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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Antonio |
Inserito il - 29/10/2007 : 10:37:58 ...Gruppi di bambini e adolescenti mascherati bussano di casa in casa, di notte, a chiedere dolcetti...e a volte fanno (o ricevono) anche qualche scherzetto.
Sembra Halloween a New York... Invece è "Amuri u Bommino" a Sant'Agata!
Le nostre tradizioni non sono poi da buttar via... |
7 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Luca Spinelli |
Inserito il - 31/10/2012 : 15:51:11 grande! io oggi rispondevo ad un po di persone fu facebook che "condannano" la ricorrenza di Halloween perche' ritenuta non Cristiana o in casi estremi "Satanica" (gli eccessi ci sono sempre). Con Rosy abbiamo discusso e il suo post mi ha "dato ossigeno". Mi piace non precludermi l'occasione di esplorare altre culture e imparare ad apprezzarle pur mantenendo e rispettando le mie origini. Oggi scrivevo questo (autocensuro qualche edulcorazione gratuita):
"la contraddizione di oggi: tutti che dicono NO AD HALLOWEEN....dandola per festa contro la Cristianita'. Io, da Cristiano (ma ringraziando Dio ho aperto la mia mente a diverse culture e usanze pur non dimenticando le mie radici) dico che la notte di Natale, celebrazione della nascita di Gesu', la gente si scambia regali (con grande impatto nella nostra economica locale e decisamente non in linea c on la religione dato che Gesu' nasceva senza un soldo e praticamente mminz'a via. Babbo Natale non esiste - per i bimbi in ascolto - e' pagano/laico come Halloween e la Befana). I doni arrivarono con i Re Magi poi in quella che e' la nostra Epifania (e si, siamo dei barbari a raccontare la storia della vecchia con la scopa invece dei Re Magi ai nostri figli). quindi, risparmiamoci inutili sermoni e cerchiamo di essere coerenti. Oggi ognuno fa cio' che vuole come il resto dell'anno. Se poi non festeggiate Halloween per altri motivi, lo trovo comprensibile."
ho un pensiero evidentemente opinabile e non lo impongo a nessuno. cercavo solo un po' di coerenza che mi e' mancata leggendo i post dei vari contatti che ho su facebook. Sono nato nell'epoca del consumismo e me ne faccio una ragione. Non condanno tutto a priori o per questioni di luogo comune. So che insegnero' ai miei figli di accendere un cero per il giorno dei morti e che li faro' mascherare per Halloween. Gli insegnero' la tradizione dell' "amuru bomminu", comprero' uova di Pasqua e spero diventino sentimentali abbastanza da dimostrare il loro affetto alle persone care "anche" il giorno di S.Valentino.
Grazie per lo spazio sempre aperto ai pensieri. Un abbraccio vivissimo!
Luca
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marilena |
Inserito il - 18/11/2008 : 12:01:59 Ciao,
mi scuso se nel mio intervento precedente ho usato un termine "contrastare" che non voleva essere offensivo nei confronti di altre usanze o culture, nè un'opposizione ideologica alla festa di halloween, mi riferivo invece, esclusivamente, alla strumentalizzazione economica che viene fatta di tale usanze e di come spesso siamo inermi difronte a ciò.
Sul fatto poi che tutti i festeggiamenti che si tengono i primi di novembre in tutto il mondo si possano ricondurre ad una radice comune ben venga (vedi Baldini-Belloni "Halloween nei giorni che i morti ritornano tutte le sorprese di una festa più antica e italiana di quanto pensiate" Einaudi).
Ma volevo andare più a fondo sulla nostra tradizione santagatese dell'amuri u bommino che a mio parere non ha niete a che spartire con la celebrazione ed i riti dei "morti" al contrario trova fondamento (anche letterale) su concetti come amore, bambino, vita e nascita.
