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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Antonio |
Inserito il - 08/11/2013 : 16:24:56
LA SAGRA DELLA CASTAGNA E L’OFFERTA TURISTICA SANTAGATESE.
Intanto buon divertimento e congratulazioni alla Nuova Pro Loco e a tutti gli organizzatori. Pur non avendo mai avuto occasione di parteciparvi di persona (anche se tramite la ex associazione culturale santagataviva abbiamo negli anni sostenuto e contribuito con alcune iniziative e proposte), penso che la Sagra della Castagna rappresenti una delle rarissime occasioni realmente “turistiche” sviluppate negli anni a Sant’Agata (un altro esempio è l’Arthemisia Musica Classica Festival per Emilio Martorelli).
Per iniziativa realmente turistica, intendo una proposta in grado di coinvolgere un pubblico composto non dai soliti (comunque benvenuti) compaesani in rientro, ma anche – soprattutto! – da un certo numero di persone non direttamente legate a Sant’Agata e che, appunto, vi si recano in visita turistica perché attratti dall’evento.
Di “turismo” a Sant’Agata ogni tanto se ne parla ma, come dicevamo nelle “interviste im…possibili”, a volte l’argomento viene affrontato in modo un poco scollegato da quelle che sono – o che potrebbero essere – le reali opportunità offerte dal territorio e dal contesto santagatese.
Tempo fa – sempre attraverso la ex associazione culturale santagataviva – avevamo sottoposto all’allora Amministrazione Arcuri e poi alle successive, una possibile ipotesi di codifica - una base di discussione progettuale - per riattivare il Carnevale santagatese con il duplice obiettivo di salvare la tradizione dei “festini” (ormai quasi del tutto scomparsa) e, allo stesso tempo, attrarre dal circondario un pubblico di “turisti” (nel senso che abbiamo specificato prima). La cosa purtroppo non ha avuto seguito.
Oltre alla Sagra, all’AMCF e al Carnevale, ci sarebbero altre possibili occasioni per incrementare le presenze a Sant’Agata. Tra queste sicuramente la valorizzazione della Grotta della Monaca, la promozione dei prodotti gastronomici (con la creazione della De.Co. - denominazione di origine comunale - ), il sostegno agli agriturismi, la codificazione di alcune altre feste tradizionali quali i Pagliari, le Nove Cose ecc.
Penso che un impegno in questo senso non sarebbe molto oneroso e potrebbe generare frutti proficui per tutta la comunità.
Ci sarebbe naturalmente bisogno di un coinvolgimento di tutti e di una progettualità e una disponibilità serene e aperte, tese a valorizzare le idee, il lavoro e le proposte di ciascuno. A me personalmente ad esempio – e lo dico sinceramente senza alcun intento polemico - è un poco dispiaciuto che il Premio Cultura Montana sia stato lasciato cadere in favore di una iniziativa molto simile denominata “Concorso Casta…gna gna” giunta alla seconda edizione. Peccato, Sant’Agata avrebbe oggi potuto vantare la 6° edizione di un Premio che per quattro anni e con non pochi problemi, è stato sostenuto e portato avanti insieme all’Amministrazione Comunale di Sant’Agata e alla dirigenza dell’Ipsia (l’obiettivo strategico era proprio quello di promuovere l’istituto), e che ha visto il coinvolgimento attivo delle scuole primarie e secondarie del circondario.
Certo, questa mancanza di continuità è forse piccola cosa, ma riflettevo sul fatto che se fosse stato utilizzato lo stesso metodo per la Sagra della Castagna - ideata 39 anni fa da un gruppo di amici e subito valorizzata dalla prima Amministrazione Fasano e poi dalle successive - oggi non avremmo potuto definire la Sagra santagatese quale la più antica di Calabria.
Buon divertimento e buon lavoro a tutti.
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5 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Gaetano |
Inserito il - 18/11/2013 : 13:23:12 Scusatemi, vorrei solo aggiungere brevemente due cose e poi, prometto, non scrivo più:
Vorrei proporre per quanto già detto alla Proloco di Sant’Agata, con lo spirito di cortesia e collaborazione che ha contraddistinto questa conversazione, di rinominare il concorso “casta.. gna.gna” in concorso “L’Albero delle Nostre Castagne”.
La motivazione è semplice: al cospetto di malattie di ogni tipo e provenienti da ogni dove l’albero delle castagne santagatesi sta combattendo da vari decenni un’aspra e difficile lotta per la sua sopravvivenza. Si tratta di esemplari spesso pluri-centenari che costituiscono essi stessi dei monumenti della natura che conferiscono al nostro paesaggio un’incomparabile bellezza e costituiscono una preziosa fonte di reddito.
