza, vengono riassunti, anche grazie all'iniziativa politica dei Ds di Sant’Agata anche cinque operai locali. Tra mille contraddizioni, però, a dicembre arriva il licenziamento di tutti gli operai assunti a tempo determinato. Quindi, a febbraio scorso l’incontro con l’Assessore Incarnato che riaccende barlumi di speranze. Subito spenti, come un destino già segnato, dalla vicenda sequestro.
A. A.
2   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Profilo Utente n/a Inserito il - 21/03/2007 : 07:37:27
Per Luca,
grazie a te che ti interessi del presente ma anche del passato.

Per quanto riguarda la Diga è dal 1962 che se ne parla.
Una storia infinita. E' di ben 45 anni fa, infatti, l'inizio della vicenda per la realizzazione della diga sul fiume Esaro, con una perizia di studio per l'elaborazione di un piano irriguo nel comprensorio della Piana di Sibari e della media valle del fiume Crati. Il piano venne approvato dall'allora Cassa per il Mezzogiorno nel 1965, con un'interruzione negli studi di fattibilità fino al 1971, quando il Consorzio di bonifica della Piana di Sibari segnalò alla Casmez un nuovo progettista della diga, l'ing. Giulio Trevisan. Nel 1976 la stipula della convenzione e nel 1979 l'approvazione del progetto esecutivo da parte della Cassa per il Mezzogiorno, con conferimento dell'incarico di direttore dei lavori allo stesso Trevisan nell'ottobre del 1980. Dopo una nuova interruzione, a metà negli ’80, i lavori erano ripresi nel marzo del 2006. Proprio in coincidenza con l'ultima ripresa dei lavori sarebbe stato commesso il reato per il quale sono indagati l'assessore regionale Incarnato ed i vertici della società Torno. Quest'ultima, infatti, nel momento in cui è subentrata nella realizzazione dell'opera, non avrebbe provveduto a redigere una nuova progettazione. Nel decreto di sequestro, infatti, viene citato "unico progetto in corso d'esecuzione quello redatto dall'ing. Giulio Trevisan, della Prass srl. Non risultano ulteriori nuovi progetti o progetti di variante".

...e si potrebbe continuare ai giorni nostri come tu dici.
Nel prossimo posto, comunque, gli aggiornamenti di ieri in Prefettura.
Alessandro
Luca Spinelli Inserito il - 20/03/2007 : 20:35:33
Ciao Alessandro, grazie sempre per le informazioni che ci dai, specie a quelli come me che sono fuori sede.
Io spero in una ripresa naturalmente, ma i tempi si sa non saranno brevi.
mi sono cimentato in una ricerca stimolata da queste tue notizie, e ho trovato un sacco di documenti...fin ora ho trovato fino all'anno 1992...spero di scendere ancora come date, mi piacerebbe un giorno capire come andaano le cose prima che io nascessi!!!
Ti ringrazio ancora per l'importante supporto che dai, un abbraccio.
Luca Spinelli

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