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 Agorà di Santagataviva
 Trap,e sono 70

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Walter Sirimarco Inserito il - 16/03/2009 : 21:29:51


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Sua moglie Paola ha provato tante volte a guarirlo dal vizio del calcio, ma lui non ha mai voluto smettere. I suoi primi 70 anni infatti non li festeggia in poltrona, da pensionato, ma ancora sul campo, alle prese con giocatori nuovi e una nuova lingua da scoprire: Giovanni Trapattoni, che i rivali chiamavano 'sanguisuga' e che tutti hanno conosciuto e amato come Trap, e' cosi'. Un vulcano che non ha mai smesso di regalare lava, uno che in 50 anni ne ha viste di tutti i colori. Dal calcio di Rocco a quello di Mourinho, passando attraverso facce e stili diversi, mai venendo meno al suo. Inconfondibile, colorito, istrionico: dall'acqua santa agli show in un maccheronico tedesco diventati cult.

Cosi' anche alla vigilia di un compleanno tanto importante ha davanti l'ennesimo obiettivo da inseguire: portare la 'sua' Irlanda ai mondiali del Sudafrica, nel 2010. Nato sotto il segno dei pesci a Cusano Milanino il 17 marzo 1939, da mezzo secolo Trapattoni e' sulla breccia: simpatico e dotato di spiccato buon senso e' stato prima un giocatore di successo, e poi un allenatore tra i piu' vincenti della storia del pallone, non solo quello made in Italy. Gia', perche' la curiosita' e il coraggio, e una modernita' ante-litteram, lo hanno portato a superare i confini nazionali tante volte, anche quando non era piu' un ragazzo. Da giocatore la sua carriera si e' tinta di rossonero: tredici le stagioni al Milan dal 1957 fino al '71. Mediano robusto e caparbio, nonostante la taglia small, ma anche difensore e terzino quando serviva, il Trap e' stato uno degli uomini simbolo del Milan allenato da Rocco, con cui vinse praticamente tutto. Due scudetti, altrettante Coppe dei Campioni, una Coppa delle Coppe ed una Coppa intercontinentale, oltre alla Coppa Italia del 1967.

Numeri record, collezionando ben 274 partite di campionato e 351 in gare ufficiali. Ma non sono solo sterili cifre a rendere grande un calciatore, perche' quello lo 'riconosci dal coraggio': e il giovane Trapattoni ne ha avuto sempre tanto, non solo quando in un pomeriggio del maggio 1963 a San Siro si rese protagonista di una delle piu' celebri marcature della storia del pallone. Lo stop a Pele e' diventato leggenda e il Trap l'unico carnefice del fuoriclasse brasiliano. Difficile mettere in soffitta una storia cosi': ma la fine del calcio giocato (con 17 presenze in nazionale) ha segnato per Trapattoni l'inizio di un'era altrettanto gloriosa. Quella di allenatore: l'esordio nel 74 naturalmente con il Milan. Ma i successi veri in panchina arrivano con la Juventus: un decennio, dal 76, segnato da 6 scudetti e zeppo di trionfi anche europei, con la tragedia dell'Heysel triste tappa del suo inarrestabile cammino. Un passaggio all'Inter, condito dallo scudetto e poi un ritorno alla Juve, anche se meno glorioso. Nel 1994 la prima avventura oltre confine, al Bayern Monaco. Poi il ritorno in Italia al Cagliari e di nuovo nel club bavarese dal 1996 al 1998. Due anni alla Fiorentina e poi il quadriennio sulla panchina azzurra.

Un mondiale e un europeo conclusi senza gloria, e non senza qualche brutta figura. Tanto che in molti lo avevano gia' messo in archivio: ''Il Trap e' bollito''. Vecchia la sua tecnica difensivistica, superato il suo calcio. Eppure il Trap e' sempre li', personaggio dentro e fuori dal campo. Complice la sua esuberanza verbale - rimane storica la conferenza stampa del 10 marzo 1998 quando in Germania la rabbia per la sconfitta della sua squadra si trasformo' in uno show esilarante con il giocatore Strunz malcapitato protagonista - le sue idee sono diventate 'il Trapattoni pensiero'. E sono diventati aforismi frasi del tipo ''Mai dire gatto se non ce l'hai nel sacco''. La verve l'ex mediano rossonero non l'ha persa, e si e' visto quando alla vigilia del match con il Montenegro, lo scorso settembre, ruzzolo' a terra in conferenza stampa: ''Ecco, abbiamo gia' il primo infortunio'' scherzo' il Trap. E adesso che deve spegnere 70 candeline lo smalto resta quello di un tempo: ''Quando smetto? Queste cose le lascio decidere a Dio - sorride il cattolico Trap (sua sorella e' suora) - Ho la salute e il calcio mi diverte ancora. Intanto voglio portare l'Irlanda ai mondiali, poi si vedra'''. Fa melina il Trap, e stavolta piace a tutti.




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