Vi mostro poi una tabella che riepiloga alcuni dati della produzione di castagne a Sant’Agata nel decennio 1978-1989 a cui prima avevo fatto riferimento.
Immagine:
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Sono dati che ripeto avevo desunto nel 1991 credo grazie alla sempre pronta disponibilità di Carminuccio della Forestale.
Capisco l’orgoglio legittimo per essere la nostra Sagra, la più antica della Calabria. Capisco molto meno, alla luce di quei dati, la rassegnazione e l’impotenza che, in questi ultimi decenni, hanno decretato il progressivo e consistente degrado del nostro patrimonio castanicolo.
E’ anche vero che ogni azione di contrasto avrebbe richiesto la creazione di un consorzio tra i proprietari ed un’unità d’intenti che in tempi di acerrime e rissose contrapposizioni pseudo-politiche erano difficili da realizzare e da raggiungere.
Con una nota di ottimismo e di speranza per il futuro della nostra comunità, colgo l’occasione per ricordare quel significativo appello all’unità della nostra gente che la stessa Fausta aveva pronunciato in apertura dello Zecchino d’Oro in Agosto, che penso non abbia toccato solo me.
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Gaetano |
Inserito il - 16/11/2013 : 17:38:30 Cara Fausta, al contrario di Te, purtroppo non abito stabilmente a Sant’Agata e quindi non sapevo dell’esistenza del concorso casta…gna gna. Premetto anche che, come potrà confermare Antonio, non mi sono mai occupato in santagataviva del Premio Cultura Montana. La mia quindi non era e non voleva essere una difesa d’ufficio di quella iniziativa. Come hai giustamente colto, invece, il bersaglio del mio intervento era, partendo dalla denominazione del Vostro concorso, quello di stigmatizzare un atteggiamento in fondo distaccato e superficiale con il quale è stato affrontato almeno negli ultimi quaranta anni il problema della salvaguardia , del recupero e della valorizzazione del nostro patrimonio naturalistico, ivi compreso quello fondamentale dei castagneti. Nell’edizione 1991 della Sagra delle Castagne fui tra gli organizzatori di un convegno sul tema dell’impoverimento dei castagneti in team con la Comunità Montana e fu per me un’occasione importante per approfondire anche le possibilità di recupero di questa importantissima risorsa. Ho riletto pochi minuti fa gli appunti che avevo preso leggendo allora il “Piano di sviluppo agricolo-forestale e di assetto del territorio” redatto dalla nostra Comunità Montana dove venivano con dovizia di dati e con individuazione di misure concrete e con stima dei relativi costi quello che si sarebbe dovuto fare per salvare e rilanciare questa coltura. Già allora più del 45% dei castagneti, specie dei cedui, era affetto dal cancro della corteccia e dal mal di inchiostro; a Sant’Agata, specialmente, il male aveva già decimato alcune zone come quella del petroso/cappella e del follorito. Ti chiederai, come mi chiedo io, perché tutto quel pregevole lavoro sia rimasto sulla carta, come un altro, ennesimo, “libro dei sogni”. Credo sia impossibile e forse inutile rispondere a questa domanda. Secondo alcune stime della Guardia Forestale che avevo raccolto per l’occasione, risultava che nel 1989 l’introito complessivo della vendita di castagne ai compratori esterni circa 2.200 quintali) aveva fruttato alle famiglie santagatesi oltre 284 milioni di vecchie lire, una cifra importante il cui controvalore odierno non darebbe un’idea corretta del peso che ancora aveva la castagna per noi tutti, al di là del fenomeno “turistico” della sagra. E’ vero, come Tu dici, che non bisogna fermarsi al titolo ma sentire la canzone, ovvero valutare i contenuti effettivi di un’iniziativa come la Vostra che sono tutt’altro che discutibili e che condivido pienamente. Ritengo, però, che in una situazione come quella attuale proprio per essere più vicini ai ragazzi che sempre meno potranno riempirsi le tasche di castagne “affornate” e comprendere così l’eredità che vanno perdendo, occorrerebbe uno sforzo ulteriore per dare l’onore delle armi a questo frutto così fortemente santagatese con una denominazione, consentimi, più consona ma non necessariamente pomposa del Vostro/nostro concorso. Un forte abbraccio e buona domenica.
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Antonio |
Inserito il - 16/11/2013 : 14:13:06 Ciao Fausta,
grazie per la risposta. E ancora complimenti per tutte le iniziative che tu e gli amici della ProLoco portate avanti.
Il fatto che tu ti senta coinvolta in questa discussione è ancora una volta indice del tuo alto livello di partecipazione alla vita socio-culturale della nostra comunità e quindi mi fa ancora più piacere.
