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 Agorà di Santagataviva
 “Si è celebrato il funerale della Diga”

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Profilo Utente n/a Inserito il - 16/06/2007 : 16:43:01
Articolo inviato per la pubblicazione a La Provincia cosentina

L’ex sindaco Tolve non accetta il cambio di strategia di Sorical e Regione

S. AGATA D’E. - La conferenza stampa di Sorical e Regione Calabria sul cantiere della Diga non è piaciuta all’opinione pubblica, che l’ha considerata l’ennesima passerella di politici e tecnici senza dare nessuna garanzia sul futuro dell’Invaso. Anzi per qualcuno la giornata di mercoledì può considerarsi “il funerale della Diga stessa”, poiché da più parti non si riesce a capire come debbano riprendere i lavori a prescindere dalla vicenda giudiziaria se è proprio quest’ultima che ha generato l’impasse. E se neanche l’incontro con il viceministro Minniti ha sortito gli effetti sperati, è lecito che sulla vicenda intervenga ancora una volta l’ex sindaco Domenico Tolve, che per nove anni ha vissuto in prima persona la questione. Proprio sulla parola “funerale” Tolve fa capire che si riferisce alla “grande diga in calcestruzzo”, ovvero quella per la quale si sono battuti sindacati, popolazioni dell’Esaro ed Istituzioni”, che ora Sorical e Regione, stanno gettando nella spazzatura”.
Un cambio di strategia che non piace a Tolve, ma anche a quanti (e non sono pochi) ne vorrebbero conoscere i motivi dell’improvvisa e sibillina inversione, specie da parte di Sorical”. Senza sottacere che fino ad oggi “sono stati sperperati oltre 300 miliardi delle vecchie lire in contenziosi, riserve e lodi arbitrali con le imprese appaltatrici dei lavori e per opere inutili che hanno sventrato e distrutto l’intero territorio”. D’altro canto irrita anche “la latitanza della giunta regionale che subisce e si nasconde dietro le scellerate scelte di Sorical dimenticando il suo potere-dovere di indirizzo e di controllo su quanto questa società persegue, anzitutto, per i propri profitti aziendali”.
E neanche la drammatica lotta dei sindaci incatenati, pur avendo coinvolto l’intera opinione pubblica nazionale “non ha sbloccato la vertenza sindacale”. È quindi “doveroso” per tutti chiedersi se “gli ostacoli individuati nella Procura di Castrovillari sono determinanti per la ripresa dei lavori”. L’ex primo cittadino dice di no! E ne spiega le ragioni: “Se gli allegati progettuali sono davvero di Sorical ed hanno tutti i pareri e le approvazioni di legge, proprio perché liberati dal Tribunale del Riesame, perché il direttore dei lavori non ordina la riapertura dei cantieri? E perché i sindaci ed i sindacati non pretendono di acquisire tali progetti con gli estremi delle approvazioni?”
L’idea di un “nuovo progetto”, allora, allontana la prospettiva di realizzare l’opera e, quindi, lo sviluppo del comprensorio”. Ma se era questo il “pensiero di Sorical” perché “sono stati pagati alla Torno ingenti somme di denaro per il ripristino dell’impianto di calcestruzzo che non servirà più, poiché si parla di una diga in materiali sparsi”, ritrovandosi “l’ennesimo monumento allo spreco di cui non si conosce chi è il nuovo progettista, quanto costerà, quali saranno i tempi necessari per l’impatto ambientale e per le approvazioni da parte del Rid (Registro Italiano Dighe) e del consiglio superiore dei LL.PP.?” E se lo stesso – conclude Tolve – “dovesse rispondere a quel progetto che è stato già più volte bocciato dal Rid, sarebbe la dimostrazione che Sorical non ha interesse a costruire la Diga, bensì ad incanalare l’acqua del fiume Esaro per l’Abatemarco ed a realizzare le centrali idroelettriche, dalle quali ottenere solo utili ed enormi vantaggi economici”.
1   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Profilo Utente n/a Inserito il - 16/06/2007 : 16:58:09
Diga articolo pubblicato a pagina 20 di oggi su La Provincia cosentina

COSENZA - La fascia tricolore è ordinata e in bella vista per conferire quell'alto senso dell'istituzione davanti ad un rappresentante del Governo nazionale che per la prima volta mostra interesse al problema della Diga dell'Esaro. I sindaci di Malvito, Fulvio Callisto, e di Sant'Agata, Carmine Arcuri, hanno incontrato il vice-ministro dell'Interno Marco Minniti per discutere della ormai tristemente famosa questione dell'invaso. Un incontro blindatissimo alla presenza dell'assessore regionale ai lavori pubblici, Luigi Incarnato (indagato dalla magistratura di Castrovillari che mantiene ancora il sequestro di una parte dei progetti) e del Prefetto di Cosenza Francesco Antonio Musolino.
Al termine dell'incontro, l’unica notizia di rilievo sembra la sospensione della protesta vivace che nei giorni scorsi aveva portato Callisto e Arcuri ad incatenarsi sul cantiere e trasferire simbolicamente in quel luogo gli uffici comunali. Non potevano essere prese altre decisioni, viste le "limitate possibilità" che il viceministro all'Interno ha nel settore dell'edilizia pubblica. E infatti, lo stesso Minniti chiarisce questo aspetto dalle prime battute «l'esito della riunione non era sbloccare i lavori perché non rientra nella nostra disponibilità. Ho discusso con i due sindaci e condivido le loro preoccupazioni, quindi ho deciso di seguire personalmente la situazione tramite il Prefetto, a cui ho chiesto di impegnarsi direttamente». L'appello dell’esponente del Governo è rivolto a tutti i livelli istituzionali «ritengo che si possa trovare una positiva collaborazione con la Regione, l'assessore Incarnato è già molto impegnato». Il problema, tuttavia, rimane il sequestro disposto dal pm Sandro Cutrignelli di una parte dei progetti. Minniti non si sbilancia e rivendica l'autonomia della magistratura, pur ammettendo in modo non molto velato «c'è una inaccettabile tassa per continuare a mantenere i lavori fermi. Nessun paese civile e serio può permettersi questo. Bisogna aspettare l'esito del procedimento giudiziario in corso. Possiamo solo augurarci di averlo in tempi brevi». Intanto i sindaci hanno deciso di sospendere la protesta «nelle sue forme più eclatanti» mostrandosi fiduciosi nell'impegno dello Stato per dare al territorio dell'intera provincia un servizio idrico efficiente e terminare un'opera ciclopica iniziata da troppo tempo e mai conclusa.
Arcuri si sbottona un pò di più e considera l'incontro come buona base di partenza al punto da aspettarsi che «la situazione si possa sbloccare entro la fine di questo mese». Ma l'attenzione resta alta e i primi cittadini lo ribadiscono con fermezza.

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