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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Gaetano |
Inserito il - 01/10/2015 : 13:57:12 Lui lo sapeva, evitava di farsene una malattia, ma lo sapeva da quando viveva in Germania.
Aveva paura di diventare un estraneo anche al paese, di essere guardato come uno che si trova lì per caso, come uno che non appartiene a quella gente, a quelle contrade, a quell’aria.
Il paese gli sembrava un bambino capriccioso: bisognava prenderlo con le buone per accattivarsi le sue simpatie, per non perderlo, per non distruggere l’ultimo appiglio.
L’unico, forse.
Carmine Abate, “Il muro dei muri”, 2006, Mondadori
“Il muro dei muri” è un libro duro, di quelli che ti lasciano quasi un buco nello stomaco.
Il muro dei muri è quello del razzismo che subivano gli operai italiani negli anni in cui cadeva il muro per antonomasia, quello di Berlino.
Ma anche il muro che si crea tra gli emigrati calabresi ed i propri paesi di origine, i propri familiari e gli amici che restano.
Un muro quest’ultimo per certi versi inspiegabile ma che Abate racconta ed analizza con grande efficacia anche nei pensieri più nascosti ed intimi.
Un’opera che aiuta a capire ed a capirci quando ritorniamo nei nostri luoghi e non ci sentiamo più a casa.
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