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Scalaistrama |
Inserito il - 12/04/2007 : 13:07:05 Ho appena ricevuto, con assenso alla pubblicazione, la lettera del Presidente dell' Azione Cattolica Franchino Arcuri a Don Antonio.
Caro Don Antonio,
la notizia delle tue dimissioni per motivi di salute ha colto l’ambiente dell’Azione Cattolica impreparato a questo evento, perché ci eravamo abituati a pensarti “eterno”. Ancora non siamo in grado di metabolizzare l’evento. Incredulità e sconcerto ci stanno accompagnando in questi giorni della settimana santa. Pensare Sant’Agata priva della tua guida, della tua esperienza, del tuo apostolato, delle tue idee per la produzione di cose che solo tu potevi immaginare con la tua fervida ed originale fantasia, non è possibile. In questi cinquantatre anni hai visto scorrere la vita a Sant’Agata come nessun altro. Mi ricordo quel 10 aprile del 1954 quando Mons. Castrillo ti trasferì da Roggiano a Sant’Agata. Io ero qui da seminarista in attesa che il compianto mastro Alfredo mi confezionasse l’abito civile da indossare subito dopo la dimissione dell’abito talare. Ricordo che in tutti i giorni della settimana santa ti sono stato vicino per tutte le funzioni che, allora, erano molto più impegnative di quelle di oggi. Mi ricordo, come se fosse oggi, la stupenda “Passione” fatta il Venerdì Santo al Calvario. Smisi la veste talare dopo averti servito la Messa per la celebrazione del tuo primo matrimonio a Sant’Agata, quello del poliziotto Antonio Servidio e Franca Briguori, ma questo fatto non ha significato l’abbandono da parte mia del servizio della Messa e della tua casa, che ho continuato a frequentare per farti quasi da segretario. Che dire poi dell’organizzazione delle prime feste di S. Francesco, la raccolta dei fondi per l’acquisto delle lampadine per l’illuminazione del paese collaborato da Giovanni Nocito, il cinema in piazza, la predicazione del compianto Padre Casimiro, l’arrivo a Sant’Agata della Banda della Guardia di Finanza e poi quella dei Carabinieri, le basi per la costruzione della Domus Francisci, la prima processione delle Statue di S. Francesco e S. Antonio alla Scivolenta. La costruzione della Chiesa Madre ex novo. La raccolta dei fondi necessari attraverso un’opera capillare verso tutti i santagatesi. I pellegrinaggi a Lourdes e a Pompei sono stati una costante del tuo Apostolato. Hai inculcato in ognuno di noi la devozione alla Vergine Santissima di Lourdes e di Pompei oltre ad aver fatto conoscere luoghi e posti che la maggior parte di noi non avrebbe mai conosciuto. Ci hai fatto innamorare di Lourdes tanto da ritornarvi più volte e sempre con rinnovato entusiasmo, quello stesso entusiasmo che hai saputo trasmettere col tuo comportamento schivo e scevro da ogni manifestazione plateale di personalismo; per non celebrare il tuo onomastico sparivi a Lourdes per l’intera giornata. Caro Don Antonio, tutte le cose belle che hai fatto scorrono davanti a me come un meraviglioso film da tenere custodito per sempre nel mio cuore. Non è possibile immaginarti fuori da Sant’Agata. Sant’Agata è il tuo paese e i santagatesi sono i tuoi compaesani. Quando vengo a Sant’Agata voglio continuare a dire a mia moglie: vado da Don Antonio, suscitando in lei un sorriso di comprensione. Non possiamo consentire che la tua esperienza, la tua saggezza, la tua profonda spiritualità da trasmettere a tutti noi restino chiuse in un ambito diverso da quello santagatese. Ti impetro di non lasciare il paese, il tuo paese, quel paese su cui brillano prima le opere spirituali e con ciò intendo dire la cura perfetta delle anime a te affidate e l’avvio al Sacramento del Sacerdozio dei giovani Don Ermanno Raimondo, Don Silvio Rumbolo, don Gaetano di Fino, Don Ciro Spinelli e don Carmelo Terranova; opere materiali che hai fatto per la maggior gloria di Dio e cioè: la Chiesa madre, il Convento, la Domus Francisci, il complesso di Santa Maria della Selva, S. Lucia , il Purgatorio. Resta con noi! Non te ne andare! Abbiamo ancora bisogno di te, della tua saggezza, della tua esperienza , del tuo amore per il popolo tutto di Sant’Agata. Sant’Agata di Esaro, 08 aprile 2007 – Chiesa Madre – Pasqua di resurrezione Franchino Arcuri – Presidente dell’Azione Cattolica
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