Che tu non abbia mai sentito parlare del Premio Cultura Montana naturalmente mi dispiace, evidentemente in quegli anni non avevi contatti con i dirigenti dell’Ipsia, né con l’amministrazione comunale, né con l’ambiente scolastico e gli insegnanti, né con gli assessorati coinvolti, né con i membri della giuria, né con alcuni amici della ProLoco che al Premio hanno collaborato, né con le iniziative della ex associazione culturale santagataviva, né con gli alunni e gli studenti premiati. E’ una cosa che può succedere. Ciò che invece trovo significativo e interessante da approfondire è il fatto che nessuno dei co-organizzatori del Premio - non la dirigenza dell’Ipsia, non il Comune, non gli assessori, non i membri delle giurie, non le scuole e gli insegnanti ( con le eccezioni che hai indicato)- , si siano attivati per informarti in modo da evolvere e continuare lungo un sentiero già tracciato.
E’ importante specificare che il Premio Cultura Montana non è un’idea mia né dell’ex associazione culturale santagataviva, ma dell’allora dirigente scolastico dell’IPsia, professor Giorgio Franco.
Noi ci siamo solo messi a disposizione dell’Ipsia e del Comune, offrendo con entusiasmo collaborazione, programmazione e affiancamento intellettuale e concettuale, organizzazione, contesto e, infine ma non ultimo, contributi economici e continuità. Ecco, questo è il nocciolo del mio intervento e l’aspetto che mi interessa approfondire.
La comunità santagatese è sempre stata ricca e attiva dal punto di vista socio-culturale. Ma questa ricchezza viene messa a frutto raramente e con grandissima difficoltà.
Ogni generazione di ragazzi e ragazze santagatesi ha generato stimoli culturali. E certo non solo negli ultimi anni! Il problema è che questa ricchezza viene ogni volta dissipata, come se ogni generazione fosse condannata a ricominciare daccapo. Certo, l’emigrazione ha le sue colpe. Ma a volte sembra che questa discontinuità ci sia entrata nel sangue e ci renda ciechi, incapaci di guardarci intorno e apprezzare, sviluppare, valorizzare e collaborare con chi ci è intorno o con chi ci ha preceduto.
Se vi va potremmo parlarne ancora, approfondendo anche altri aspetti e argomenti ai quali accennavo nel precedente.
Un caro abbraccio.
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faustadix |
Inserito il - 16/11/2013 : 01:38:20 Carissimo Antonio, come segretario della Nuova Pro Loco di Sant’Agata di Esaro ti ringrazio per i complimenti che girerò a tutto il gruppo. Mi auguro che anche tu possa al più presto essere presente alla Sagra della Castagna, magari il prossimo anno in occasione della 40° edizione, così da “gustarla” insieme a noi! Sono d’accordo con te riguardo alla continuità e ti rispondo poiché mi sento chiamata in causa. Il Concorso Artistico- Letterario Casta...gna gna è stato da me proposto al direttivo della proloco che ne ha condiviso la valenza culturale ed educativa e da due edizioni lo seguo personalmente unitamente alla Festa della Casta…gna gna, nata come pretesto per premiare i vincitori di ogni categoria, ma in realtà per coinvolgere le scuole di Sant’Agata ad una partecipazione attiva alla Sagra…infatti già da due anni la Sagra si apre con i bambini proprio durante questa festa. Ti confesso che io, che vivo stabilmente a Sant’Agata da tre anni, non avevo mai sentito parlare del Premio Cultura Montana, sono venuta a conoscenza di questo l’anno scorso (2012 prima edizione in corso del concorso Casta…gna gna) quando i commissari erano riuniti per valutare i lavori realizzati dai ragazzi. In quella occasione la Prof.ssa Nunzia Briguori, membro di commissione insieme alla Prof.ssa Maria Francesca Rumbolo e alla Maestra Cecilia Perrone e al Maestro falegname Olindo Sirimarco, della commissione presieduta dal Prof. Mario Di Cianni, lei mi ha detto dell’esistenza di questo premio…era la prima volta che ne sentivo parlare! Io non conosco il regolamento di quel Concorso da voi proposto anche se condivido i contenuti da da Gaetanino esposti. Allego (se mi riesce) il Bando di concorso della prima e seconda edizione da noi proposto con un titolo che voleva essere vicino ai ragazzi a cui è rivolta la proposta culturale e che sinceramente non tratterei con sufficienza poiché quello che conta in primis è il contenuto…vero Gaetanino? Pertanto:
2012 ….. Tema del concorso: “la castagna e le tradizioni ad essa legate! Un modo per ricordare come nei nostri territori il castagno abbia rappresentato una risorsa importantissima sia per la produzione dei frutti che per la produzione legnosa” ….. Il concorso assume una importante valenza didattica, sia per la riscoperta di tradizioni e culture legate alla castagna, ma anche per promuovere il senso di appartenenza ad una comunità di montagna rivalutandone l'inestimabile valore. Grazie a tutti coloro che si adopereranno per la riuscita del progetto.
