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 Agorà di Santagataviva
 Ricordo della mia maestra 2/2

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Gaetano Inserito il - 24/11/2013 : 00:11:51
Il periodo della scuola elementare ha inciso molto nella mia formazione, specie per l’educazione che ho ricevuto alla lettura ed alla scrittura, passioni che mi porto addosso come riprovano, ad esempio, i molti interventi con i quali partecipo da molti anni su questo forum (più di 200 in quello corrente).

Alcune volte, è vero, su alcuni temi a me sensibili, mi scaldo un pò troppo e mi capita di eccedere, come in quelli recentissimi sul concorso “casta…gna..gna”, per i quali chiedo venia agli amici della Proloco.

Anche Maria Caglianone forse mi avrebbe rimproverato, Lei sempre così precisa, puntuale, aperta alle novità ma rispettosa e rigida quando occorreva esserlo.

In quegli anni, durante i quali era la nostra maestra, stavano avvenendo nella nostra scuola profondi cambiamenti non solo organizzativi (tempo pieno) ma anche innovativi e sperimentali nella didattica.

Maria Caglianone, come tutti gli altri insegnanti di Sant’Agata, era perciò tutta presa da questa situazione in movimento, facendo partecipare da protagonisti noi alunni a quella nuova scuola che stava nascendo.

Furono tante le gite a Mottafollone, dove a piccoli gruppi (ci caricava nella sua Autobianchi 112) iniziavamo a prendere dimestichezza con la scuola a tempo pieno e con i nuovi metodi che lì erano già in atto da alcuni anni.

Prova ne sono due articoli, mio e di Franca Borrelli, pubblicati nel 1974 sul giornalino “Ragazzi Nuovi” (appunto) della scuola elementare di Mottafollone, leggendo i quali possono scorgersi alcune caratteristiche del suo insegnamento: l’insistenza con la quale seminava in noi l'attitudine all’osservazione della realtà, valorizzando anche elementi di conoscenza nei contesti familiari e locali.

Lei che proveniva dalle pendici dell’Etna ed a quelle pendici era molto legata, ci sollecitava a raccontare le nostre piccole storie, rendendo l'apprendimento graduale del leggere e dello scrivere come rivolto a maneggiare una materia viva, fatta di cose concrete, immerse nel nostro ambiente, alla portata della nostra fantasia e che si alimentava anche delle narrazioni che avevamo accumulato passivamente ascoltando i nostri genitori o i nostri parenti.

Così era nato anche quel mio “primo” articolo che riassumeva le memorie familiari che avevo appreso sin da piccolo sulla partecipazione di mio nonno Morano in una fase dell'industria idroelettrica santagatese iniziata fin dal 1914 (l'anno prossimo ricorrerà il secolo).

Grazie a quelle esperienze ed all’arrivo di tre insegnanti francesi, insieme a Francesco Arcuri che con l’istituzione del “tempo pieno” l’aveva affiancata nell’insegnamento alla nostra classe, nacque nel 1975 “Il labirinto”, il nostro giornalino.

Anche qui una serie di scritti “in presa diretta”, storie minime di vita vissuta, accadute a noi bambini prevalentemente in ambito familiare.

A quasi 40 anni di distanza costituiscono una vivida testimonianza letteraria di un paese ancora prettamente rurale, molto legato alla campagna ed alle sue risorse, che oggi quasi non c’è più.

Troverete più avanti gli scritti dei miei compagni di scuola Gaetano Fasano e Antonella Nocito.

In quella passione per la lettura e per lo scrivere che mi porto addosso credo di riconoscere ancora nitida la mano di Maria Caglianone, una mano che non mi ha mai abbandonato.





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2   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Gaetano Inserito il - 27/11/2013 : 14:18:56
Carissimo Giovanni,
sono molto lieto che Tu abbia apprezzato questo dovuto ricordo alla memoria di Tua madre e spero che questo ci consenta di rinsaldare una grande amicizia che si è costruita nel tempo e che la lontananza non ci permette di alimentare come vorremmo.

Ti ringrazio anche per aver menzionato la mia famiglia che proprio in quegli anni in cui frequentavo le scuole elementari viveva un periodo davvero difficile e complicato per via dei problemi di salute di mia madre.

