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Inserito il - 20/05/2015 : 12:39:46 (3476)
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AdM
Domenica 24 maggio: Il grande anello delle rocce e degli abeti del bosco archiforo
Domenica prossima l’amico Bruno Francesco Pileggi ci guiderà alla scoperta di un’incantevole angolo della Calabria ancora sconosciuto agli Amici della Montagna, il bosco dell'archiforo.
Questo bosco è interessato negli ultimi tempi da tagli indiscriminati, partecipiamo numerosi a questa escursione, conosceremo un bellissimo bosco ma anche lo scempio che ne è stato fatto, assicurare un futuro a boschi e foreste è importante per la salute e la sicurezza nostra e delle prossime generazioni.
Ritrovo domenica mattina svincolo autostradale Cosenza Sud, davanti clinica La Madonnina, partenza ore 7. Per informazioni e prenotazioni : http://www.admcalabria.it/notizie/108-domenica-24-maggio-il-grande-anello-delle-rocce-e-degli-abeti-nel-bosco-dell-archiforo.html
IL GRANDE ANELLO DELLE ROCCE E DEGLI ABETI DEL BOSCO ARCHIFORO DI SERRA SAN BRUNO (a cura di Bruno Francesco Pileggi) Il Bosco Archiforo è solo una piccola realtà all'interno di un grande polmone verde che sono i Monti delle Serre, la fascia dell'Appennino Calabro situata fra la Sila, a nord, e l'Aspromonte, a sud.
A meridionedella soglia di Monte Cucco la dorsale appenninica serrese si divide in due catene parallele, al centro delle quali si adagia la conca montanadi Serra San Bruno, che ospita uno dei luoghi più spirituali al mondo, laCertosa di Santo Stefano, fondata da San Bruno di Colonia, creatore dell'ordine certosino.
L’attuale area di diffusione dell’abete bianco (Abies alba) lungo l’Appennino risulta molto più contenuta rispetto a quella che la specie occupava fino a non molti decenni or sono. Si tratta di nuclei disgiunti, talvolta di limitata estensione e, di frequente, ridotti a pochi esemplari sparsi nella faggeta o, più raramente, nei boschi di latifoglie mesoxerofite. Solo in alcune zone la conifera riesce a caratterizzare in modo significativo il paesaggio forestale. Una delle zone più importanti, sia per la superficie interessata dall’abete sia per la facilità di affermazione della rinnovazione di abete e faggio, è appunto quella di Serra San Bruno, sui Monti dele Serre. Sebbene impoverito, il consorzio misto si è conservato, favorito anche dalle idonee condizioni stazionali. Il mantenimento è stato possibile grazie a una molteplicità di ragioni di ordine storico-culturale, sociale, economico, ecc, e anche politico, legate alla significativa influenza esercitata dalla scuola forestale francese sul regno di Napoli in materia di gestione dei boschi.
Le attuali caratteristiche dei soprassuoli, con alberi che raggiungono 130 cm di diametro a petto d’uomo e 30-35 m di altezza dendrometrica, evidenziano le favorevoli condizioni stazionali per l’abete.
L'area di Archiforo è quella che detiene le piante più imponenti, situata a est sud-est di Serra, lungo il versante occidentale che va dal Passo Croce di Panaro a Monte Pecoraro, passando per Pietra del Caricatore.
Nella parte bassa della foresta, a circa 1000 m di quota, vi vegeta quello che possiam considerare il patriarca abete bianco più grande d'Europa.
L'ESCURSIONE
Base percorso: Orto botanico Rosarella (880 m) Località dell'escursione: Pietra dell'Ammienzu; Pietra della Lux, Pietra del Caricatore; Monte Pecoraro; la Sfinge dell'Archiforo; Pietra del Signore. Altitudine minima: 880 m Altitudine massima (Monte Pecoraro): 1421 m Dislivello in salita: 700 m circa Tempo di percorrenza anello completo: 7 ore Difficoltà: E
AVVICINAMENTO IN AUTO
Dall'A3 SA/RC uscire a S.Onofrio-Vibo Valentia. Andare a sinistra e procedere in direzione Filogaso. Superato quest'ultimo proseguire per San Nicola da Crissa e Serra San Bruno. Appena giunti nella città della Certosa, svoltare a sinistra, sulla circonvallazione che permette di evitare il centro cittadino. Prima che la strada giri completamente a destra, qualche centinaio di metri prima del quadrivio sulla ex SS 110, girare a sinistra, sullo stretto ponte che attraversa da una sponda all'altra il Fiume Ancinale. Subito dopo andare a destra in salita. Si attraversa un lungo viale tra case sparse, fino a penetrare nel bosco di abeti. Al bivio lasciare l'auto. Poco a destra c'è un ampio spiazzo per lasciar la macchina.
DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Dirigersi verso il cancello dell'orto botanico Rosarella (880 m), a monte dell'area pic-nic a destra. Poco prima del cancello andare a sinistra, in salita decisa. Si penetra subito in un giovane bosco di abeti bianchi, con qualche castagno isolato. A sinistra scorcio su Serra San Bruno.
Poco dopo una curva sinistrosa andare a sinistra, tralasciando lo sterrato a destra più battuto. Sulla sinistra ancora scorci panoramici e questa volta è possibile notare l'ampia struttura della Certosa. Tratto in discesa, tra castagni e abeti. Al bivio andare a destra. Iniziano aesserci esemplari grossi di abete bianco. Il sentiero conduce sulle sponde di un ruscello, il Torrente Rosarella, che va attraversato da una sponda all'altra. Siamo ora nei pressi di una piccola radura, sulla sinistra della quale (in base alla nostra direzione di marcia) un sentiero sale ripido in un bel bosco di abeti ora anche con faggi. Poco su la via principale si perde un po' nell'eminente selva, sentiero che diviene più visibile e ampio poco più in alto, in un bosco di abeti e faggi sempre più bello. Si sbuca così sulla carrozzabile proveniente dal bivio per Arena, la quale vien tralasciata per proseguire, in direzione est nord-est, liberamente, nella scura foresta, sempre più affascinante. Si perviene così la "Pietra dell'Ammienzu" (1100 m circa), una mastodontica struttura di roccia di granito che rende ancora più maestoso un bosco già incantevole di suo, ma che questo monolite lo arricchisce ancor di più di prodigiosa venustà. Tracce di sentiero conducono verso monte. Al bivio andare a destra. Nei pressi di un ruscello abbandonare la via principale e scendere lungo il corso d'acqua. Si sale liberamente nella selva, ora sempre più ricca di faggio. Si sbuca così sull'ampio sentiero di crinale, che proviene dal Passo Croce di Panaro e dalla Lacina, e dove bisogna andare a destra. Si prosegue sempre in salita. Poco oltre un bivio, sulla sinistra, un altro magnifico monolite, la "Pietra della Lux" (1300 m circa). La via principale passa accanto (est) alla vetta di Pietra del Caricatore. Abbandonare, dunque, la pista maestra e inerpicarsi a destra. Si giunge così sulla cima (1414 m), il punto più alto del comune di Serra San Bruno, caratterizzata da una costruzione in pietra. Dalla sommità, boscata da un bellissimo bosco di faggi e abeti, scendere in direzione sud. Si giunge nei pressi di un trivio. Lo sterrato di sinistra rappresenta la via che abbiam lasciato poco sopra; al centro la stradina che prosegue nel seguire il crinale principale, che useremo per raggiungere la vetta di Monte Pecoraro; a destra per Serra San Bruno e che rappresenta il nostro sentiero del ritorno. Il percorso di cresta alterna discesa, tratti in piano e salita. Gli abeti bianchi lasciano spazio via via alla faggeta d'alto fusto, in alcuni tratti straordinaria, sempre ricca di giovane rinnovamento naturale di abete bianco. In circa una mezzora abbondante dal trivio poco sotto la cima di Pietra del Caricatore, si perviene Monte Pecoraro (1421 m), punto più elevato dei Monti delle Serre e del comune di Mongiana. Si ritorna così al Trivio di Pietra del Caricatore. Andare a sinistra (a destra per chi scende dall'appena detta cima). Incomincia la discesa, che da questo versante risulta più ripida. Invasa da un'intrigante vegetazione boreale è la "Sfinge dell'Archiforo", un'altra struttura di roccia, dove son visibili i segni della lavorazione del granito, più piccola rispetto alle altre grandi rocce. Si scende ripidamente e nel giro di poco si raggiunge l'ultimo grande monolite, uno dei più belli di questi magnifici boschi serresi, la "Pietra del Signore".
Entriamo nell'area forse più vecchia dell'Archiforo, dove, a parola di qualche esperto, dovrebbe esserci l'albero di Abies alba più grande d'Europa.
Continuiamo a seguire il sentiero, che procede nel scendere di quota e agli abeti bianchi e ai faggi si aggiungono anche castagni. Si ritorna così nuovamente all'orto botanico Rosarella.
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