2013 ………
Tema del concorso: “ Il castagno risorsa importante del nostro territorio: difesa e salvaguardia” ……….
Il concorso assume una importante valenza didattica, con il tema proposto si vuole riflettere sul senso di appartenenza ad una comunità di montagna ma anche sul problema della salute dei nostri castagneti e sulle iniziative già avviate per la salvaguardia di questa importante risorsa del nostro territorio.
Inoltre tu dici:
Per iniziativa realmente turistica, intendo una proposta in grado di coinvolgere un pubblico composto non dai soliti (comunque benvenuti) compaesani in rientro, ma anche – soprattutto! – da un certo numero di persone non direttamente legate a Sant’Agata e che, appunto, vi si recano in visita turistica perché attratti dall’evento.
Condivido il tuo pensiero ecco perché la Nuova Pro Loco di Sant’Agata di Esaro con il suo nuovo direttivo nominato da luglio 2012 a più di un anno ha proposto
La Festa della Musica 21-22-23 giugno 2013 - I edizione
Zecchino d’oro Valle dell’Esaro 16 Agosto 2013 – I edizione
Queste sono iniziative che coinvolgono….come dici tu
un certo numero di persone non direttamente legate a Sant’Agata e che, appunto, vi si recano in visita turistica perché attratti dall’evento.
Entrambe pur essendo alla prima edizione ti assicuro che hanno avuto un grande successo di pubblico …certo si potrebbe fare molto di più, ma hai ragione
Ci sarebbe naturalmente bisogno di un coinvolgimento di tutti e di una progettualità e una disponibilità serene e aperte, tese a valorizzare le idee, il lavoro e le proposte di ciascuno.
Parliamone… Noi siamo disposti al confronto COSTRUTTIVO, le idee, le proposte ben vengano se finalizzate alla crescita culturale ed economica della nostra comunità.
Ti abbraccio caramente Fausta
Allegato: concorso casta....gna gna!!.pdf 80,19 KB
Allegato: 2013_concorso casta....gna gna!!.pdf 43,5 KB
Allegato: 2013_nomina commissione.pdf 57,41 KB
Allegato: Locandina Festa della castagna.pdf 73,43 KB
Allegato: 2012 nomina commissione.pdf 57,32 KB |
Gaetano |
Inserito il - 11/11/2013 : 17:41:34 Ciao Antonio, mi riesce davvero difficile credere che il “Concorso Casta…gna gna”, così denominato, giunto alla seconda edizione, sia in qualche modo assimilabile al "vecchio" Premio Cultura Montana. Se è così mi fido.
Eppure, la denominazione "Premio Cultura Montana" non era affatto pretenziosa né magniloquente, nel senso che esprimeva un principio difficilmente confutabile: la promozione di una vera cultura della montagna è condizione essenziale per il recupero e lo sviluppo delle aree montane e per il rilancio delle principali risorse del nostro territorio (es. la castanicultura, il ciclo del legno, turismo montano ecc).
Anche perché, perduti i secolari vincoli economici che ci legavano al nostro territorio, vivere in mezzo alle montagne non è più condizione né necessaria, né sufficiente per acquisire una tale cultura.
E così, più gli anni passano e sempre più il contorno dei monti che ci circondano appare lasciato al suo destino, come testimonia senza alcun dubbio l’irrefrenabile impoverimento dei nostri castagneti.
E poco hanno giovato alla causa i canonici convegni annuali su queste problematiche che immancabilmente continuano a condire la ormai lunga tradizione della sagra santagatese.
La promozione di una vera cultura montana è invece operazione complessa e difficile e che non può che partire da una approfondita riconsiderazione e riappropriazione del nostro territorio.
Così non è stato negli ultimi quaranta anni, durante i quali si è perduto irrimediabilmente del tempo prezioso e l’abbandono si è reso peraltro necessario per via dell’invaso.
Allo stato dei fatti, quantomeno cerchiamo di non perdere la memoria di quello che siamo stati perché è grazie alla castagna (non alla casta….gna gna), alla dignità ed alle speranze che ha alimentato nel passato questo frutto generoso e polivalente, che oggi siamo quello che siamo .
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