L'unico segno di unione che riesco a vedere è sostanziale, mi spiego meglio, un tempo la fantasia popolare partoriva od adattava festeggiamenti religiosi(penso anche al carnevale)per assottigliare le distanze sociali, oggi invece, qualunque tipologia di rito od usanza noi possiamo far rivivere avrà, in relazione a come ci poniamo, uno scopo didattico, culturale anche ludico e di intrattenimento, ma non certo carico di quei significati che i nostri padri e nonni davano loro. .
marilena
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sandro |
Inserito il - 10/11/2008 : 12:15:58 Apprendere (nel senso di fare proprio) usanze e culture di altri popoli ha connotato da sempre l’essenza stessa del genere umano. Ogni popolo che nella storia si è contaminato con un altro ha preso qualcosa e ottenuto altrettanto se non di più, basti pensare ai romani che su questo scambio hanno fondato un impero…. In Italia siamo maestri in questo, dal momento che le varie dominazioni ci hanno arricchito con modi di pensare,di vivere, di dire e usanze e lo stesso abbiamo fatto noi. La contaminazione è un elemento fondamentale per la crescita di un popolo. Addizionandomi anche io divento migliore. Conoscere le culture e i momenti alti di un popolo diverso dal mio mi aiuta a non avere paura di quel popolo, a non temerlo. Il razzismo scaturisce proprio dalla ignoranza, nel senso di non conoscenza del diverso.
Rosy ci ha parlato di una situazione – quella americana- che del processo di contaminazione ha fatto il suo punto di forza da sempre. L’esperienza di vivere in classe con compagni di diverse culture è unica, conoscere gli altri ci insegna a non temere, ci fa rendere conto che l’uomo è uomo con i suoi pregi e difetti a prescindere dalle latitudini da cui proviene. Al contempo Rosy ci dice che ognuno, nella sua classe, pur conoscendo bene le realtà culturali degli altri, aveva ben presente la propria di cultura di provenienza.
E’ proprio qui che, a mio modesto avviso, sta il discrimine della situazione. Ben vengano le tradizioni diverse, purché ci arricchiscano. Quello che dobbiamo deprecare è l’annullamento, la cancellazione di una cultura a vantaggio di usanze e feste che di culturale hanno ben poco, essendo figlie di incalzanti bombardamenti pubblicitari e televisivi. E’ per questo motivo che mi da fastidio il festeggiamento di Halloween, non per la festa in sé, ma perchè i più la festeggiano pur ignorandone il significato, sol perché Italia 1 o qualche giornaletto figo ha detto che è trendy festeggiarla.In questo modo noi non ci arricchiamo, ci imbarbariamo.
Come dici tu, Rosy, a casa Abate si festeggiano i novi cosi, la prova del vino il 7 dicembre e quant’altro di bello e di nobile la nostra cultura millenaria (fummo greci) ha saputo creare. La riscoperta delle nostre tradizioni ci rende migliori e più orgogliosi di quello che noi siamo.
Assorbire come spugne culture diverse senza la consapevolezza della propria cancella definitivamente la nostra identità.
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ciota |
Inserito il - 10/11/2008 : 00:23:59 La mia capacità di leggere e comprendere l'italiano della volte mi lascia con poca volgia di rispondere sul forum in modo attivo per paura di non esprimermi correttamente.
Questa volta però cerco nel mio meglio di spiegare la mia opinione.
Noi viviamo in un mondo ben diversa da quelli dei nostri genitori e nonni. Non credo che sia ne meglio ne peggio. La presensa della tecnolgia ha reso molto più piccolo il mondo. Mio nonno mandava le cartoline a SADE dall'Argentina e nel frattempo che arrivavano le notizie erano già successe tante altre cose in tre mesi. Poi una generazione dopo, mio padre ci metteva anzichè 3 mesi solo un mese e anzichè una cartolina, addirittura spediva un nastro con la sua voce. Ancora una generazione dopo, io in Italia ed i mie nei STATES ci sentiamo tutti i giorni, ma non solo, a 77 anni mio padre ha imparato a fare le video chiamate con SKYPE.
Dove volgio arrivare con tutto questo? Noi viviamo in un mondo dove prima in Italia cerano solo Italiani. In USA insegnavo classe che avevano cognomi di tutti il mondo. Io ho conosciuto la mia prima amica Giapponese a 5 anni nel 78. Per me sapere che la mia amica di religione ebraica accendeva le candele per Hanukah e il mio Amico Malik celebrava Kwanza oppure che Susan non celebrava il compleanno perche era un Gehova's Witness era tutto normale 30 anni fa.
