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 Dissequestrata parte dei progetti della Diga Esaro

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Profilo Utente n/a Inserito il - 23/06/2007 : 19:37:54
Articolo pubblicato, a mia firma, a pagina 20 de La Provincia cosentina.
Come si dice in questi casi: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio...senza enfatizzare troppo.


Dissequestrata parte dei progetti della Diga Esaro
Si tratta, comunque, solo della parte A e B (opere idrauliche a valle Diga)


S. AGATA D’ESARO – Dissequestrati, solo per la parte A e B, i progetti della Diga sull’Alto Esaro. È quello che voleva la Sorical, ancor prima della Regione Calabria, perché gli stessi riguardano per la parte A (opere di sistemazione idraulica a valle Diga, compresa vasca di dissipazione e galleria), e parte B (strada). Ma il fatto, obiettivamente, non rappresenta granché per il futuro e può essere preso soltanto come un “palliativo”, visto il molto fumo negli occhi che ha avuto questo territorio in tanti anni.
I progetti saranno restituiti – come si legge in una nota – “lunedì negli uffici della Procura di Castrovillari secondo quanto era stato disposto dal Tribunale del riesame di Cosenza”. Lo ha reso noto l'amministratore delegato della Sorical, Raimondo Besson.
L’istanza della Sorical è stata vagliata, come si apprende da informazioni assunte, dai sostituti procuratori Larissa Catella e Sandro Cutrignelli, smentendo così altre voci che sarebbe stato il procuratore capo della Procura di Castrovillari a prendere la decisione. E la stessa è stata resa nota proprio dalla Procura all'inizio dell'udienza di ieri, tenutasi in Camera di consiglio davanti al gip del Tribunale di Castrovillari, su istanza dei legali Giuseppe Amendolia, Francesco Astone e Franz Caruso. È presto, comunque, per sbandierare ai quattro venti “l’immediata ripresa dei lavori” come affermano da Sorical, poiché ci sono da mettere a posto diverse cose. Anzitutto le riassunzioni degli operai che non si fanno dalla sera alla mattina.
Oltretutto, i lavori di che trattasi, parte A e B, senza voler essere per forza pessimisti, sono opere a termine. E quindi la Diga ha bisogno di ulteriori elaborati progettuali per poter parlare di sbarramento. Questo si è arguito anche dalle parole di Besson, sul cantiere Diga a Cameli di Malvito, pronunciate non più tardi di mercoledì 13 giugno: “Stiamo lavorando per un nuovo progetto esecutivo, il cui primo stralcio sarà pronto a settembre e poi entro due-tre anni ci sarà quello del corpo Diga. Intanto dobbiamo collegare le acque fluenti dell’Esaro nell’Abatemarco e poi penseremo allo sbarramento anche attraverso i risparmi della Sorical, ammesso che ne restino visto che stiamo spendendo 250mila euro al mese per il fermo cantiere”. Che tradotto in altri termini potrebbe significare che non interessa tanto la Diga (secondo alcuni solo in materiali sparsi), ma soprattutto l’adduzione dell’acqua per la potabilità, che è cosa ben diversa. Dissimili, invece, le dichiarazioni di Besson, dopo l’udienza di ieri che “esprime piena soddisfazione per il superamento della situazione di stallo che consentirà l'immediata ripresa dei lavori”, dicendosi “fiducioso che i ritardi accumulati non si tradurranno in ulteriori danni economici". Saranno vere le precedenti o le attuali? È quello che si chiede, imperterrita, l’opinione pubblica della Valle dell’Esaro.


Immagine:

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2   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Profilo Utente n/a Inserito il - 27/06/2007 : 07:53:47
ARTICOLO PUBBLICATO OGGI su La Provincia cosentina

Diga, riconsegnata parte dei progetti
Da valutare ora la ripresa dei lavori e le “riserve” in termini economici della Torno
Ancor prima del dissequestro Ennio Morrone aveva presentato una interrogazione parlamentare