Sono portato a pensare che quel quid di affetto in più che Tua madre in ogni situazione non aveva remore a manifestare nei miei confronti, più che per ragioni di merito scolastico, fosse volto a sostenermi psicologicamente, ad incoraggiarmi, per evitare che quei problemi, che pure condizionavano la mia fragile esistenza, disperdessero o avrebbero potuto rendere sterili quelle mie qualità a cui Lei teneva tanto.

E' questo forse il significato più intimo di quella sua “mano” a cui facevo riferimento nel mio post: una mano che ho sentito sempre vicino, sempre vigile e premurosa.

Per dare un’idea, riporto il mio scritto sul nostro giornalino di classe “Il labirinto” nel quale racconto la parte finale di quel “viaggio della speranza” che feci con mia mamma a Milano in quel periodo e che poi risultò per lei finalmente risolutivo, benché le richiese più di un anno e mezzo di cure in ospedale.

Ritornato a scuola, solo degli insegnanti straordinari come Maria Caglianone e Francesco Arcuri potevano capire, lasciandole riprodurre su quel giornalino, quanto quelle frasi tristi, appiccicate una sull’altra, mi avrebbero liberato da tutto ciò che mi tenevo dentro e che non riuscivo ad esprimere.

Spero di riabbracciarTi presto.



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Giovanni C. Inserito il - 25/11/2013 : 22:49:25
Solo oggi mi registro (certamente con notevole ritardo) al sito santagataviva, sollecitato dalla lettera scritta da te Gaetano (a me, come ad altri, più familiarmente noto come "Gaetanino") che, nella ricorrenza dei 20 anni dalla scomparsa di mamma e papà, risveglia in me "antichi" ed emozionanti ricordi.

Facile, per me, scorgere l'immagine di mamma nei tuo racconti, precisi e puntuali, caro Gaetano; quella donna che ha cercato (e forse c'é riuscita) a dare tanto a chiunque le fosse affianco, a chiunque.

Io, da figlio, ho avuto la fortuna di averla come madre e come amica, potendo diuturnamente apprezzare le sue qualità, le sue doti, la sua bontà, la generosità, il suo altruismo, la sua semplicità.
Molti dei suoi insegnamenti li riscopro quotidianamente, ancor di più da quando sono genitore anch'io.

E tu Gaetano, senza ombra di dubbio, eri reputato da mamma uno fra bambini più educati, intelligenti e promettenti; a me é ben nota (ed anche questo lo ricordo nitidamente, come fosse oggi) la stima che mamma riponeva in te. Lo ricordo bene.

Più e più volte le ho sentito nominare "Gaetanino" quale alunno encomiabile, attento, rispettoso, pieno di curiosità e voglia di apprendere, di sapere.

Quel bambino che poi, divenuto stimato professionista, ha scelto ancora una volta di "sfidare se stesso", partendo alla volta di una delle città più difficili, ma coscente delle sue capacità, certo che ce l'avrebbe fatta; che avrebbe vinto. E così é stato.

Non dimentico nemmeno l'alto giudizio che mamma nutriva per Tua mamma e per Tuo papà; lei donna estremamente dolce, attenta e premurosa; lui instancabile lavoratore, con lo sguardo proteso sempre verso la famiglia. Due persone splendide che hanno saputo creare e far crescere una bella famiglia e tenerla saldamente in piedi, nel rispetto più profondo dei valori cristiani ed umani.

Si; ricordo anche le nostre gite scolastiche, le attività didattiche, le figure realizzate col "Das" e quelle sui fogli di rame.
Del resto noi facevamo la stessa classe alle elementari, ma mamma non vi volle nella sua (dov'eri tu) e mi "spedì" (se pur di fianco) con il Prof. Lupo e la Prof.ssa Maria Antonietta Raimondo.

Ma nei miei ricordi, per niente sbiaditi dagli anni, "vedo" ancora mamma vicina Te, legata a quel suo "figliuolo" da profondo e sincero affetto, a quel bambino che lei ammirava senza riserva alcuna, che riteneva sin da piccolo una persona brillante, quello scolaro che già allora le ha regalato grandi soddisfazioni e che, ancor oggi, da uomo sa renderla felice. Grazie. Un Abbracio di vero cuore. G.



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