Avevamo compreso fin da piccoli che avevamo tutti le nostre tradizioni una diversa dall'altro. Compreso io. Andavo a scuola "cua a fritta" e non il panino con la crema di arachidi e marmellata perche ero ITALIANA. A settembre c'era la raccolta del giadino, si faceva "i butigli di pumidor'" ad ottobre si faceva il vino e il sette dicembre l'appunatamento fisso a casa ABATE "p'i novi cosi".
Tutto questo sempre in USA. Il 7 dicembre si assagiava il vino nuovo per vedere "cumu gheri sciutu." Poi quando insegnavo la classe d'italiano a natale le raccontavo le nostre tradizioni e la nostra versione di Trick - or - Treat "a'mur u bombin."
La generazione ancora dopo la mia tutto ora vuole sapere dal nonne come si fa il vino. (fate talgia ed incolla per vedere la lezione di quest'anno ad un) http://good-times.webshots.com/album/568509650ZhNaoV
Siamo noi a dover sapere abbracciare le cose nuovo e communque INSEGNARE NOI all prossimi generazione come continuare anche le nostre tradizioni. Come un ragazzo Iralandese con una madre Testimone di Goeva che IMPARA a fare il vino da un nuovo nonno acquisito ITALO-AMERICANO. Come io da USA che faccio sia i Chocolate Chip cookies una settimana ma "i crispell'" la prossima.
Che cosa è HALLOWEEN davvero, sapete che ha a che fare anche un po' il Papa ai suoi tempi compresi i ROMANI quando avevano ottenuto il potere del Nord Europe che è attualamente UK, Irlanda, e ol nord di Francia. Sono stati i Romani a trasformare una vecchia tradizione Celtica. Halloween proviene da All Hallows Eve....Cioe' "La vigilia Sacra" Facevano i fuocchi tipo fallo, si vestivono da santi, angeli e diavoli e facevano grande sfilate. (per chi lo vuole leggere in inglese)
http://www.history.com/minisite.do?content_type=Minisite_Generic&content_type_id=713&display_order=1&mini_id=1076
Questa tradizione si e trasportata in USA insieme ad gli Irlandesi, Come le nostre tradizioni Italiani sono stati trasportati. Accettare una cosa nuova da un'altra cultura fa bene SE BEN CAPITA e non preso e addotato a posta di una della propria cultura.
Prendiamo noi la responsabilita di ISEGNARE alla prossima generazione di essere sia TOLERANTE degli altri, accettare le nuove idee, ma sopratutto di INSEGNARE le NOSTRE vecchie tradizione e di continuarli.
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marilena |
Inserito il - 31/10/2008 : 10:51:51 Ciao, quello che non mi piace non è la festa in sé e come si esplica (ogni tradizione popolare va capita e rispettata), ma il fatto che, ogni qualvolta che pezzi della cultura e del modo di vivere anglo-americano (anche lo stesso Babbo Natale, oppure i fast food etc.) si trapiantano nella nostra società e nel nostro modo di vivere e ci cambiano la quotidianità, ci sentiamo l'onere di trovare ragioni profonde che si perdono nella notte dei tempi, motivi antropologici, sensi storici, similitudini o radici comuni, si scrivono libri, se ne parla nelle Univeristà articoli di giornali, ecc, pur di rendere intellegibile qualcosa, che in realtà, non ci appartiene.
Fino a 10 anni fa la maggioranza degli italiani il 31 di ottobre lo trovava un giorno come gli altri (io ricordo solo che a Sant'Agata si accendeva un lumino e si metteva fuori dalla finestra).
Mi chiedo se lo stesso succede alla nostra cultura quando viene esportata, uno statunitense o un canadese prima di mangiare un piatto di spaghetti si fa tutte queste domande? o va a leggersi un libro sui benefici della cucina mediterranea?