S. AGATA D’ESARO – La parte dei progetti (A e B), ovvero quella inerente le opere di sistemazione idraulica a valle Diga, compresa vasca di dissipazione, galleria e strada, è “ritornata” nelle mani dell’Impresa Torno, anche se, ovviamente, ora arrivano altri nodi al pettine dell’intricata vicenda sull’Invaso dell’Alto Esaro. Riprenderanno immediatamente i lavori delle opere propedeutiche alla Diga? È presto per dirlo, anche perché bisognerà valutare alcuni elementi fondamentali. Ovvero: in che condizioni è il cantiere dal punto di vista della sicurezza (dopo oltre tre mesi di fermo); quali “riserve” economiche chiederà proprio la Torno a Sorical, a prescindere dai 250mila euro al mese (oltre 8mila euro al giorno) da pagare come penale per il fermo cantiere; e soprattutto quando e come verranno riassunte le maestranze visto che siamo in piena estate. Indiscrezioni raccolte, in altri termini, fanno presagire la paventata “ripresa” non prima di settembre, considerato il periodo di ferie a cui si andrà incontro. E sarà solo in quella data che potranno farsi alcune valutazioni sull’eventuale prosecuzione, non di questi lavori che servono solo a addurre acqua all’Abatemarco, ma della prospettiva di effettiva ultimazione della Diga. Oltretutto, va considerato che questi progetti, sganciati da quelli dello sbarramento, devono essere ancora autorizzati dal Coter (Comitato Tecnico Regionale) e non andranno al Rid (Registro Italiano Dighe), proprio perché non riguardano il corpo Diga. Dunque, Diga si, Diga no: ecco il nuovo dilemma. Ed in attesa che si sfogli la margherita delle ipotesi (ed anche di conoscere le motivazioni del dissequestro parziale), si apprende che, nei giorni scorsi, il deputato Ennio Morrone aveva presentato una “interrogazione a risposta scritta al Ministero della Giustizia ed a quello delle Infrastrutture” per sapere quali provvedimenti i Ministri interrogati ritenevano di dover prendere. In merito al “blocco dei lavori di costruzione”, Morrone enunciava “il sequestro della documentazione e del cantiere avvenuto con decreto del Gip del Tribunale di Castrovillari dello scorso 8 marzo su richiesta della Procura a seguito di esposto presentato da Curatore del Fallimento Prass Srl” (già progettista della diga). E che successivamente il Tribunale di Cosenza (II sezione Penale), in riesame del provvedimento adottato dalla Procura di Castrovillari, ed in parziale accoglimento delle richiesta avanzate, aveva annullato il decreto di sequestro con il provvedimento depositato lo scorso 16 aprile. Di fatto, “la mancata ripresa dei lavori, si sarebbe riverberata negativamente sulle prospettive di sviluppo e di potenziale crescita economica e sociale”. Anche perché venivano “cancellate le prospettive di approvvigionamento idrico per la città di Cosenza e del suo vasto hinterland che soffrono spesso per la penuria d'acqua”. Tutto ciò impediva, altresì, di accedere al finanziamento di 120 milioni di euro per la costruzione dello sbarramento della grande diga (110 milioni metri cubi, il più grande serbatoio idrico d'Europa), che a pieno regime impegnerebbe oltre 350 operai, essendo stato tale finanziamento impegnato più volte e correndo dunque il rischio di venire definitivamente revocato dagli strumenti finanziari e normativi se non utilizzato entro il 31 dicembre 2008. Ma siamo certi che la stazione appaltante voglia la grande diga o, invece, una “dighetta”, peraltro in materiali sciolti, che serva solo per l’approvvigionamento idrico? È il dilemma più grande che affligge ancora il futuro di questa opera.
Profilo Utente n/a Inserito il - 24/06/2007 : 22:28:40
Articolo inviato pubblicato oggi a pagina 21 de La Provincia cosentina

Diga, oggi la riconsegna dei progetti sequestrati
Intanto, un servizio sulle reti Mediaset svela un dossier di Acqualatina di cui fa parte Sorical

S. AGATA D’E. – Stamani negli uffici della Procura di Castrovillari sarà riconsegnata alla Sorical la parte dei progetti dissequestrata, ovvero soltanto quella inerente le opere di sistemazione idraulica a valle Diga, compresa vasca di dissipazione e galleria, e strada. Quindi, alle 19, è stato annunciato, forse con troppa enfasi, la consegna degli stessi alla Torno, cosi come lo smantellamento del presidio di Cameli, dove il sindaco di Malvito (per alcuni abusivamente e senza misure di sicurezza) aveva aperto un suo ufficio contestualmente al suo incatenamento insieme al collega di Sant’Agata d’Esaro.
Riprenderanno, allora, i lavori dell’Invaso? Per quello che interessa alla Sorical, ancor prima che alla Regione Calabria, certamente si. Ma gli stessi – è inutile tergiversare – sono a termine, perché i progetti A e B servono solo ad invasare un po’ d’acqua da addurre all’Abatemarco. Il resto – se arriveranno altri progetti (poiché quelli di Trevisan non saranno mai restituiti) – si vedrà tra due o tre anni. Intanto, forse, ci sarà lavoro per un periodo di circa un anno e probabilmente con un cantiere a scartamento ridotto. Vicenda progetti a parte, tiene banco la trasmissione televisiva (che ha parlato anche della Diga) di sabato sera “Tempi moderni” di Rete 4. Che ha fatto un excursus sulla penuria d’acqua, partendo da un recente sondaggio di Legambiente: "A Cosenza, Latina, ed altre città del centro-sud più della metà dell'acqua immessa in rete sparisce nel nulla, senza essere consumata in nessun modo". A Cosenza, in particolare, se ne perderebbe il 70%. La questione Diga, però, nel corso della stessa trasmissione è stata soltanto sfiorata, con qualche sorrisino ironico nell’intervista a Fulvio Callisto (a metà tra il non dire ed il non sapere) sulla spesa complessiva fino ad oggi “sperperata” per la Diga che ammonterebbe a circa 300 miliardi d’ex lire. Tutti sanno, però, che l’appalto era di 220 vecchi miliardi. Lambita anche la faccenda contenzioso Prass, nonostante sia questo il nodo più grosso da sciogliere. Il servizio sulle reti Mediaset, quindi, ha svelato (qualora ce ne fosse ancora bisogno) che a Sorical (in quanto società privata) non interessa tanto la Diga (che secondo alcuni non dovrebbe essere più in cemento armato ma in materiali sciolti), ma soprattutto l’adduzione dell’acqua per la potabilità alla città di Cosenza, che è cosa ben diversa. E ciò si è arguito anche dal collegamento fatto sul dossier Acqualatina, che attraverso i suoi tentacoli (o se preferite le sue scatole cinesi) fa riferimento proprio a Sorical, che, chissà perché governa il sistema-acque sia in Calabria (considerato il braccio armato della Regione in materia) sia nella provincia di Latina. Chi ha orecchi per intendere, intenda.

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