Ma sopratutto mi chiedo perchè non siamo in grado di contrastare tutto ciò, e questo lo dico anche a me stessa (questo pomeriggio devo portare i miei figli ad una festa a tema Halloween infatti..... ) forse perchè non riusciamo a dire no al quel meccanismo perverso che Halloween (con tutto il rispetto per le altrui tradizioni popolari ripeto) c'è lo propina in tutte le salse pur di far soldi, perchè diciamocelo francamente è solo di questo che si tratta oggi, mentre i nostri nonni e padri che facevano "Amuru u bommino" di soldi ne aveva talmente pochi che quella era una delle poche occasioni per avvicinarsi alle tavole ben imbandite dei pochi benestanti del paese, una delle rare occasioni per assaporare qualche dolcetto e non si sognavano nemmeno di fare scherzetti.
marilena
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Antonio |
Inserito il - 31/10/2008 : 08:44:23 Riprendo un messaggio di un anno fa per proporre una discussione sul tema.
Forse Halloween è uno "scherzetto" della storia e mi vien da dire che: Chi perde le proprie tradizioni, prima o poi si "compra" quelle degli altri.
Cosa ne pensate?
Da ”Il mago, il santo, la morte, la festa” di Annamaria Rivera (Docente di Etnologia presso l'Università di Bari. Si occupa di etnologia e di antropologia delle culture contadine e delle religioni popolari).
“Nella notte dal 1 al 2 novembre i morti lasciano la loro dimora, e in frotto o alla spicciolata scendono in città a rubare ai più ricchi pasticceri, mercanti, sarti ecc…, dolci, giocattoli, vestiti nuovi e quant’altro è in essi morti donare ai fanciulli loro parenti, che sieno stati buoni nell’anno, che li abbiano devotamente pregati, che abbiano fatto per essi qualche astinenza: è un furto innocente quello che vuota il il borsellino del babbo, della mamma, del nonno e impingua quello dei fieranti.
Le strenne dei morti svolgono dunque anche una funzione pedagogica analoga a quella di babbo natale, che in questo caso si arricchisce di una valenza educativa specifica che è quella di indurre la familiarità con la morte e col mondo degli antenati.
In alcuni comuni calabresi, il giorno d’Ognissanti i bambini poveri girano per il paese facendo la questua in nome dei morti e ne ricevono fichi secchi, mandorle e noci.
Una usanza non dissimile da quella della festa di Halloween, la celebrazione d’Ognissanti d’origine celtica popolata da streghe, folletti e fate, oltre che dai morti, e particolarmente cara ai bambini anglosassoni , si praticava fino a qualche anno fa a Nicotera dove:
“Nel giorno dei morti i bambini andavano per le case, portando una zucca svuotata e lavorata a mò di teschio, nel cui interno era accesa una candela.Con questa maschera mortuaria chiedevano: ndi dati i beneditti morti?ricevendone in cambio cibi e più raramente soldi.” Lombardi Satriani - Credenze popolari calabresi.
Attraverso la mediazione dei bambini, vicini alla nascita e dunque contigui alla morte, figure inquietanti perchè insieme ai morti si collocano in quel punto critico che è inizio-fine del cerchio vitale(in una concezione-rappresentazione ciclica e circolare del tempo storico e di quello naturale) si sugella, attraverso lo scambio simbolico dei doni, la ritrovata unità tra vivi e morti. Quell’unità che un tempo dovè passare attraverso la separazione e l’allontanamento del morto come cadavere.
Ma la comemorazione dei defunti ha anche il dolce tradizionale, fatto solitamente di marzapane, detto ossa d’i morti (ossa dei morti) per la forma, il colore pallido e la consistenza dura che allude alle ossa. Gli ossi dei morti rappresentano il dolce tipico calabrese e lo si trova nelle pasticcerie calabresi durante il periodo che precede ognissanti e la commemorazione dei defunti. |
afme |
Inserito il - 29/10/2007 : 15:19:04 OK ANTONIO!! Ho citato e spiegato appena oggi,parlando di Halloween, la nostra tradizione natalizia ai bambini di Latina!!! Con molta fierezza!! ... Perchè non organizzare un "Amuri u Bomminu 2007"? Saluti |
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